Amore. Ma che razza di parola è? Cinque lettere che hanno il potere di farti perdere tutto.
Ho sempre creduto che l'amore fosse una cosa semplice, naturale come respirare. Ti succede e non te ne rendi neanche conto. È qualcosa che accade intorno a noi, qualcosa che ci avvolge come una coperta o come una brezza estiva, calda e suadente allo stesso tempo. L'amore non esiste se lo cerchiamo: esiste solo se capita.
Ma perché capita sempre al momento sbagliato? Perché mi colpisce sempre come un pugno nello stomaco piuttosto che con una carezza piumata?
Io ho smesso di credere nell'amore. L'unica volta che ci sono cascato ho mandato tutto a puttane e il destino si è intromesso violentemente.
Non ha alcun senso, almeno non per qualcuno come me. Per me esiste solo la Fama, e la Fama non conosce amore se non quello per se stessa. Avete mai visto coppie famose durare in eterno? Certo, qualcuna ce ne sarà di sicuro, ma quante sono? Probabilmente si contano sulle dita delle mani. L'amore ha bisogno di intimità e silenzio per crescere. Ha bisogno di altruismo e non di qualche idiota preoccupato solo e unicamente di quello che i tabloid dicono di lui.
Io ero così. Preoccupato solo di me stesso, egocentrico fino al midollo. Perché la popolarità ti fa questo, ti spoglia di tutte le cose belle che ti circondano e ti fa sentire onnipotente, convincendoti che tu basti a te stesso.
Ellen mi ricordava che nessuno basta a se stesso. Che la fama è solo una puttana che ti soddisfa per un po' di tempo ma che poi ti lascia solo, svuotato di tutto ciò che c'era di buono in te. La fama non ti scalda di notte; non ti guarda nuotare tra le onde; non ti sorride come se fossi la personificazione della felicità. La Fama non ti ama.
Ma Ellen sì.
Ellen ti ama, Ray. Ti ama come si ama il primo raggio di sole al mattino, come si ama la prima goccia di pioggia dopo mesi di siccità, ti ama come le stelle amano la Luna e come la Terra ama il Sole.
Che fare? È luglio, sono a Southampton e a Trevor Wood e sono Raymond Pitt, qui non mi conosce nessuno. Non c'è Fama che possa scovarmi.
Siamo solo io e lei. Lei ed io. Due anime in cerca di qualcosa di inestimabile valore, qualcosa che si vede solo ad occhi chiusi e con le luci spente, qualcosa che profuma di vita e magia, qualcosa che avviene in un attimo ma sembra durare in eterno, qualcosa che riecheggia nel nostro corpo e ci sveglia, qualcosa che fa rima con tutto.
Pensavo a tutte queste grandissime cazzate mentre guardavo Ellen dormire e respirare ritmicamente.
Le ciglia nere sembravano lunghissime mentre riposavano silenziose sulle sue palpebre.
Voglio baciarla.
Voglio sentire un'ultima volta che sapore ha quando dorme, pensavo.
Mi avvicinai dolcemente, come se di fronte a me ci fosse un animale raro e sconosciuto.
Sentii il suo respiro caldo toccare il mio mento e sfiorarmi i capelli.
Feci il più piano possibile. Adagiai delicatamente le mie labbra sulle sue e chiusi gli occhi insieme a lei.
Avevo ragione. Aveva un sapore diverso.
Sapeva di felicità.
#spazioautore
Ciao a tutti. :) Ho volto caricare questo capitolo extra perché sentivo tante parole rimbombarmi in testa e avevo bisogno di metterle per iscritto. Spero vi piaccia, così come la canzone, Remedy, tratta dal nuovo cd 25 di Adele (se ne avete la possibilità acquistatelo, perché è una cura per il corpo e l'anima) che, ahimè non è cantata da lei stessa poiché su YouTube non è stata messa la versione originale, ma che è sempre bella.
Detto ciò, buona lettura e buon ascolto! <3
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Quell'estate
RomantizmCon mia sorpresa, il ragazzo che venne ad aprirmi la porta non era affatto come me l'ero aspettato. Al posto del barbuto ragazzo dall'aria sorniona, comparve una folta chioma bruna e disordinata che adornava un volto dallo sguardo sveglio e vivace...