capitolo 37

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Ally's pov

Passarono due giorni da quella telefonata, cercai ovunque un segnale del suo telefono, senza avere risultati. Sembrava scomparso dal nulla, come volatilizzato.

Stavo preparando il cibo per Queen e King quando mi arrivò una telefonata da un numero sconosciuto. Velocemente lavai le mani, credendo che se avessi tardato avrei perso la chiamata.

Magicamente riuscì a rispondere, avvicinando l'aggeggio all'orecchio, tenendolo con la spalla destra mentre appoggiavo le ciotole piene di carne a terra.

- pronto, con chi parlo? - chiesi

- Ally, sono io, Justin- disse lui

- Justin, ho provato a chiamarti decine di volte questa settimana. Dove diavolo ti eri cacciato? - gli urlai contro

- impossibile ma vero, ho perso il telefono, ho dovuto fare tutto da capo. -

Questo spiegò il numero sconosciuto

- okay, okay. Comunque volevo chiederti una cosa, parecchio importante. - arrivai al dunque, pronunciando la frase con un tono fin troppo serio.

- che succede, Ally? - chiese preoccupato il ragazzo

- Luke è scomparso, non riesco a rintracciarlo. -

- ecco perché scattava sempre la segreteria, credevo che fosse con te, che ti avesse recuperata e foste partiti per qualche isola esotica in luna di miele- disse, mettendoci in mezzo la battuta di poco gusto.

- simpatico, mi dicono. - lo derisi

- sempre stato. Comunque, ci mettiamo al lavoro per rintracciarlo? -

- già fatto. L'ultima cella a cui si è agganciato prima di far perdere il segnale, è stata all'inizio della US-101 N., tre giorni fa. Poi, basta. Ho controllato anche celle verso il Nevada e l'Arizona, nessun risultato- gli dissi quello che avevo scoperto nelle ultime settimane, ovvero poco niente.

- massimo un'ora e sono da te, risolveremo questa faccenda, te lo prometto Ally. -

*****

Un'ora e ventisei minuti dopo, Justin doveva ancora parcheggiare la sua auto nel mio vialetto. Lui e il suo maledetto ritardo in ogni cosa.

Come per magia, alle 4.30 p.m. il campanello di casa McLauren suonò, annunciando l'arrivo del capo.

- Justin, te e il tuo maledetto ritardo- gli urlai contro aprendo la porta d'ingresso.

- scusa, c'era traffico Ally- si giustificò lui.

- bella e vecchia scusa, Jus-

- dai scema, mettiamoci al lavoro. Dove metto l'apparecchiatura? - chiese, indicando dei PC che aveva messo all'interno di apposite borse.

- andiamo in cucina, c'è più posto. Abbiamo tavolo e bancone liberi. - dissi facendo strada, seguita da Justin.

Furono ore interminabili quelle che Justin passò in mi compagnia, dove ricontrollò ogni mio singolo passaggio assicurandosi che non avessi sbagliato nulla.

- avevi ragione, è come scomparso. Poco fa hai detto di aver ricevuto una telefonata dei tuoi sequestratori, hanno loro Luke. -

- sì, è così- dissi confusa. Dove voleva arrivare?

- hai controllato nel luogo dove avevano rinchiuso te, vero? -

- io... no, caspita, ho dato per scontato che non l'avrebbero portato nello stesso posto. Insomma, chi porta due persone sequestrate nello stesso luogo? -

- loro, Ally. È il loro modus operandi: utilizzano una sola struttura per più rapimenti in modo da dover incendiare solo quella con all'interno i cadaveri. Meno case incendiate, più alloggi per i prossimi sequestri. -

- questo vuol dire che Luke è nella Death Valley, dove ero io...- il mio tono assente e deluso da me stessa, dal fatto che non avessi pensato ad una cosa del genere, fece allarmare Justin.

- non fare mosse azzardate, Ally. Partiremo domattina all'alba, in modo da essere là tra le nove e le nove e mezza. -

- si, okay Justin. Si è fatta ora di cena, vuoi mangiare da me? - chiesi

- mi piacerebbe molto, ma ho delle scartoffie che mi aspettano a casa e che devo consegnare entro stasera. Sono per un nuovo carico-

- vai, allora, perché sono già le 7 p.m.- dissi spingendolo verso la porta, ridacchiando.

Uscito Justin, preparai il della succosa e fresca carne per i lupetti, mentre io mi preparai un the caldo, giusto per schiarirmi le idee.

Una volta pronto lo presi e mi sedetti sulla poltrona che dava sulla vista mare.

Justin era là, da coloro che lo volevano morto e per colpa mia. Se fossi rimasta, l'avrei sicuramente fermato, facendolo tornare indietro a calci nel sedere.

Colpita da una carica impressionante, finii il the, correndo al piano superiore per vestirmi.

Un jeans nero, un reggiseno sportivo scuro e una lunga felpa anch'essa dello stesso colore mi coprirono velocemente mentre correvo da una parte all'altra della stanza recuperando oggetti utili per il viaggio cercando di non inciampare mentre indossavo delle scarpe comode. Trascorsi venti minuti ero pronta per mettermi in viaggio, lasciando i lupetti a casa per il probabile scontro a fuoco dove non volevo che venissero coinvolti.

Per loro chiamai il ragazzo da cui li adottai, Deve, chiedendogli di stare da me per un po' in modo da badare ai due. Dopo lunghe raccomandazioni, indicazioni dei pasti e delle uscite, bloccai con l'accesso ad impronta digitale ogni stanza importante, come la mia, quella delle armi e la palestra.

Velocemente salutai e baciai i lupi, abbracciando Dave e ringraziandolo per l'aiuto.

Alle 10.28 p.m. imboccai l'entrata per l'US-101, direzione Death Valley.

Sì, Justin. Niente mosse azzardate, ovvio. Avevo già in mente uno scrupoloso piano che, forse, mi avrebbe fatta tornare viva. O almeno spero. Niente di sicuro, come sempre.


*spazio autrice*

si raga, sono incredibilmente viva.

notizia, IL CAPITOLO FINALE E' IL PROSSIMO, uno solo sarebbe stato troppo lungo.

niente, spero che questo capitolo vi sia piaciuto, vi ringrazio infinitamente per le 52,2 mila visualizzazioni

come vedete ho aggiornato prima dell'obbiettivo, solo per voi.

solite domandine:

1) piaciuto il capitolo

2) ci sono errori?

3) come state?

4) odio la scuola

5) ho sonno e ho fame, voi?

6) non voglio finire il libro, addio a mai più

7) vi voglio tanto bene

8) non c'è sette senza otto.  

9) boh

Ci sono domande che volete farmi voi?😊

spero vi piaccia e che non ci siano errori/orrori

baci, lety♥

la ragazza ribelle|| Letizia VenturiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora