capitolo 34

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Mi svegliai per colpa della forte puzza che proveniva dalla stanza.

Il buio mi impediva di vedere ogni angolo di quella topaia utilizzata come luogo di detenzione, ma quel poco che riuscii a vedere mi fece fare un pensierino sul chiamare "malati di pulito". Polvere, puzza e sudicio erano elementi integranti in ogni superficie della stanza e ciò faceva a dir poco ribrezzo.

Dopo essermi subita il primo stato di shock, toccava al secondo: ero sdraiata su un letto che neanche lontanamente ci assomigliava. Era un materasso vecchio di almeno 29 anni e non aveva niente al suo posto: evidentemente erano come i topi nelle discariche, prendevano tutto di tutti e il fatto che i miei sequestratori fossero brutti e igienicamente identici ai ratti, lo rendeva la ciliegina sulla topaia.

Guardando meglio la mia nuova -ancora per poco- stanza, riuscii a notare con mio enorme dispiacere che l'unica finestra che era presente, era protetta da inferriate interne ed esterne; l'unica porta che mi separava da quelle sottospecie di persone, era blindata e con ciò dedussi di essere nella merda più molla e a sabbie mobili in cui mi sarei mai potuta trovare.

Pochi minuti dopo un uomo fece scattare la serratura della porta, entrando e richiudendola dietro di sé.

Velocemente mi raggiunse, mettendosi a cavalcioni su di me bloccandomi braccia e gambe con il peso del suo corpo impedendomi di dimenarmi per liberarmi dalle sue grinfie.

- Bene bellezza, adesso bisogna chiamare Luke e convincerlo a venire, visto che il piano A non è andato come previsto- disse lui.

- Poveretti, vi va tutto storto- risi delle loro sfortune, consapevole del fatto che Luke si stesse già organizzando per localizzarmi e venirmi a prendere.

Avevo avuto paura delle sue parole quella notte da Calum. Paura, sì, perché rispecchiavano ciò che avevo dentro di me, ciò che avevo represso nel mio pozzo mentale più profondo.
Ciò di cui avevo timore, era quello di ammettere di essermi innamorata di Luke, perché non volevo dipendere da nessuno. Volevo essere libera da tutto e da tutti, anche sentimentalmente.
Persino Justin qualche giorno fa si era lamentato del mio essere così distratta e assente anche durante le riunioni importanti, catturata dal pensiero di dove potesse essere il biondino in quel momento e di cosa potesse mai fare da solo, le lo era.

- A noi non va mai niente storto, ragazzina! - urlo irritato, sputacchiandomi in faccia come un vecchio.

- c'è sempre una prima volta, sai? - scherzai nuovamente.

- ora mi sono stancato, ascolta bene. Questo è il piano B: chiameremo Luke, gli confesserai i tuoi sentimenti per lui, falsi perché nessuno lo amerebbe, in modo da farlo venire qua. Sono stato chiaro? Il principino che salva la prigioniera- rise in maniera sadica all'ultima battuta.

- Non verrà mai, non prova niente per me- cercai di dissuaderlo

- allora i tuoi occhi non vedono proprio niente, sei proprio stupida. -

- i miei occhi in questo momento stanno guardando una testa di cazzo. - lo presi in giro.

Con un rapido movimento estrasse la pistola e me la puntò alla tempia, tirando fuori un telefono usa e getta che mi porto all'orecchio una volta finita la composizione del numero di Luke Johnson​, il mio biondino.

Velocemente mi ricordò il piano, mentre al terzo squillo lui rispose

- Pronto? Con chi parlo? - chiese titubante.

- Sono Ally, Luke- dissi insicura.

- Dio mio Ally, tu ho cercata ovunque. Non ti hanno fatto niente, vero? Se ti hanno anche solo toccata, faccio una strage, lo giuro! - iniziò ad urlare lui.

- Sto bene, Lu, ma devo, voglio -mi corressi subito- dirti una cosa importante-

- Dimmi piccola- risentendo quel soprannome mi vennero i brividi

- Sono innamorata di te, Luke, da quando... No, sinceramente non so nemmeno da quanto o quando. Forse la scintilla è scattata quando sei venuto da me con la gamba ferita, o forse durante il bacio sotto le stelle. Fatto sta che sono un tale casino che non mi capisco nemmeno io. - dissi tutta d'un fiato.

- Ally, mi sono innamorato anche io- ammise lui.

- okay, spero che tu e questa fortunatissima ragazza passiate una vita felice. Te lo meriti e te lo auguro, Luke- dissi con voce rotta.

Veramente non provava niente per me?

- lo spero anche io, Ally-

- Okay- sospirai

- piccola, mi sono innamorato di te- sentì un sorriso nascermi sul volto.

- Mi sarebbe piaciuto tanto passare parte del mio tempo con te, Luke. Per esempio a conoscerci, magari meglio di come ci siamo sempre parlati. - risi esausta.

- che stai dicendo, Ally? Che intendi dire? - chiese dubbioso.

- Mi terranno prigioniera a vita perché non voglio che facciano lo scambio con te. Non voglio che ti prendano. Un giorno, però, giuro che ci rincontreremo. Lo prometto. Ti amo, Luke. Addio- alcune lacrime solitarie solcarono il mio viso, bagnandolo leggermente.

E prima di riagganciare la chiamata ed ottenere un sorriso soddisfatto da parte del topo, sentii Luke dire ciò che non avrei mai voluto sentire:

- Non preoccuparti, piccola. Sto venendo a prenderti-.


*spazio autrice*

40,6k di persone che hanno letto il nostro libro.
Siete tantissimi, non riesco a capacitarmene.

Non smetterò mai di ringraziarvi.
P.s. mi scuso per il ritardo del capitolo, ma il pc non va e avevo già metà di questo capitolo fatto lì, teoricamente sarebbe dovuto funzionare quindi avrei postato anche prima del dovuto, ma ho il computer problematico e non si accende.

Comunque.

Vi prego di dirmi se ci sono errori, grazie.

Domandine:

1) vi sta piacendo la storia?
2) valutate da 0 a 10, per favore
3) dritte per farvi piacere di più la storia?
4) decente il capitolo?
5) come state?
6) se volete potete chiedermi qualcosa, risponderò in un capitolo a parte
7) nel il prossimo capitolo che succederà secondo voi?

Per capitolo 35: 52 stelline e 70 commenti

Vi voglio bene,
Baci,

lety❤

la ragazza ribelle|| Letizia VenturiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora