capitolo 38

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Ritornare in quel posto mi fece tornare in mente brutti ricordi, dal sequestro, al fatto che fossi lì per Luke, quell'incredibile essere vivente che aveva deciso di dare una piega diversa alla sua vita, mettendola in gioco con una stupida gang americana, ma niente di che, solo la più pericolosa.

Ore 1.37 a.m., io, macchina, cannocchiale, panino al salame.

Andavo avanti così da ore, volevo assicurarmi che il biondino fosse lì prima di entrare, giusto per evitare malintesi ed esserne totalmente sicura.

Stavo scarabocchiando un quaderno annoiata, quando sentii degli strani rumori provenienti dalla struttura, come se fosse caduto un grosso pezzo di metallo o qualcosa di simile che creò un grosso frastuono.

Delle urla e altrettanti rumori susseguirono al boato.

Velocemente scesi dalla macchina impugnando due pistole: una la infilai nell'elastico dei pantaloni, dietro la schiena, mentre con l'altra mi facevo da scudo, puntandola in ogni direzione prima di addentrarmi nel bosco.

Alcuni minuti dopo arrivai alla mia tanto odiata prigione, quel maledetto edificio.

Corsi verso l'uscita d'emergenza, cercando di trovare la zona del nascondiglio, assolutamente sicura che l'avessero cambiata. Tornai al luogo dove mi avevano rinchiusa, quella maledetta cella. La aprii, trovandoci dentro il tipo che mi aveva portata in bagno, morto. Evidentemente non avevano apprezzato la mia fuga e se l'erano presa con lui.

Richiusi la porta blindata e continuai a camminare per il corridoio, puntando la pistola in qualsiasi direzione. Avevo paura, sì. Ma non per me, bensì per Luke. E se fossi arrivata troppo tardi? E se l'avessero già ucciso? E se, con le loro torture, l'avessero portato in fin di vita e io, arrivando comunque in tempo, non riuscissi a curarlo per qualcosa che andava oltre le mie poche conoscenze mediche?

I dubbi e le paure mi assillavano, distraendomi dalla realtà e portandomi in un mondo parallelo.

Un luogo buio, con un brutto odore e ovviamente sporco mi risvegliò dai miei pensieri.

- Nulla di insolito- pensai.

Girai su me stessa per guardare la stanza, ammirando le ragnatele e angoli con la muffa alle pareti.

Un posto che metteva un'allegria unica, veramente.

Tutto d'un tratto le luci si accesero, dandomi fastidio agli occhi.

- ma guarda chi abbiamo l'onore di riavere qui- disse qualcuno.

Velocemente mi girai, trovandomi davanti tre uomini armati molto più di me.

- Ragazzi, da illuminati siete proprio brutti da vedere, più di quello che ricordassi. Spegni, va- scherzai, ritrovandomi tre pistole contro, senza più sicura.

- ora vieni con noi- uno dei tre barbari mi afferrò il braccio, strattonandomi verso un corridoio che per colpa del buio, sembrava essere infinito.

- niente sorprese, ragazzi. Ne ho avute abbastanza in questi giorni. -

- vieni mocciosa, muoviti. Ti mostro una persona che avrai piacere di ritrovare ancora abbastanza intera, anche se per poco. - rise il capo del gruppo.

Mi spinsero all'interno di un'altra stanza con porta blindata, lasciando alla mia vista un corpo inerme sul pavimento.

Corsi verso di lui, sollevandogli il viso e sussurrando velocemente parole confuse per svegliarlo.

- Luke, ti prego svegliati- dissi sottovoce.

- piccola- aprì un occhio a fatica, gemendo per il dolore nel respirare.

- che ti hanno fatto, Luke?!- il panico si impossessò di me, facendomi girare di scatto verso le bestie, tirando fuori la pistola che poco prima avevo nascosto velocemente.

- mettila via, mocciosa. – dissero in due, contemporaneamente.

"era quello che volevano loro: che m'arrendessi. Glielo leggevo negli occhi, nei sorrisi quando credevano che non guardassi. Ma no, non intendevo dargliela vinta"

- non ci penso proprio. – li sfidai, mettendovi davanti a Luke, proteggendolo. - anzi, facciamo un patto: mettiamo tutti giù le armi, io sto qualche minuto con Luke, poi me ne andrò e in cambio non uccido nessuno di voi. Sapete benissimo che potrei farlo anche ora, ci metterei un attimo- sorrisi.

- okay, va bene. Ora abbassala, lentamente. Via il dito dal grilletto. - disse il capo, scandendo le parole.

Abbassai la pistola portandola affianco all'altra, nell'elastico dei pantaloni.

- ora andatevene. Ah, vorrei dell'acqua potabile, grazie – dissi decisa nel volerli fuori dai piedi.

Con passo svelto ci portarono l'acqua se ne andarono, dandoci un tempo di cinque minuti per "stare insieme". Come facevamo ad organizzare una fuga in così poco tempo?

- Luke, ti ho portato una cosa. – dissi tirandolo su, appoggiandolo con la schiena al muro. Presi dalla tasca delle barrette energizzanti e una piccola ulta calorica ciambellina, portandogli il cibo alla bocca che gradì subito.

- tu sì che sai come farmi felice, Ally- rise lui, gemendo poi per il dolore.

- riposati due minuti, poi partiamo. - gli accarezzai il viso, andando verso la porta aperta sorvegliata da un omone.

- scusa, mi porteresti dell'altra acqua, per favore? – chiesi gentilmente.

- no- rispose serio.

- ma te l'ho chiesto anche gentilmente, sei cattivo- misi il broncio.

- ho ordini precisi, non devo lasciarvi soli-

- okay, va bene. - lui mi guardò stranamente, come se fosse successo qualcosa di inimmaginabile.

- va bene? - domandò lui

- si, va bene. Tanto ci lascerai comunque. -dissi tirai fuori la pistola premendo il grilletto, sparandogli alla fronte senza dargli il tempo di reagire.

- ci sei, Luke? - guardai dentro la stanza, vedendo il biondo leccarsi le dita e bere l'acqua.

- eccomi, ora sto molto meglio- si alzò in piedi

- perfetto, tieni questa- gli passai la mia seconda pistola.

- piccola, sei sicura di quello che stai per fare? Non voglio perderti... - mi confessò guardandomi negli occhi.

- non succederà, stai tranquillo biondo. Ora sei pronto? - annuì con il capo- bene, andiamo- sussurrai prendendo un grande respiro.

*spazio autrice*

lo so, chiedo perdono per non aver pubblicato due settimane fa, ma il capitolo era da fare anche se credevo di averlo finito ed ero piena di impegni con la scuola. tra l'altro credevo di finire in due capitoli, ma sto dilungando per non smettere di scrivere questa storia a cui mi sono affezionata fin troppo. credo di arrivare al capitolo 39, MASSIMO 40 se voglio fare l'antipatica e spezzare a metà l'ultimo capitolo.

credito per la frase "era quello che volevano loro: che m'arrendessi. Glielo leggevo negli occhi, nei sorrisi quando credevano che non guardassi. Ma no, non intendevo dargliela vinta" a @ineedyoutosurvive e tratta dal suo libro "frasi tumblr".

solite domandine:

1) come state?

2) cosa vi è piaciuto?

3) cosa no?

4) ci sono orrori?

5) cosa succederà nel prossimo capitolo?

6) nome per la loro ship? (Ally e Luke)

7) se avete domande, fatemele pure, risponderò qui

PER CAPITOLO 39: 50 stelline e 120 commenti

non so che altro dire e niente, vi voglio bene

baci, lety♥

la ragazza ribelle|| Letizia VenturiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora