capitolo 27

3K 152 52
                                    


Luke's pov

Scesi dalla sua auto, baciandole una guancia e salutandola con un "ciao piccola, ci vediamo presto" aggiungendo un occhiolino a fine frase.

Qualche ora prima mi aveva mandato un messaggio dove mi minacciava di morte ameno ché non fossi uscito con lei, accompagnandola al McDonald's e a fare shopping.

Le giornate in sua compagnia erano sempre state divertenti. Dalle moltitudini di figuracce, alle mie imbattibili battute per darle consigli sul vestire. Io e lei eravamo così, ci prendevamo in giro per poi passare una notte in compagnia, giocando e addormentandoci poi verso le prime luci dell'alba, abbracciati l'uno all'altra.

Camminai lentamente verso casa di Ally, ma mi si fermò il cuore per alcuni istanti a vederla alla finestra. Con una mano teneva le tende per farle vedere l'esterno, con l'altra si puliva il viso dalle lacrime che abbandonavano i suoi magnifici occhi.

Che era successo?

Velocizzai il passo, bussai alla porta, ma ciò che vidi dalla finestra, visto che non mi apriva, era la ragazza che correva verso il secondo piano. Bussai altre volte, senza avere risposta.

Mi appoggiai al muro portante della casa, aspettando suoi segni di vita.

Ally's pov.

Non potevo piangere per lui.

Noi non eravamo niente, non potevamo essere niente.

Così uguali, ma troppo diversi.

Corsi verso il secondo piano, raggiungendo quella che ormai era la sua camera. Presi tutto ciò che aveva messo negli armadi e misi ciò in un sacco dell'immondizia e senza preoccuparmi di chiuderlo, corsi verso di lui, che avevo lasciato fuori di casa.

Spalancai la porta e buttai il sacco nero verso di lui, facendo uscire alcuni indumenti.

- Se volevi prenderti gioco di me solo per vendetta, ci sei riuscito. Ma per favore, ora vattene. Vai e non farti più vedere. - gli urlai sussurrando, guardandolo per poco negli occhi non riuscendo a sostenere il suo sguardo sbigottito.

- Ma che dici, Ally? - urlò lui camminando verso di me.

- No Luke, stai indietro. Non voglio più vederti. Ti sei preso gioco di me, volevi che in qualche modo mi legassi a te per poi mostrarti per quello che eri veramente. Okay, ho capito, lurido puttaniere. Ora vattene da casa mia. È da tempo che nessuno ci minaccia, sei al sicuro. Addio, Smith. - conclusi, tornando dentro casa chiudendo la porta a chiave.

Per alcuni minuti Luke restò fermo com'era prima, poi prese il telefono e chiamò qualcuno. Quando arrivò la stessa macchina di prima, con la stessa ragazza sopra, scivolai dalla sedia girevole che avevo messo in sala videosorveglianza. In un men che non si dica arrivarono i lupetti che mi leccarono il viso, scacciando via le lacrime che avevo versato per una persona che non avrebbe meritato neanche il mio tempo o una mia attenzione.

L'adrenalina che avevo in corpo era troppa e la corsa con la moto che avevo fatto qualche decina di minuti fa non era servita., perciò chiamai Justin.

- ciao campionessa, dimmi pure. - rispose lui

- ciao Jus, hai gare per stasera? Devo scaricare tanta rabbia. - parlai facendo trapelare nervosismo

- brutta giornata, eh? -

- si Justin, ma ora dimmi se hai sì o no delle maledette gare! - gli urlai contro

- abbassa i toni, ragazzina. Per stasera ho una corsa. I combattimenti sono verso il fine settimana. - mi rimproverò

- okay capo, ci sarò. -

- perfetto. Dopo ti mando un messaggio per gli orari. Preparati verso le nove di sera. Per le nove e un quarto sarò fuori da casa tua, faccio strada io. -

- bene. Ci vediamo tra due ore, Justin. -

- a dopo, McLauren. - salutò, riattaccando.

Avevo ancora due ore per prepararmi, potevo fare con calma.

Preparai la cena per i lupetti affamati e una succulenta bistecca per me, che per l'ingordigia dei cuccioli condivisi con loro.

Lavati piatti, ciotole e posate, andai in camera mia pronta per fare una calda doccia.

Presi l'intimo pulito, dei jeans neri strappati e una maglietta corta anch'essa nera. Mi rilassai talmente tanto sotto il caldo getto dell'acqua che mi mancavano solo dieci minuti all'arrivo del capo.

In velocità mi vestii, indossai le scarpe e il tempo che mi rimaneva lo impiegai per asciugare i capelli biondi che raccolsi poi in una coda.

Suonò il campanello e corsi ad aprire la porta. Un Justin vestito di nero mi salutò, entrando in soggiorno.

- Bella casa, Ally. - sorrise

- Grazie Jus. Prendo le ultime cose e arrivo. Attento che stanno arrivando i due terremoti. - lo avvisai dell'arrivo dei lupetti.

Tornata in camera indossai delle Vans nere, prendendo poi il telefono e le chiavi di casa.

Tornai al piano inferiore e trovai i tre che giocavano sul divano. Risi per le strane mosse del ragazzo per cercare di prevalere su due lupi e richiamai il soro attenzione.

- io sono pronta. Andiamo? Ah! Corsa con la macchina o in moto? - mi venne in mente

- macchina, mia cara. Vengono anche Queen e King? -

- Si, altrimenti fanno gli offesi per il resto della serata. - risi, guardandoli salire sulla mia Audi RS8. Questa macchina, avendo più cavalli della R8, mi darà un netto vantaggio con i 320km/h che riesce a fare poco meno di venticinque secondi. Ringrazio ancora mio padre e i suoi insegnamenti sulle macchine sportive.

- Macchina nuova, Ally? - mi sorrise

- Si capo, presa tre giorni fa. Nuova di zecca. - ricambiai il sorriso, entrando.

Allacciai le cinture di sicurezza ai cuccioli –ovviamente quelle che si agganciavano al collare- e misi in moto l'auto, facendo fare strada alla Lamborghini di Justin.

Poco dopo arrivammo al luogo della corsa. Justin scese dalla sua auto, mentre io restai dentro la mia per mantenere il mio volto nascosto fino alla fine della gara per un effetto sorpresa.

- okay Ally, ti ho iscritta. Un minuto e si incomincia, aspettavano solo noi due. - mi raggiunse.

- perfetto. Prendi i lupi. Non voglio che si facciamo male in caso di incidente. Aspetta qua e scommetti, che voglio festeggiare per bene dopo. - sorrisi

- si cara. - disse slacciando le cinture di sicurezza dei lupi e accompagnandoli verso le prime file per osservare la corsa

- i concorrenti si avvicinino alla linea di partenza! - urlò un uomo con un megafono in mano

A passo d'uomo mi avvicinai alla linea e dopo l'uomo diede il via

- 3, 2, 1, VIA! - la bandierina cadde a terra.

Urla della folla si alzarono al rombare potente delle auto da corsa.

La gara era partita.

*spazio autrice*

ecco il nuovo capitolo. vi ringrazio per aver raggiunto così velocemente il traguardo per il nuovo capitolo. scusate per eventuali errori

domande:

vi sta piacendo la storia?

chi è la ragazza dell'auto?


per il nuovo capitolo: 10 commenti e 25 stelle



baci, lety♥

la ragazza ribelle|| Letizia VenturiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora