36 ; Callipso

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Un giorno come gli altri, dicevano. Una semplice domenica sera di maggio come altre mille, dicevano. Non può succedere nulla che potrebbe cambiare la tua vita, dicevano.

Ed invece no, si sbagliavano: quella domenica sera sarà ricordata come i dieci minuti che mi distruggeranno quella poca - o nulla - stabilità che la mia vita aveva duramente guadagnato.

-"Callipso, siamo a casa!" annuncia mia madre, entrando dalla porta con due valigie in mano, seguita da mia padre.

Ovviamente non mi avevano avvisata indipercui ovviamente in casa sembrava essere appena passato un uragano.

Ed uno tsunami.

Ed un terremoto.

Magnitudo diecimila.

Mi sto lavando i denti nel bagno al piano inferiore: sono appena tornata dall'uscita con Logan e lui ha detto che domenica prossima deve dirmi e mostrarmi qualcosa di importante. Ammetto di non riuscire ad aspettare.

Sputo velocemente il dentifricio e sciacquo lo spazzolino prima di fiondarmi nel salotto.

-"Emh, ciao mamma! Papá..." sorrido mentre mi guardano con occhi sbarrati.

-"Non diciamo nulla semplicemente perchè ti conosciamo..." alza gli occhi al cielo il mio genitore maschile.

-"Grazie." ridacchio "Cosa ci fate a casa?" chiedo.

-"Siamo qui per darti una notizia importante. Anzi, tante notizie importanti." sorride mia madre.

-"Anna sta meglio?" chiedo, su di giri.

-"Siediti, saranno cose un po' traumatiche..." ridacchia mio padre.

Faccio come mi hanno chiesto, portando i gomiti sul tavolo in vetro e battendo i piedi a terra a ritmo del pezzo di canzone che poco prima Logan mi aveva gentilmente canticchiato, dopo avermi nuovamente sgridata per la mia nulla educazione nell'essermi auto-mandata i suoi pezzi.

-"Annabeth sta meglio. La sua schiena si sta riprendendo." mi comunica mio padre, mentre io mi alzo in piedi presa da uno spasmo di felicitá acu "Lentamente, molto più lentamente del normale, ma il suo corpo sta reagendo." specifica, mentre uno stupidissimo sorriso nasce sul mio viso.

Sarà anche poco, ma ma è meglio di nulla: non immagino la faccia di Dus quando lo saprá!

-"Per questo dovranno spedirla in una clinica specializzata, anche in previsione del suo risveglio e della sua riabilitazione." dice mia madre, fissando le mie reazioni.

Spedirla? Clinica specializzata?!

-"E dov'è?" chiedo.

-"Dallas. Texas. USA." mi comunica mamma, fissando quindi il pavimento.

No. No, no, no. Non vorranno portarci anche me?

-"Ci andrá..."

-"No." mi prevede mio padre prima che dica una grande cattiveria "Andremo tutti. È gia deciso."

No, non può essere vero. No. Io... Qui... No.

Mi risiedo sulla sedia con un tonfo, sguardo fisso sulla finestra.

-"Partiamo domenica sera da Venezia. Scalo a Parigi e dritti fino a New York. Da lì raggiugeremo il Texas. Per questo siamo tornati: dobbiamo impacchettare tutto. Tu compresa." dice mia madre, senza guardarmi negli occhi.

Ma io non ascolto: sono troppo occupata ad interiorizzare tutto quello che stanno dicendo.

-"È uno scherzo?" chiedo, ridacchiando agitata "Il primo aprile è giá passato!"

Nessuna risposta, entrambi guardano altrove.

-"È uno scherzo, vero?!" chiedo di nuovo, buttando la sedia su cui ero seduta per terra "È UN FOTTUTISSIMO SCHERZO, PORCA PUTTANA?!"

-"Callipso, modera i termini." mi rimprovera mia madre senza davvero volerlo "Vedila così: potrai iniziare da zero, in un college di tua scelta e noi non potremmo impedirti niente. Ti farai una nuova vita." sorride, dispiaciuta.

-"Vi rendete conto di quello che devo passare io, cazzo?!" inizio a camminare avanti ed indietro con le lacrime che si fanno spazio nei miei occhi "Qui ho tutta la mia vita! I miei migliori amici, qualcosa di molto simile ad un ragazzo, una scuola, un fottutissimo futuro!" urlo, prendendo in mano il portapenne di latta e buttandolo a terra, frustrata "Cosa posso fare a Dallas?! Sentiamo! Che milioni di possibilitá ho io in uno stato che non ho mai visto?! Nemmeno su una cartina, cazzo! Io odio la geografia! Solo per... Per Annabeth. Mi va bene, mi va benissimo che lei riceva tutte le cure che si merita. Ma perchè per una cazzata che ha fatto lei devo rimetterci io?!"

Inizio a piangere e corro in camera mia, sbattendo la porta.

Fanculo vita.

Prendo uno scatolone che non so per quale motivo avevo dietro la porta ed inizio a metterci dentro i miei libri, lasciando da parte Allegiant - il terzo della saga di Divergent - e Le Cronache di Shannara, un libro che sto leggendo.

La Fazione prima del sangue.

Mi ripeto mentalmente fino alla fine del riempimento dello scatolone.

La mia Fazione è ora a Dallas. Tutto viene dopo la mia Fazione. Compresi gli amici.

Tu sei Tris. Tris è una Divergente, non può essere controllata. Tris è forte.

Dovrò lasciare tutto indietro. Ed è quello che farò.

Mi asciugo le lacrime con la manica e chiudo lo scatolone.

Lo prendo e scendo in cucina: i miei genitori sono ancora come li avevo lasciati.

Poso la scatola vicino alla porta d'ingresso.

-"Ripetetemi quando si parte." dico, sorridendo con gli occhi ancora lucidi.

Mi guardano anche loro sull'orlo del pianto ed aprono le braccia. Mi ci fiondo in mezzo lasciandomi cullare dal loro abbraccio.

-"Scusatemi per prima. Ho esagerato."

-"No tesoro." dice mia madre, lasciandomi un bacio tra i capelli "Sapevamo che sarebbe stata una cosa difficile da interiorizzare. Come sapevamo che tu l'avresti affrontata al meglio."

Mio padre sorride e da lì è deciso: la famiglia Ubert si trasferirà a Dallas.

Non so quando lo dirò ai miei amici, fatto sta che ho paura.

Ricominciare tutto da zero, lasciare qui la ragazza che mi ha aiutata a crescere, lasciare qui il ragazzo che mi ha rapito il cuore...

Preferisco non pensarci. Sarà un problema domenica, quando dovrò dire la verità a colui quanto più vicino all'essere l'amore della mia vita.

--CAN U SMILE JUST A SECOND?🌸

Ho amato scrivere questo capitolo, devo essere sincera hihi. Quanti traumattizzati? 😂 Callipso con la sua famiglia si trasferirá negli States. Ma prima.. *SPOILER CENSURATI😏😏* Buona serata! 💕 PS: sì, amo lasciarvi con l'amaro in bocca ed il fiato sospeso!

ChocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora