capitolo 1

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La scuola è una delle cose più brutte della vita; è vero, senza quel semi-carcere saremmo tutti stupidi, ma i professori non hanno il diritto di darci compiti come se dovessimo fare solo quelli durante il nostro tempo libero. Abbiamo una vita sociale!

Suonò la sveglia delle 6.55, ed io, come tre mesi fa, mi alzai dal mio adorato letto, molto triste.

Mi incamminai verso il bagno per lavarmi la faccia, nel tentativo di svegliarmi fuori.

Dopo aver fatto tutto, uscii dal bagno dirigendomi verso la grande cucina che da tanto tempo non ospitava una famiglia felice.

Aprii il frigo e presi del sano yogurt bianco, la scatola di cereali al cioccolato e mi accomodai su uno sgabello dell'isola della cucina.

Dopo aver finito colazione, andai in camera e decisi il vestire: jeans chiari attillati con un maglioncino leggero, poiché c'era un po' freddo. Semplice ma d'effetto.

Mi lavai i denti e mi truccai gli occhi azzurri ghiaccio con mascara ed eyeliner, poi presi la spazzola e mi pettinai i miei lunghi capelli biondi cenere naturali e mi preparai lo zaino per scuola, mettendoci dentro un paio di quaderni, l'astuccio ed un blocchetto per gli appunti, non sapendo le materie del primo giorno.

Il mio nome è Ally McLauren, ho 17 anni e vivo a Los Angeles. Vado in uno dei college più belli di L.A., dove studio per diventare ciò che comunque non sarò mai, nota la mia passione per addestrare gli animali che non ha niente a che fare con l'ambito canoro. Ma comunque lo faccio, i miei genitori erano felici quando mi esibivo per famiglia e amici e frequentare questa scuola è come un tributo a loro. Vivo da sola e dopo la morte dei miei sono cambiata, diventando il nemico di tutti, menefreghista, sempre nei guai e rispettata da tutti. Prima ero la classica ragazza scorbutica e fredda perché diffidente da tutto e da tutti, ma molto di meno di adesso. Per il mio caratteraccio sono la pecora nera e violenta della scuola, e miei migliori amici, -Sophia Smith e Lucas Franch- sono gli unici che possono avere contatti con me.

O miseria, sono in ritardo! Sono le 7.47 ed ho 20 minuti di strada!

Mi infilai le prime scarpe che mi passarono sotto mano, presi la cartella, le chiavi di casa, il telefono e controllai che tutte le luci di casa fossero spente, dopodiché uscii e chiusi a chiave la porta.

Durante il tragitto casa-scuola in una delle mie moto da corsa, una Kawasaki ninja 300 del 2016, misi una cuffietta e schiacciai il tasto 'play' per far partire la riproduzione dell'album numero 3.

Alle 8.10 arrivai davanti a scuola.

Scesi dalla moto con tutti gli occhi addosso, ovviamente quelli dei ritardatari -e ritardati-. Entrai e mi diressi verso la segreteria.

-Ally cara, come stai? In ritardo anche quest'anno, eh? - ecco la migliore amica di mamma, Lusia, la segretaria fidata dell'Istituto.

- Ciao Lusia, si, in ritardo anche quest'anno- affermai io, ridendo.

Ogni anno sempre la stessa storia, sempre in ritardo, sempre sgridate, sempre i 'oh, ma quanto siamo puntuali' ironici dei professori.

- Eccoti l'orario cara, corri perché hai 'il teppista' alla prima ora- disse lei, consegnandomi l'orario dell'anno scolastico.

Chi era 'il teppista'? Semplice, il professore di fisica e chimica dai capelli bianchi e gobbo, quello più odiato dagli alunni e dai professori, quello più severo, quello che tutti detestano quanto la peste bubbonica.

Inutile dire che l'Istituto stava procedendo col fare una colletta per mandarlo prima in pensione, cercando di corromperlo.

Io e lui non andavamo molto d'accordo, ero finita circa una decina di volte in presidenza per un suo volere, visto che, probabilmente, 'rispondevo in modo maleducato'.

la ragazza ribelle|| Letizia VenturiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora