Italia, 13 marzo
Chi mai l'avrebbe detto? O anche solo pensato? Un giorno sei la classica secchiona bionda di quinta superiore, snobbata da tutti per via degli occhiali fuori moda da portare solo per leggere ma che per comodità porti sempre ed il guardaroba pieno di maglie dalla taglia assurda; e qualche mese dopo sei ritenuta la ragazza più bella ed irragiungibile della scuola. Tutti ti vogliono come amica, tanti ti vogliono portare a letto, nessuno vuole avere problemi con te. Mai avrei pensato una cosa simile. Penso nessuno l'avrebbe nemmeno mai ipotizzato. E devo dare tutto il merito a mia sorella Annabeth. Da quando se n'è andata la bomba della scuola, hanno voluto sostituirla con la più piccola della famiglia - me. Dalla pressione non ho retto ed ecco cosa sono diventata: una ragazza tutta apparenza con un guscio di stronzaggine allo stato puro. Non so più nemmeno come descrivermi di carattere.
-"Callipso!" mi chiamano in coro Emma e Carlos - i miei migliori amici nonché compagni di classe - dalla porta della scuola.
Li raggiungo sorridente nei miei jeans strappati e camicia a quadri rossa. Ho sempre adorato questa abbinata street.
-"Wow, sei una bomba oggi." commenta Emma.
-"Giusta per l'occasione." afferma ridendo Carlos seguito dall'altra ragazza.
-"Che occasione?" chiedo, non capendo, mentre ci avviamo verso la nostra aula, tra i corridoi.
-"Oggi la Porta e Gontricelli ci presentano il nuovo progetto." sghignazza Carlos "E questa volta non è facoltativo."
-"Oddio, scherzi?!" mi porto una mano alla fronte in segno di resa. Cristo: un altro progetto no!
Giuliana Porta e Marco Gontricelli sono rispettivamente la professoressa di lettere ed un signore che prepara progetti partendo da idee assurde per aumentare la socialità della nostra classe: la 5E.
I miei due amici ridono della mia reazione e io li guardo male, lasciandomi però scappare un sorriso.
Emma Rossi la conosco dall'asilo: siamo sempre state assieme e probabilmente lo staremo per sempre dato che entrambe vogliamo andare alla stessa università di architettura.
Carlos Pena, invece, è un ragazzo americano con origini ispaniche che assieme ad altri quattro ragazzi è arrivato per un progetto interculturale che prevede la frequentazione di un anno di scuola superiore - la quinta in questo caso - in Italia. Parla un italiano pressoché perfetto tranne per qualche parola. Ovviamente gli altri sono in altre classi.
Raggiungiamo la nostra aula al secondo piano e mi siedo come sempre ormai in fondo alla classe nei banchi da tre con a destra Emma e a sinistra Los.
Mi raggiunge Lorella, quella a cui ho soffiato il posto di gnocca della classe.
-"Nessuna notizia di tua sorella?" chiede con il suo modo di fare assurdamente finto e fastidioso.
-"No, è scomparsa due settimane fa. Ma se la vedo te la chiamo per una lezione sull'essere una bella persona." sorrido cattiva. Adoro questa parte di me. I miei due migliori amici sghignazzano.
-"Molto divertente Ubert. Sicura di non averla fatta sparire tu, comunque? Da quanto è magicamente scomparsa tu sei al centro dell'attenzione e della popolarità. Una domandina ce la stiamo facendo." sorride lei, convinta di avermi come rasa al suolo.
-"Uh certo! Perchè ovviamente mi diverto a nascondere mia sorella nella tasca della mia camicia... Aspetta che la trovo..." guardo in tasca per poi rialzare gli occhi verso la bionda finta davanti a me "Ah no, c'è solo un vaffanculo." sorrido e mi chino poi verso il mio zaino per estrarre l'astuccio giusto in tempo perchè la campanella suoni e costringa Lorella ad andarsene furibonda verso i primi banchi.
La Porta entra con al seguito Gontricelli e tutti li salutiamo più o meno felici di un nuovo progetto.
-"Buongiorno ragazzi!" esclama tutto contento Gont "Questo progetto vi piacerà tantissimo, tant'è che l'abbiamo reso obbligatorio!"
-"Ye!" esulta sarcastica Emma.
-"E' all'insegna della Pasqua che si sta avvicinando e la vostra perenne paura di fare brutte figure. Per questo, per combattere questa fobia, dovrete lasciare entrare l'imbarazzo in voi!" spiega la Porta.
-"Cosa vanno blaterando?!" mi sussurra Carlos, completamente esterrefatto - come tutti, del resto.
-"Ebbene avrete con voi un piccolo uovo di pasqua che abbiamo già recuperato e lo porterete ovunque andrete. Appena farete quella che voi comunemente ritenete una figura di merda, dovrete consegnare l'ovetto alla fortunata persona che vi ha messi in imbarazzo! Avete tempo fino al prossimo incontro ossia domani: sappiamo infatti che voi adolescenti e le figuracce andate a braccetto!" sorride Gont tutto contento verso le venti espressioni di pietrificato orrore rivolte verso di lui.
-"Bene, recuperate il vostro uovo di pasqua!" annuncia contenta la Porta.
Tutta la classe, in fila più o meno ordinata prende tra le mani l'uovo di cioccolato grande come un pugno tutto avvolto in carta lucente rossa.
-"Ovvio" mi soffia Emma sull'orecchio "Rosso come il colore della nostra faccia quando dovremmo fare questa cagata."
-"Signorina Rossi! Cosa sta dicendo?!" la richiama la Porta.
-"Nulla prof., stavo solo constatando che se consegniamo questo uovo a qualcuno con cui abbiamo fatto una figuraccia... sarà solo peggio!"
-"E appunto!" interviene Gontricelli "Così quando farete un'altra brutta figura in seguito non proverete tanto imbarazzo dato che ricorderete questa! Ah, quasi dimenticavo." dice richiamando l'attenzione della classe "Domani, al prossimo incontro, dovrete portare qui in classe colui o colei con cui avete fatto la brutta figura e raccontare l'esperienza alla classe!"
***
Le due ore di preparazione al progetto sono state alcune tra le più lunghe della mia vita. E' orrendo. Il progetto, l'idea... Tutto!
Sospiro, arresa. Anche le ore di informatica e disegno tecnico sono finite e non sono riuscita a rilassare la mente abbastanza da trovare un modo per sviare l'abominio di progetto che ci hanno rifilato. La campanella suona: Carlos ed Emma si dirigono verso l'uscita della scuola e mi rendo conto di aver perso la mia penna preferita.
Sará in laboratorio Auto-CAD.
Mi dirigo quindi pensierosa verso il terzo piano. Al primo piano attraverso il corridoio degli armadietti guardando dentro l'astuccio per cercare se la penna perduta è al suo interno.
Un attimo, e tutto finisce per terra: l'astuccio, il suo contenuto e me.
Alzo gli occhi lentamente, tentando di rimettermi in posizione eretta. I miei occhi scorgono un ragazzo... e che ragazzo. Capelli scuri tirati all'indietro con il gel a mo' di sono intelligente e meglio di voi, viso dalla forma quasi rettangolare con un accenno di barba ispida sul mento. Due occhi color caramello mi scrutano.
-"Ciao." dice lui e mi sorride, mostrando un paio di fossette "Sono Logan."
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Choco
FanfictionLa vita di Callipso è un continuo disastro: i voti che peggiorano, la sorella che fugge da casa, il fidanzato ipergeloso che la tradisce con la peggior ragazza possibile ed una vita sociale che si limita a libri ed internet. Senza parlare degli inut...