37 ; Callipso

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Ultimo lunedì in Italia.

Mamma e papá oggi verranno con me a scuola per comunicare alla dirigente il cambio di scuola dalla quinta superiore italiana al primo anno all'Art Institute of Dallas.

Ovviamente cosa farò? Il Bachelor of Fine Arts in Media Arts & Animation. Una specie di 'laurea breve' italiana particolarmente inerente alla recitazione.

Questa notte ci ho pensato: forse effettivamente è meglio andare negli States in quanto in questa scuola sto prendendo una fila di insufficenze davvero interminabili e rischiavo di non essere ammessa all'esame di Stato. Decisamente molto meglio.

All'uscita di casa trovo Emma abbracciata a James, affiancato da Carlos.

-"Callipso..." mugugna lei nel pianto, correndomi incontro ed abbracciandomi.

-"Avete giá saputo, eh?" sdrammatizzo io, ridacchiando.

-"Sì. Tua mamma ha avvisato la mia." piagnucola Emma attaccata come una sanguisuga al mio petto.

-"Emh, James. Me la stacchi?" ridacchio io, mentre lui la prende tra le braccia e la stringe a se' "Avete giá detto..."

-"A Logan?" mi prevede Carlos "No, immaginavamo potessi volerglielo dire tu di persona." annuisco.

-"Dovete però tenerlo distante dall'auditorium dato che oggi dovrò dire addio alla mia materia preferita."

-"Tranquilla, oggi non siamo in auditorium. Ma la tua materia preferita... Beh, è il progetto?" ride di gusto James.

-"Sì. E non sto scherzando. A Dallas farò recitazione." sorrido.

-"Wow." ammette sorpresa Emma, staccandosi dato che finalmente la sua crisi depressiva non-permanente è finita "Ma come faremo senza di te?"

-"Farai." dico io "Soprattutto dato che James potrá scegliere una persona da portare con se' in America per lo scambio culturale."

-"Cazzo, le hai rovinato la sorpresa per il compleanno!" esclama James.

-"Certo, soprsttutto perchè il sette febbraio sará ancora in Italia." alzo gli occhi al cielo "Il progetto inizia a metá agosto." ridacchio io.

-"Oh. Giusto." constata James, passandosi una mano tra i capelli lucenti.

-"Andiamo?" chiedo, non vedendo giá più i miei genitori, spariti verso l'edificio scolastico.

Gli altri annuiscono ed andiamo a scuola.

***

La campanella suona ed io mi dirigo affiancata da James e Los verso l'auditorium.

-"Noi siamo nella stanza qui davanti." comunica il mio migliore amico indicandomi una porta, per poi salutarmi ed entrarci con Maslow.

Io intanto entro nel luogo dove posso essere una ragazza pienamente felice.

-"Buongiorno ragazzi!" saluta Spalli "Avete ripassato le vostre scene?"

Tutti annuiscono convinti.

-"Bene, perchè comunque oggi non le reciterete. La preside qualche istante fa mi ha comunicato una spiacevolissima notizia: la nostra cara Beatrice Prior, ossia Callipso Sarah, ci lascerá per andare in America, Texas."

E da lì partono i bisbigli mentre divengo particolarmente rossa dall'imbarazzo.

-"Come mai?" chiedono alcune voci particolarmente insistenti.

-"Motivi familiari, e comunque penso siano affari suoi." sorride benevolo il professore "Ebbene, cara Callipso Sarah, ti chiediamo di recitare le ultime due pagine del copione."

-"Ma è ruolo di Tobias... Tris è morta." sottolineo.

-"Esatto. Ma è vero o no che tu andrai all'istituto di arte di Dallas e farai recitazione?"

-"Sì." confermo.

-"Ebbene, avrai un sacco di personaggi da interpretare. Un uomo in preda ad una grave perdita è complesso ed è per questo che so ci riuscirai." mi sorride e mi pone la solita domanda "Per l'ultima volta, Callipso, qual'è il tuo motto?"

-"Tris è andata nel Laboratorio Armamenti al posto di Caleb. Ed è ovvio che lo farebbe." sorrido, andando al mio posto e leggendo per la prima volta le battute che non mi competono.

Queste ultime due pagine riassumono alcuini tra ultimi capitoli in cui Tobias ragiona su quella relazione assurda - forse anche malsana - che ha avuto con Beatrice. Sono il capitolo cinquantadue ed il cinquantatrè, da quant'è scritto qui: sono una brava fangirl, ma i capitoli a memoria ammetto di non saperli. Tutto ciò che nel libro originale è narrato e non detto, io dovrò dirlo.

Io sono Tobias Quattro Eaton.

Ho solo quattro paure, ed amavo Tris alla follia. Sono stato maltrattato dal padre, eppure sono ancora qui. Ma col cuore spezzato perchè colei che mi ha amato mi ha abbandonata.

Ed è allora, finalmente entrata in Tobias, che inizio a parlare.

-"Quando il suo corpo rimbalzò per primo sulla rete... Tutto quello che fui in grado di vedere fu una macchia grigia." ridacchio amara come sono certa farebbe lui "La aiutai a districarsi dalla rete, sentii la sua mano piccola ma calda. Un attimo dopo lei era davanti a me: bassa, minuta, semplice ed ordinaria sotto tutti i punti di vista." cammino avanti ed indietro, come tormentata dallo spirito dei suoi ricordi "Tranne per il fatto che era stata la prima a saltare. La Rigida era saltata per prima. Nemmeno io ero saltato per primo!" ridacchio ancora, passandomi una mano tra i capelli come se ce li avessi corti come i suoi "Aveva gli occhi così seri, così risoluti." guardo oltre il pubblico "Bellissimi. Ma non è stata quella la prima volta che l'ho vista." dico, tornando poi a camminare agitata avanti ed indietro "L'avevo giá vista nei corridoi a scuola, poi al finto funerale di mia madre." mi fermo un attimo, sospirando per poi riprendere il mio moto "L'avevo vista camminare per i marciapiedi del quartiere degli Abneganti. L'avevo vista, ma non la vedevo veramente. Nessuno l'ha mai vista com'era per davvero fino a quel salto." mi siedo su una seggiola di legno, posta a caso sul palco e mi prendo la testa tra le mani, distrutta dal dolore.

Lancio un'occhiata veloce al copione per vedere se la frase più straziante di sempre fosse intatta in questo canovaccio. Accertatami di ciò, lancio il piccolo cumulo di fogli lontano da me mentre la tristezza si avvale di me facendomi venire gli occhi lucidi.

Convoglio ogni mia emozione triste: l'idea del trasferimento, di abbandonare tutto, i pianti che ho fatto per quel dannato libro, la settimana in cui mi sono vestita interamente di nero per rendere onore a Beatrice Prior.

Ero una stupida ragazza, sì. Ma nulla mi travolse nel turbine dello strazio come quella frase.

-"Immagino che una fiamma che brucia con tanta intensitá non sia destinata a durare."

Ed i miei compagni di corso si alzano in piedi, applaudendo, mentre il professore mi guarda orgoglioso annuendo da dietro i suoi occhiali.

Ebbene, avevo concluso un mio percorso con quella frase.

Ma giuro che mai avrei pensato di doverne concludere un altro, forse addirittura più importante, facendo riferimento alle stesse righe che la Roth, alleata col destino, aveva deciso di scrivere tra le mie stelle.

--CAN U SMILE JUST A SECOND?🌸

Ebbene, ho finito di scrivere il libro. Cioè, non pensate male..😂 non è questo il finale. Ci sono altri quattro capitoli oltre a questo in serbo per voi, compreso un Epilogo che mi ha fatto lacrimare parecchio. Ho AMATO scrivere questo capitolo, davvero. 😍 E sono davvero felice di essere riuscita ad inserire con successo delle parti di Divergent in quest'opera. Nell'epilogo capirete meglio il perchè di questa mia frase. Non volevate a rimanere a bocca asciutta prima? Bene, ora siete ancora più assetati dopo questa parte decentrata dall'ordinario flusso di pensieri di Callipso blbl. Buona cena💕 GRAZIE PER I 1,26 K SIETE MAGICI!

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