capitolo 30

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Luke's pov.

Lo squillo del mio telefono mi fece svegliare, interrompendo il sonno che feci fatica anche ad avere. Mi stiracchiai velocemente sul divano in cui stavo dormendo da due giorni. Non riuscivo ancora a giustificare il comportamento di Ally, non riuscivo proprio.

Perché mi aveva buttato fuori da casa sua?

Magari aveva il ciclo e avevo lasciato la tazza del water aperta..

Lentamente presi l'aggeggio, portandolo all'orecchio e accettando la chiamata da 'numero privato'.

- pronto? - risposi assonnato

- ma ciao Luke. Come stai? - parlò una voce storpiata

- chi sei? - mi svegliai velocemente

- un tuo carissimo amico. Senti, volevo chiederti una cosa-

- dimmi subito chi sei- sussurrai minaccioso

- la domanda è: come sta la carissima Ally? - rise

- Che vuoi? Lasciala stare, chiunque tu sia- mi alzai minaccioso come se mi potesse vedere.

- non hai avuto sue notizie? Quelle nuove? - sentì dal telefono che sorrise

- che è successo? - parlai allarmato tralasciando il fatto che stessi parlando con uno sconosciuto

- sai, è una bella cagnetta la tua. Ma cerca di addestrarla con più cattiveria. E molto ribelle, non va bene. - rise sadicamente

- che intendi dire. E non osare a parlare di lei in quel modo, lurido pezzo di sterco animale. - urlai minaccioso prendendo le chiavi dell'auto e di casa e uscii chiudendo la porta alle mie spalle. Raggiunsi velocemente la macchiane e ci salì a bordo, avviando il motore e muovendomi verso casa della ragazza sforando i limiti di velocità di parecchio.

- Abbassa le ali, giovanotto. Comunque, la tua bella ragazzina si trova in coma. Che bello vederla mentre faceva di tutto per arrivare al traguardo senza fare incidenti prima di cadere tra le braccia di Justin... che meraviglia. - parlò con voce compiaciuta

Arrivai a casa di Ally, ma tutte le luci erano spente. Che le era successo?

- che le hai fatto, lurido bastardo! Che le hai fatto! - urlai sentendo le guance umide, svegliando qualche vicino.

- niente, solo emorragia interna. Tranquillo che ci siamo liberati di lei, così ora capirai che il territorio è solo nostro e che nessuno deve e può anche solo provare a prendercelo. Siamo intesi? O non ti sono bastati i proiettili? - disse con voce arrabbiata.

- giuro sulla cosa più cara che ho, che se dovesse morire ti verrò a cercare e ti ucciderò lentamente, testa di cazzo! - gli urlai contro chiudendo la chiamata con la mia minaccia.

Ma nessuno in quel momento avrebbe potuto capire il mio stato d'animo. Qualcosa dentro di me si ruppe. Tanti piccoli pezzi di me in giro per il mio corpo, fuori da ogni logica.

Il solo pensiero che Ally non ci sarebbe stata più mi fece crollare a terra in ginocchio sull'asfalto, iniziando a piangere istericamente come quando ad un bambino viene negato il volere di giocare o di mangiare il cioccolato; gli viene negato ciò per cui vivono.

Velocemente rimontai in macchina, chiamando Justin. Rispose dopo pochi squilli.

- Justin, che è successo ad Ally? - parlai velocemente senza salutarlo

- sapevo che avresti chiamato. Vieni da Calum, il medico quello corrotto. Ti spiegheremo tutto. - sussurrò

Riagganciai immediatamente, premendo sull'acceleratore e portando il tachimetro da 0 a 280 in meno di quindici secondi.

la ragazza ribelle|| Letizia VenturiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora