capitolo 16

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Mi girai sentendo quella voce.
Era in un angolo, un ragazzo tra i venticinque e i trent'anni, alto, moro, abbastanza magro ma palestrato.

- chi sei? - domandai scorbutica.
Non avevo voglia di interrompere il mio allenamento per un bambino curioso.

- ragazzina, vedi di calmarti-.

- non mi dici cosa devo fare, idiota-.

- calma, ragazzina- rise al mio tono autoritario.

- non. chiamarmi.ragazzina.- scandii parola per parola, a denti stretti.

- oppure? -.

- oppure te la vedrai male, vecchio! - sussurrai minacciosa.

- bene, mi piace il tuo caratterino.
Ti osservo da tutto il giorno, vengo spesso qui. Ho notato la tua tecnica d'attacco e di difesa, mi piace.
Vorrei proporti un accordo. -

- neanche uno stalker lo farebbe, sei inquietante.
Dai, dimmi. Spara la cazzata- parlai acida, ma con un pizzico di curiosità.

- vorrei proporti di entrare nel mio giro di gare corpo a corpo, per il mio team. Gare clandestine. Saresti interessata? -

- cosa ci guadagnerei io, oltre ai soldi? -

- notorietà e rispetto, ragazzina- sorrise sghembo

- okay, smettila o ti levo i bulbi oculari in due centesimi di secondo. Mi stai facendo ribollire il sangue belle vene, non è giornata.
Ci sto- iniziai ad innervosirmi.

Il mio ragionamento era questo: se mi rendevo più nota anche nei combattimenti, riuscivo a trovare più in fretta i miei obbiettivi e allora, sarei potuta passare subito alla vendetta.

- sisi, okay- il suo sguardo vagava sul mio corpo, soffermandosi sul tatuaggio che avevo sul fianco.

L'avevo fatto a sedici anni, l'anno scorso. C'era scritto "believe in yourself" (NB: "credi in te stesso/a")
Me lo diceva sempre mio padre, quando credevo di non riuscire a sopportare un giorno in più senza la presenza si mamma al mio fianco.

- credo che quel tatuaggio abbia ragione, McLauren. Credi in te stessa ed entrerai nel mio team. Dovrai superare solo una prova: se riesci a sopravvivere sul ring con il mio ragazzo migliore, entrerai; al contrario, se dovessi morire o perdere i sensi per i colpi subìti, non potrai entrare. Tutto chiaro? - disse serio

- si.
Quando e dove? - chiesi.

- fra quattro giorni, il luogo dell'incontro te lo diremo noi il giorno stesso, per questioni di sicurezza. Tieniti pronta, però. Voglio averti con me. -

- capito. Ora ciao. - uscii dalla zona pesi ed entrai in quella fitness, dove per un'ora e mezza feci esercizi misti, tra resistenza e rafforzamento di muscoli addominali e molti esercizi per le gambe.

Uscita dalla palestra si erano fatte ormai le cinque di pomeriggio.
Corsi a casa, collezionando più multe per eccesso di velocità io, che chiunque altra persona vivente in dieci anni.

Arrivata a casa parcheggiai l'auto in garage. Appena raggiunsi -dalle scale interne- la porta al piano terra collegata al piano -1, Queen e King iniziarono ad ululare, chiamandomi.

Inutile raccontare la fine della serata: io sommersa da loro due, loro che mi uccidevano di baci e tre individui con la pancia piena di cibo sul lettone che dormivano profondamente, messi in posizioni inimmaginabili.


* Spazio autrice *

Scusatemi da morire, in questi giorni non ho avuto la possibilità di scrivere, ero sommersa dai compiti.
MA eccomi qua con un altro capitolo.
Che ne pensate? Vi piace?

Baci, lety♥

la ragazza ribelle|| Letizia VenturiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora