I giorni passarono velocemente, tra scuola, palestra, lupetti e le corse per i quartieri, accompagnata dai lupetti.
Oggi era il giorno dell'incontro, dovevo trovarmi con Justin -così si chiamava- e con il suo team.
Il messaggio diceva "McLauren, fatti trovare al vecchio capannone abbandonato in zona Z.A.I. (NB: zona agricola industriale) alle 18.30. Ti voglio pronta, voglio averti nel mio gruppo."
E così successe.
Alle 17.00 iniziai a prepararmi, con una doccia lampo per sciogliere i muscoli già in tensione.
Uscii rinata dalla doccia, indossando un reggiseno sportivo e le mutande, con sopra un pantaloncino in coppia con il pezzo sopra. Allacciai le scarpe da ginnastica rigorosamente nere come tutto il completo e corsi di sotto prendendo chiavi di casa, zaino con l'occorrente che avevo già messo dentro per la palestra -ovviamente tutto pulito-, aggiungendo fasce elastiche e mettendoci dentro cuffie, pacchetto di gomme da masticare alla menta, chiavi di casa e i guinzagli di Queen e King.
Sì, li avrei portati con me.
Appena questi sentirono il forte rumore provocato dalle catene dei loro guinzagli, si svegliarono di soprassalto e corsero verso di me.
Ululavano continuamente, come per chiedermi di uscire, allora allacciai velocemente ai loro possenti e pelosi colli i guinzagli, mettendoci una giacca di pelle e uscendo di casa con il telefono e le chiavi dell'auto in mano.
Arrivai al mezzo, l'aprii e buttai dietro lo zaino, facendo salire Queen e King nei posti posteriori. Chiusi lo sportello e arrivai al posto guida, avviando il possente motore dell'Audi A6, immettendosi nelle trafficate vie di Los Angeles.
Prevedevo code di macchine e ritardi, perciò chiamai Justin, anche se mancava un po' all'incontro.- Justin? - chiesi, dopo tre squilli
- dimmi, McLauren. Sei pronta? - rispose prontamente
- sissignore, ma c'è parecchio traffico, credo di ritardare. -
- okay, cercherò di prendere tempo, ma tu dai gas, capito? - dettò, dicendomi cosa fare.
- si, ciao- chiusi la telefonata, indispettita dal tono autoritario.
Passati sette minuti in colonna, me ne rimanevano dieci per arrivare al capannone, anche se avevo bel venti minuti di strada da fare, ancora.
Stufa di aspettare, tagliai la strada a tutti rischiando parecchi incidenti, ma arrivando alla mia scorciatoia: una strada sassosa e piena di curve, più lunga ma deserta rispetto al tragitto che dovevo fare con le strade principali.
Accelerai sui sassi, ridendo come una pazza per il ritardo.
Tre minuti all'incontro.
Tredici di strada.Corsi come una matta, portando da 70 a 160km/h il tachimetro, guardando Queen e King dallo specchietto retrovisore che si aggrappavano ai sedili con le lunghe unghie.
I minuti passavano lentamente e mi sembrava di metterci un'eternità.
Con ben dieci minuti di ritardo previsto, arrivai al capannone.
Era a pezzi, sostegni che penzolavano dalle linee guida e rivestimento termico scoperto. Proprio bello, dai.
Parcheggiai con una rumorosa sgommata, spegnendo in velocità l'aiuto, scendo e prendendo lupi e zaino di corsa.
Altrettanto velocemente entrai nell'edificio, dove un tizio decisamente sovrappeso e con una testa talmente pelata che mi ci sarei potuta specchiare, stava facendo il conto alla rovescia per, presumo, la vincita a tavolino del mio avversario.
3..
2..
-uno e sto...- disse l'uomo- non così velocemente, amico. Hai voglia di andare a casa? - chiesi al tipo sul ring.
- eccola! - sentì urlare Justin che mi raggiunse poco dopo.
- bene, possiamo dare inizio alla gara- proclamai io.
Raggiunsi il ring spogliandomi dai lunghi pantaloni della tuta e dalla maglietta, rimanendo in pantaloncini e reggiseno sportivo, mentre Queen e King mi affiancavano ai miei lati, ringhiando.
Ma non ero preparata a vedere lui, come mio sfidante, sul ring.
Ma che cazzo ci aveva lui qua?
E cosa avrebbe detto lui di me?Cazzo, sono nella merda.
E ora?*Spazio autrice*
Scusatemi se è corto, ma è un capitolo un po' così, di passaggio ecco.
Spero vi piaccia, e grazie mille per i +5,45k di letture. Veramente, grazie di cuore ♥
Baci, lety♥
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la ragazza ribelle|| Letizia Venturi
ActionQuando l'odio e la sete di vendetta si incontrano, automaticamente si attraggono. Non possono fare a meno l'uno dell'altra. Lui alimenta lei. Lei alimenta lui. Ma se succedesse lo scontro fatale? Se si creasse come un altro tipo di bomba atomica, ma...