L'appuntamento

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<<Spero che la cena ti sia piaciuta.>>.

Non esattamente, avrei voluto rispondere.

Il posto era davvero fantastico. Piccoli tavoli con le tovaglie blu erano collocati su una grande terrazza rotonda che dava sul mare. Il vento colpiva la tenda che proteggeva il terrazzo e si insidiava nei vestiti, spingendo contro la pelle che si raffreddava.

Il tempo stava cambiando. Aria di temporale si percepiva ovunque.

<<Sì, il posto era davvero grazioso e il cibo...beh, a parte les escargots che non digerirò mai, era buono.>>, risposi ridendo.

Camminavamo silenziosamente sul lungo mare. La luna era l'unica luce che avevamo, e la sabbia soffice era la nostra terra.

Adam guardava dritto davanti a sé; spesso si voltava a guardarmi e scoppiava a ridere imbarazzato. Allora ridevo anche io, più imbarazzata di lui per la situazione in cui mi ero cacciata.

Insomma, avevo desiderato uscire con questo ragazzo per buona parte della mia adolescenza eppure ora, che finalmente avevo ciò che volevo, mi sentivo più lontana all'amore di quanto non fossi mai stata.

<<Sei davvero incantevole sta sera.>>, disse improvvisamente Adam.

Stranamente le parole di Ray mi tornarono alla mente. Devi imparare ad accettare i complimenti. Non potei evitare ad un sorriso di sfuggirmi dal volto, cosa che Adam notò e credette rivolta a lui.

<<Grazie.>>, dissi infine, gli occhi di Ray ancora nella mente.

Il vento attorno a noi iniziava a soffiare più forte mentre ci dirigevamo verso casa.

<<Ellen, spero di non essermi svegliato troppo tardi, se capisci cosa voglio dire.>>. Adam si fermò inaspettatamente e mi fermò, tenendomi per un braccio. <<Sono stato cieco per molto tempo. Tu sei sempre stata qui ma io ho iniziato a vederti troppo tardi ed ora...>>.

Si interruppe e si passò la mano libera tra i capelli voltandosi a guardare la luna.

Perché? Perché non poteva essere successo tutto prima, tutto prima di Raymond, prima che imparassi a capire cosa può essere l'amore? Perché doveva dirmi queste cose ora?

Il respiro accelerò in fretta, come se l'ossigeno forse l'unica cosa di cui avessi bisogno.

<<Adam io...>>. Tentai di inserire delle parole tra quei respiri che facevo, ma le parole si strozzavano sempre.

<<Lo so, sono arrivato tardi. Troppo tardi.>>, aggiunse avvicinandosi a me. La sua mano si staccò dal mio braccio e si posò lentamente sul mio viso, come se fossi un oggetto caldo, scottante.

Lo guardavo dritto negli occhi blu. Cercavo seriamente di vederlo, di sentirlo, di percepire il suo tocco. Avevo bisogno di sapere che tra noi c'era davvero qualcosa, non come tra me e Raymond, divisi da dubbi che non comprendevo.

Improvvisamente sentii il bisogno di sapere cosa mi sarei persa se avessi scelto lui invece di un ragazzo impossibile.

La casa di mia nonna era a pochi passi da noi. Vedevo la finestra illuminata della camera di Ray e la luce spenta nella stanza di mia nonna. Intanto il vento ululava forte, spingendoci verso la nostra destinazione, verso la chiusura della notte.

<<Baciami.>>. Le parole uscirono spontaneamente dalla mia bocca. Il mio cervello lasciò che scivolassero dalle mie labbra come olio lungo una bottiglia.

Adam non se lo fece ripetere due volte.

Sentii le sue labbra calde premere contro le mie. Un tocco delicato, pulsante, piacevole.

Mi lasciai andare. Sentii il suo abbraccio avvolgermi e cullarmi; le sue mani accarezzarmi con lentezza.

Quando ci staccammo Adam posò la sua fronte alla mia e iniziò a respirare affannosamente.

<<Non accadrà più, vero?>>, disse.

<<No, Adam.>>.

<<Sei davvero innamorata di lui?>>. Si staccò da me e continuammo a camminare verso casa.

<<Sì. Non credo di saperti dire esattamente cosa significhi, ma quando sono con lui io...vivo. Capisci cosa intendo? Riesco a vedere e sentire tutto. Mi accorgo della bellezza delle cose, delle piccole cose, anche di quelle a cui non fai mai caso perché ti sembrano irrilevanti. Tutto diventa partecipe del tuo amore, della tua esistenza, come se fosse un concerto per il mondo.>>. Sicuramente non mi ero spiegata. Tuttora, se ci ripenso, sono certa di non aver risposto alla sua domanda, ma chi sarebbe realmente in grado di dire cos'è l'amore? Credo che la persona che ci si sia avvicinata di più sia stata Emily Dickinson quando diceva che tutto ciò che sappiamo dell'amore, è che l'amore è tutto.

<<Spero che un giorno riuscirò a sentire quello che senti tu per lui.>> rispose lasciandomi davanti alla porta di casa.

<<Lo sentirai Adam, lo sentirai.>>, e, dopo averlo baciato sulla guancia, lo guardai allontanarsi.

Non rientrai subito in casa. Andai di fronte al mare e restai in piedi lì, ad osservare le nuvole che si fondevano con il mare nero.

La pioggia iniziò a cadere forte, colpendomi di lato, guidata dal febbrile vento che tentava di urlarmi qualcosa contro.

#spazioautore

Ciao a tutti! Domani non perdetevi il prossimo capitolo di Quell'estate, narrato da Raymond!

Xoxo

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