capitolo 33

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per favore potreste andare a leggere il libro della mia amica  AnnetteGutierrez  di nome "Rescue Me"? ci terrei davvero molto. e boh, grazie ai due santi che hanno letto questa parte. baci ,lety♥.

buona lettura.

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Velocemente richiusi la porta d'entrata con forza facendo scattare ogni tipo di serratura di sicurezza.

Con agilità spostai il mobile accanto alla porta, un pesante comodino dove appoggiavo le chiavi di casa e delle macchine. Una volta che riuscì a portarlo all'obbiettivo, la bloccai con esso.

Ora non sarebbero riusciti ad aprire la porta.

Che ci faceva a casa mia la gang che aveva sparato a Luke?

- okay belli, ora voi andate su che devo risolvere una cosa con quei ragazzi. Fate i bravi e ascoltatemi, per favore. - parlai loro a bassa voce

Lentamente e con passo insicuro andarono verso il secondo piano, mentre io misi in sicurezza le finestre anti-proiettile. Ogni serratura presente in casa mia era scattata, evitando la probabile entrata di individui dall'aspetto poco curato.

Tornai alla porta d'entrata, lentamente. Guardai dallo spioncino e la gang era sparita. Per esperienza, posso dire che di certo non avevano abbandonato il campo di battaglia.

Salì le scale per andare dai lupi, volevo controllare che stessero bene e non avessero fatto qualche macello.

A metà scala sentì dei lamenti.

In uno scatto raggiunsi la fonte del suono, ovvero la camera degli ospiti.

Cercai di aprire la porta della stanza, senza avere successo. Era chiusa a chiave.

- che diavolo sta succedendo? - dissi ad alta voce.

- te lo spiego io, cara McLauren. In sintesi, i tuoi lupi sono rinchiusi in questa stanza e tu sei sotto tiro. Bang! - detto ciò, iniziò a ridere istericamente.

- cosa volete? Sapete benissimo che posso ammazzarvi da un momento all'altro. - dissi sfoderando la mia glock che per tutta la durata di questa conversazione avevo tenuto coperta dalla mano, aiutandomi con la maglietta.

- abbassa l'arma, baby. Ho quattro uomini che ti stanno mirando, adesso. Che belli questi laser rossi sul tuo cranio. Molto allettanti, devo dire- mi accarezzò la guancia.

Con agilità felina spostai la sua mano dalla mia faccia, sparandogli al ginocchio.

- non mi interessa, tanto ormai non ha senso continuare a lottare con te. Vinco sempre io, ricordalo. -

Pochi istanti dopo urlai per un dolore lancinante.

Abbassai lo sguardo e vidi del sangue scorrermi dal polpaccio fino al pavimento. Mi avevano sparato nello stesso punto di Luke. Forse era la loro firma.

Perché tutto somiglia a lui?

Perché è tutto così uguale, come un riavvolgimento del nastro?

Perché anche questa merda mi ricorda lui?

Nella mia mente apparve un flashback dei nostri momenti insieme, da quelli belli come quello del magnifico bacio, a quelli meno, come il nostro primo incontro e il secondo e il terzo... insomma, tutti i nostri alti e bassi.

Il dolore venne soffocato dal sentimento, dalla distrazione che Luke mi stava portando.

- e con questo? - dissi sorridendo, alzandomi in piedi tenendomi al mobile in mogano scuro che usavo per metterci l'intimo e i pigiami.

la ragazza ribelle|| Letizia VenturiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora