capitolo 25

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Le giornate proseguivano come poche volte succedeva: la mattina la passavo a scuola o in casa con Luke se doveva fare terapia per il polpaccio ferito, poi il pomeriggio andavo in giro con i lupi o nuotavo nella piscina che avevo nella mia abitazione. L'ultima cosa però la facevo di nascosto da Luke.

Dopo tutto quel trambusto ci voleva un po' di tranquillità.

Questa sera avrei portato Soph, Lucas, Luke e i lupetti tremendamente energici sulla spiaggia. Era l'anniversario di morte dei miei genitori e di Emily e volevo stare in compagnia, evitando così di ricordare troppi momenti passati insieme. Meglio ridere dei momenti imbarazzanti in compagnie, che ricordare avvenimenti emozionanti e crogiolarsi nel dolore da soli rischiando di ricordare troppo rendendo difficile l'andare avanti.

Dopo ore di gioco con i miei cuccioli e urla contro Luke che non voleva mangiare la cena, iniziai a prepararmi per andare sulla spiaggia.

Un leggings nero dell'adidas e un top aderente sportivo. Fuori c'era ancora il sole e c'era abbastanza caldo per uscire senza felpa.

Corsi dal biondo che cercava, senza risultati, di mettersi dei bermuda larghi senza alzarsi e quindi farsi male.

- Fermo Luke, t'aiuto io. - dissi avvicinandomi a lui.

- Okay, grazie Ally. - mi sorrise

Dopo averlo aiutato a vestirsi e preso tutto il necessario, come le sue stampelle, i telefoni e le chiavi di casa, uscimmo con i lupetti. Prima di uscire dal cancello della mia proprietà, come mio solito fare, presi una rosa rossa per mamma, una rosa bianca per papà e una rigorosa margherita per Emily. Erano i loro fiori preferiti.

- Luke, vuoi che andiamo in macchina? - domandai

- No, tranquilla. Ce la faccio. - rispose subito, impugnando bene le stampelle che gli avevano fatto venire dolori alle mani per giorni.

Dopo quindici minuti di camminata spensierata e esageratamente rilassante e lenta arrivammo alla stradina dove incontrai Luke per la prima volta.

- Ti ricordi, Luke? - dissi ridendo, guardando quel posto con occhi leggermente diversi.

- Si. - rispose ridendo. - quanto tempo che è passato da quando ci siamo conosciuti... forse anche troppo. - mi prese in giro

- zitto o ti rompo le gambe. - lo guardai male, scoppiando subito dopo a ridere.

- Muoviti cretina, che Sophia e Lucas ci stanno aspettando. - mi spinse giocando, iniziando a prendere la scorciatoia che portava alla mia spiaggia.

Dopo due minuti i miei lupetti saltarono addosso ai due amici che impazienti ci aspettavano.

- ciao ragazzi. - li salutai correndo verso di loro e saltando in braccio a Lucas per salutarlo.

- ciao Ally, ciao Luke. Ciao nanetti! - salutarono i lupetti con la strizzata di guanciotte e la tiratina d'orecchie.

- Vogliamo andare alla Roccia? - sussurrò Soph.

***

- E anche quella volta che Emily, per fare la torta al cioccolato con te, ha sparso tutta la farina e la polvere di cacao per la cucina. La faccia di vostra madre era a dir poco epica. - rise rumorosamente Lucas.

Tutti insieme scoppiammo in una risata senza fine, sdraiandoci sui teli che avevano portato e steso i miei due migliori amici.

I lupetti avevano preso il possesso di quello più grande, travolgendolo e iniziando a giocarci sopra per poi crollare in un sonno pesante alla luce del tramonto.

Le sfumature del cielo creavano una sorta di magia, una stregoneria oserei dire. Ci catturava e ci portava con sé, con la sua poesia e la sua bellezza senza confini. Ci incantava come se avesse voluto che la esplorassimo con la persona che più ci teneva a noi, alla nostra felicità e al nostro sorridenti senza fini, solo per il piacere di farlo, ogni tanto, senza neanche il motivo.

Incantata da quello spettacolo mi girai verso la mia seconda famiglia. Lucas e Soph erano abbracciati l'uno all'altra e si sorridevano a vicenda. Quei sorrisi dai uno ai mille significati.

Girai ancora la testa e vidi Luke che mi osservava e vedendomi con lo sguardo sul suo si avvicinò a me.

- non guardi il tramonto? - sussurrai, appoggiandomi sulla sua spalla mentre mi cingeva il fianco con il muscoloso braccio.

- guardo qualcosa di più bello- disse osservandomi

- cos'altro c'è di più bello di uno splendido tramonto sulla spiaggia? - lo guardai interrogativa quasi come se fosse un pazzo.

- tu. - sorrise lui, avvicinandosi a me e appoggiando la sua mano libera sul mio viso.

In pochi istanti le sue labbra erano sulle mie e milioni di brividi mi attraversarono il corpo, dalla punta del piede a quella dei capelli. Non capii più niente, anzi, una cosa sì: mi piaceva tremendamente tanto la sensazione delle sue labbra dolcemente pressate sulle mie. Eravamo l'unione del bene maligno.


*spazio autrice*

scusate l'assenza, ma ho avuto delle difficoltà tecniche, oppure un blocco.

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sono felicissima.♥♥♥

baci, lety♥

la ragazza ribelle|| Letizia VenturiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora