6 ; Callipso

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-"Andrea!" urlo a pieni polmoni mentre le lacrime iniziano a solcarmi il viso, raggiungendo con passo veloce ed incazzato l'allegra coppietta "Che cazzo succede?" urlo.

I due si staccano di colpo, volto la testa e vedo Carlos ed Emma guardare la scena allibiti, per poi fissarsi tra loro ed osservare il pavimento, evidentemente colpevoli.

Logan invece è pietrificato dove l'avevo lasciato.

-"Ciao amore!" mi saluta Andrea, avvicinandosi.

Faccio un passo indietro, disgustata.

-"Amore? Lasciami in pace pezzo di merda!" urlo mentre le lacrime accorrono veloci alla mia causa.

-"Ma cosa... cosa dici!" dice lui, fingendo di essere tranquillo.

-"Vi ho visti baciarvi! Non sono stupida. Ora capisco cosa volevano dirmi, perchè non sarei dovuta venire! In Finlandia potevi avere contatti con chiunque ma non me l'hai detto perchè non mi volevi!"

-"Ma si che ti voglio!"

-"Come giocattolo sessuale, certo!" grido, iniziando a singhiozzare.

-"Calli, ti amo. Fidati."

-"Vaffanculo. Tieniti la tua troietta finta."

-"Cazzo vuoi?" ringhia Lorella "Ti ho rubato la caramella? Hai l'orgoglio ferito?" ridacchia, prendendo sotto braccio Andrea "Mi fai solo pena. Davvero pensavi che qualcuno ti volesse? Idiota."

-"Ti odio Scollo. Ti odio con tutto il mio cuore. Sei l'essere più infame della Terra. Meriti di morire. Ora. Assieme alla puttana qua." sputo acida.

Mi volto ed a passi veloci esco dall'aereoporto, seguita da tutti gli altri in rigoroso silenzio - quasi religioso.

Appena entro in macchina, nel sedile posteriore destro, inizio a piangere distrutta.

-"Noi volevamo dirtelo... Non volevamo farti stare male però..." mi sussurra Emma dal sedile del passeggero.

-"Sh, lasciala sfogarsi. Neanche io riconosco più Andrea." la blocca Carlos che si mette alla guida.

Logan, nel suo silenzio, è seduto accanto a me e con un gesto delicato afferra il mio viso rigato di lacrime e lo appoggia sulla sua spalla destra.

In preda al panico affondo gli occhi sporchi di trucco sulla sua felpa bordeaux e afferro il tessuto con le mani, piangendo disperata.

È a quel punto che Logan inizia a coccolarmi i capelli biondi con un fare quasi materno.

Quando siamo poco distanti da scuola Carlos accosta su una piazzola di sosta.

-"Cosa facciamo?" chiede, voltandosi verso me e Logan "Non è nello stato di tornare a scuola."

-"Nemmeno di andare a casa dei suoi. Scoppierebbe l'inferno." constata Emma.

-"Noi dobbiamo tornare a scuola per forza però. Anche solo per avvisare che l'è successo."

-"Ci penso io a Callipso" dice Logan, facendo vibrare la spalla che mi regala delle piacevoli scosse "La porto a casa mia che è libera, le preparo qualcosa."

-"Ok. Hai la macchina nel parcheggio, no?" chiede Carlos al compagno.

-"Yep. Non preoccupatevi."

***

Il parcheggio si sta sfollando: la pausa pranzo sta per finire. Logan però per farmi passare inosservata nel tragitto tra il pickup nero di Carlos e la sua BMW bianca, mi presta la sua felpa con cappuccio da indossare. Quando mi premo il tessuto sul corpo seminudo mi accorgo di quanto devo aver pianto: la manica destra dalla spalla al gomito è fradicia. E probabilmente anche sporca di mascara.

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