capitolo 24

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*dedico questo capitolo al mio piccolo cagnone puzzone Oliver, che per proteggere ciò che gli apparteneva si è sacrificato. grazie piccolo, grazie di tutto. sii sempre felice, sorridi come facevi sempre e spaventa ancora i piccioni come tanto ti piaceva fare. baci, la tua Lety♥*

capitolo 24

<< E quando il buio della notte incomberà sui nostri corpi abbracciati, stringimi ancora di più, che ho paura dell'oscurità>> - letizia venturi (ogni tanto ho questi momenti da poetessa in pensione mentalmente disagiata).


Mi svegliai per colpa della luce lasciata entrare dalle finestre spalancate e di conseguenza una leggera brezza mi rinfrescava il corpo.

Come sempre questa sarebbe stata una giornata di scuola, contornata da studio, lupi e compiti e rompimento di maroni per colpa del biondino.

Dal giorno in cui Luke era stato vittima dello sparo due settimane fa, viveva da me. Per la sia sicurezza e per la mia, così diceva.
"Meglio essere in due, che essere da soli" me lo diceva ogni volta che gli chiedevo del suo essere sempre tra le palle. Ero in cucina per preparare da mangiare, e lui mi guardava facendo commenti su come avrei dovuto cucinare più leggero; facevo i compiti e mi copiava gli scritti; studiavo e per darmi fastidio mi canticchiava vicino. Per dio, la sua voce era fantastica – e non l'avrei mai ammesso davanti a lui-, ma riusciva ogni volta a farmi salire l'istinto omicida. Solo lui ci riusciva così bene e così velocemente.

Dopo una settimana dall'accaduto, tornai a scuola. Non avendo più avuto tentati attacchi ero più tranquilla a lasciarlo da solo, anche se gli avevo mostrato dove tenevo alcune delle mie armi e alcuni coltelli da lancio o da taglio, per tutta casa. Queen e King stavano sempre vicino a lui quando io non c'ero, come misura cautelare. Luke si lamentava ogni giorno, dicendo che erano talmente appiccicosi che sembrava quasi di avere attorno delle sanguisughe che non volevano staccarsi da lui e io ogni volta ridevo perché facevano esattamente quello che gli avevo ordinato.

Piano pianino mi alzai dal letto, staccandomi dal corpo di Luke e ricevendo un suo lamento in risposta. Mi alzai dal morbido piumone che mi avvolgeva e mi incamminai verso il bagno per una calda e sciogli nervi doccia.

Dopo venti minuti di massaggi con il getto dello spruzzino sul mio corpo e relax con l'acqua trasparente e profumata di latte idratante al cocco che mi avvolgeva, mi alzai e mi asciugai.

- i vestiti, cavolo. - sussurrai a me stessa.

Mi avvolsi meglio nel mio accappatoio, maledicendomi per non averne comprato uno nuovo più lungo.

Uscii dalla stanza trovando un biondino nel mondo dei sogni. Velocemente andai verso il cassettone della biancheria, prendendo un completo nero.

- bella scelta, McLauren. - sentì sussurrarmi all'orecchio.

Un Luke dall'aspetto selvatico mi stava abbracciando da dietro, aderendo perfettamente al mio accappatoio celeste.

- Luke, levati prima che ti faccia diventare sterile. - gli suggerì gentilmente

- acidella, milady? - rise lui sul mio orecchio

- per niente, ma devo andare a scuola a differenza tua. -

- puoi benissimo stare a casa, lo sai? - mi prese in giro lui

- sai perfettamente che non posso, Luke. Ora smettila, rimettiti a letto e dormi o ti tiro veramente qualcosa addosso. - lo minacciai girandomi verso di lui.

La vicinanza tra noi era tale che restammo incantati l'uno dall'altra.

Da quando aveva delle labbra così piene e apparentemente soffici?

la ragazza ribelle|| Letizia VenturiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora