Senza capire chi fosse

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Poi Raymond, il ragazzo pazzo, spezzò questo silenzio, e l'atmosfera carica di ricordi che condividevamo, si spezzò con lui. "Resterai qui per tutta l'estate?". Nella sua voce c'era una sorta di tono di supplica che chiedeva un sì come risposta, che poi in ogni caso sarebbe stata la mia risposta.

"Sì, fino a settembre, quando Londra non mi richiamerà a lei", dissi con un tono più leggero del suo.

Di nuovo, quell'ombra cupa che di tanto in tanto gli oscurava il volto se ne andò, e un'espressione di vera gioia la sostituì.

"Fantastico! Credo che diventeremo ottimi amici Ellen", e mi dette una pacca sulla spalla come si fa con un fratello, "C'è qualcosa in te che mi ispira fiducia". Se lo diceva lui. Ma almeno io ispiravo fiducia, lui invece instabilità mentale. Certo, non come un potenziale maniaco omicida da cui non sai cosa aspettarti, ma come un lunatico misterioso ragazzo che dice una cosa e poi magari ne fa un'altra.

Da quel momento, però, Raymond iniziò a sciogliersi con me. Infatti, dopo avergli consegnato il contratto, non me ne andai, ma restai lì per un'altra ora a parlare con questo lunatico ragazzo (per me ancora pazzo) di cui, purtroppo, scoprii solo le origini (australiane), l'età (ventiquattro anni), e il nome del cane (Forrest. Alla domanda del perché il suo cane si chiamasse così, mi rispose che quando doveva richiamarlo a sé, poteva dirgli le famose parole "Corri Forrest, corri!", tratte dal celebre Forrest Gump). Tuttavia, quando me ne andai nel tardo pomeriggio, mi accorsi che sebbene avessi trascorso l'intero pomeriggio con lui, si era parlato più che altro di me, e quello che volevo realmente sapere di lui me lo ero lasciato sfuggire.

Quello che davvero volevo sapere era come mai un ragazzo così, bello, affascinante e apparentemente ricco, avesse deciso di trascorrere un'intera estate in questa città solitaria e sperduta, da cui persino i vecchietti fuggono.

Fu allora che mi tornarono in mente i paparazzi. Forse non era pazzo e si stava davvero nascondendo da loro, ma questo significava che era un personaggio importante che non voleva farsi trovare per qualche motivo.

Poi, mentre camminavo verso casa, la risposta alle mie domande cadde dalla finestra della vecchia signora Monroe che, mentre gettava la sigaretta dalla finestra per non farsi sorprendere dal badante a fumare, lasciò scivolare dalla stessa mano anche una rivista, che cadde esattamente davanti a me. Lì, vidi lo stesso ragazzo con cui avevo parlato fino a poco fa, ma era diverso con quei capelli corti e quella barba incolta intorno al viso. Non sembrava realmente Raymond. Insieme a lui c'era una magnifica ragazza dai capelli rossi e le labbra carnose che gli teneva la mano e lo guardava ridente e adorante.

Allora capii.

Quello che si era presentato a me con il nome di Raymond Pitt in realtà era Oliver Baxton, uno degli attori più richiesti in quel periodo, e quella che gli teneva la mano, altro non era che la sua ex ragazza Bridget Bogan, la cantante a cui lui aveva spezzato il cuore.


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