Okay, stai calma Ellen.
Sta per accadere.
Sei con Raymond su un letto a baldacchino e stai per fare l'amore con lui. Con lui.
Le mani di Ray viaggiavano sicure. Cercavano un contatto profondo, come se la mia pelle potesse risucchiarle e rapirle per sempre.
Sono davvero pochi i momenti della mia vita che vorrei rivivere, ma questo era uno di quelli. Mi sentivo felice, avevo voglia di piangere mentre attaccavo la mia fronte alla sua.
<<Stai bene?>> chiese premuroso.
Annuii. Non avevo la forza di parlare. Ogni grammo di energia era stata risucchiata da quel ragazzo con gli occhi del colore degli alberi.
Riattaccai la mia fronte alla sua mentre ci incamminavamo come un unico corpo verso il letto. Sembravamo due granchi un po' ubriachi, ebbri della notte che stavamo per regalarci.
Raymond si sedette sul bordo del letto e io restai in piedi di fronte a lui tra le sue gambe. Le sue braccia mi cinsero la schiena e la sua testa si appoggiò sul mio petto. Mi abbracciò così, come se fossi una cosa preziosa ed effimera al tempo stesso; come se fossi un bel fantasma che sarebbe potuto sfuggirgli di mano da un momento all'altro.
Sentii qualcosa di nuovo nascere in me. Guardarlo così, con il volto sul mio grembo, mi fece percepire la perfezione di quel momento. La perfezione fugace di un attimo e il senso di nostalgia che si prova dopo che quell'attimo si è spezzato. Faresti di tutto per riportarlo indietro, ma la bellezza dell'attimo perfetto è proprio questa: dura un momento, se durasse di più non sarebbe più perfetto.
Gli passai una mano tra i capelli mentre mi baciava la pancia attraverso la maglietta. I brividi si facevano strada in me come tanti piccoli soldati su un campo di battaglia.
Ray alzò la testa e puntò i suoi occhi verdi nei miei. Le mani scorsero giù sui glutei e li cinsero dolcemente.
<<Ti voglio così tanto da star male.>> disse guardandomi intensamente.
Le ginocchia mi cedettero. Tutta me stessa cedette.
Salii a cavalcioni su di lui e lo baciai come mi sembrava di non aver mai fatto prima. Le mie dita gli accarezzavano i capelli, le spalle, il petto nudo. Le sue mani ricambiavano i miei gesti e si posavano su ogni centimetro della mia pelle.
<<Perché stai piangendo, Ellen?>> domandò Ray con le mani sul mio volto.
La cosa buffa è che non mi ero neanche resa conto di piangere. Perché piangevo? Perché quella era la prima volta ed era tutto come avevo sempre desiderato. Non eravamo solo due corpi caldi, ma eravamo due corpi uniti da un unico sentimento e, sebbene sapessi che quello che avevamo era destinato a finire come tutte le cose belle d'altronde, in quel momento seppi che era vero. Seppi che, qualunque cosa sarebbe successa, sarebbe comunque durata in eterno nella mia anima.
<<Perché ti amo.>>.
Dirlo ad alta voce fece più effetto di quanto avessi mai immaginato. Sentire quelle parole uscire dalla mia bocca non ebbe un effetto solo su di me, ma anche su Ray che restò basito per qualche istante, le mani ancora sul mio viso.
Non mi aspettavo che Ray rispondesse di amarmi. Sapevo quello che provava per me, anche se non me lo aveva mai detto esplicitamente. Per noi i sentimenti avevano una potenza diversa a seconda che venissero espressi o meno. Per Raymond erano più veri se lasciati fluttuare nella propria testa; per me erano più reali se trasformati in parole vive, così che potessero apparire quasi come qualcosa di tangibile, fisico.
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Quell'estate
Любовные романыCon mia sorpresa, il ragazzo che venne ad aprirmi la porta non era affatto come me l'ero aspettato. Al posto del barbuto ragazzo dall'aria sorniona, comparve una folta chioma bruna e disordinata che adornava un volto dallo sguardo sveglio e vivace...