16 - Non Scappare

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"Devo essere sincero, non mi aspettavo di vederti... E la cosa mi ha un po' spiazzato... Ammetto che mi fa paura ammettere che mi sei mancata...ammetto che non è finita!"
Ricevette questo messaggio da Ignazio quella notte, ma Ginevra non rispose, inutile nascondere che ne fu contenta ma ne ebbe paura...non poteva mollare la presa...non con uno come lui! Doveva starne alla larga altrimenti la situazione poteva diventare pericolosa.
La mattina dopo erano tutti in spiaggia. C'erano anche i genitori di Ignazio, Caterina la salutò un po' fredda, poi Michele Torpedine, il padre e il fratello di Piero Franz. Finalmente Ginevra conobbe il fratello di Gianluca, il simpaticissimo e sveglissimo Ernesto. I ragazzi organizzarono una allegra partita di Beach Volley, da un lato Ginevra Franz e Piero, dall'altro Gianluca Ignazio e Martina. Ernesto che faceva da arbitro. Michele esordì dicendo che più che una partita sembrava un programma comico, Ginevra non era brava a giocare, anzi diciamola tutta era davvero imbranata. Diventò inevitabilmente il bersaglio preferito di Ignazio che puntava tutte le sue schiacciate e battute su di lei. Ad un certo punto Ginevra cadde male andando a finire con la faccia nella sabbia. Ignazio si precipitò da lei, prese il telo da mare le pulì delicatamente il viso guardandola negli occhi...anche Piero era chino su di lei...al momento di rialzarsi entrambi i ragazzi stesero la mano per aiutarla, Ginevra, pur guardando Ignazio, incavolata nera, prese la mano di Piero quasi in segno di sfida. Gli occhi di Ignazio divennero due fessure...il ragazzo lo considerò un gesto di sfida. Il resto del tempo fu tutto così, scherzi pesanti, battute e contro battute.
Di sera Gianluca li portò a ballare in un locale sulla spiaggia di proprietà di alcuni suoi amici, in modo da stare tranquilli e divertirsi in modo riservato fra di loro, i ragazzi della band cominciarono a suonare gli strumenti presenti lì, pianoforte e chitarre elettriche. Per tutta la sera Ginevra esortò Martina a ballare con Gian e finalmente il momento arrivò. Gian la prese fra le braccia mentre gli amici della band suonavano un lento. E finalmente Gian baciò Martina nella penombra delle luci colorate. Ginevra cominciò ad esultare sul divanetto insieme a Piero. Ignazio le si avvicinò e con fare strafottente le disse: "Senti "Cupido" invece di impicciarti delle storie degli altri ...perché non balli....."
Ginevra lo guardò malissimo e passandogli sotto il naso, prese per mano Piero e lo portò, anzi trascinò, a ballare dicendo: "Bella idea Boschetto...grazie!"
Ignazio rimase con la faccia a mezz'aria e disse: "Ma io dicia cu mia!" (ma io intendevo con me).
Ignazio si sedette sui divanetti del locale e la guardava con aria truce...
Ginevra si scatenò con Piero in una Salsa...si divertirono molto e tornarono ai divanetti ridendo come due pazzi. Ignazio si avvicinò al piano, guardava Ginevra negli occhi e cominciò a suonare e cantare:
"

My name your name
Che importanza ha
E tu guardami in faccia e dimmi che è vero
I say you say
Ognuno nei suoi giorni
Ma io e te ci incontriamo nella mente
E nessuno ci sente
Ci vuol talento per chiamarlo amore
Se chiudi gli occhi ti scoppia il cuore
E allora resta, resta cu' mme'
resta, resta cu' mme'
resta, resta cu' mme'
Ah resta, resta cu' mme'
Qui sul mio cuore
Vorrei vorrei essere nel tuo passato
Chissà se mi avresti cercato
Se mi avresti lasciato
My name your name
Messi vicini per caso
Nel blu su quel biglietto che non ti ho mai dato
Ci vuol talento per chiamarlo amore
Se chiudi gli occhi ti scoppia il cuore
E allora resta, resta cu' mme'
resta, resta cu' mme'
resta, resta cu' mme'
Si resta, resta cu' mme'
Qui sul mio cuore!"

Boschetto sapeva come colpirla e lo aveva fatto, lei sapeva il perché lui stava cantando proprio quella canzone. Ginevra rimase lì senza parole, colpita e affondata pensò la ragazza, si alzò di colpo mentre gli altri applaudivano, ma più che altro il suo cuore stava facendo le capriole...non poteva rischiare di restare lì, non poteva sostenere lo sguardo di Ignazio...si sentiva indifesa, scoperta! Scappò via...sul lungomare affollato...via...fra le luci e il vociare dell'estate che impazzava...scappò via più che da Ignazio più che da un sentimento...più di tutto da se stessa dalle sue paure...da tutto ciò che la destabilizzava e la rendeva insicura...a fatica si era creata una corazza per evitare sofferenze, a fatica aveva costruito la sua personalità...era diventata una donna da sola...si era asciugata le lacrime per le sue sconfitte da sola, aveva esultato davanti ad ogni suo successo da sola. E' vero, aveva avuto vicino Gianfranco Ludovica e Giulio ma non era lo stesso abbraccio che avrebbe potuto ricevere dalla sua famiglia dalla sua vera famiglia...quell'abbraccio non esisteva più!
Non aveva mai amato veramente un ragazzo...i suoi sentimenti d'amore erano congelati, nessuno l'aveva mai colpita da farle perdere la razionalità, una costante nella sua esistenza. Nessuno, da quando i suoi genitori non c'erano più, l'aveva coccolata, con Giulio aveva un rapporto similare a quello di due maschi! E ora era fuggita dall'unica persona che la faceva sentire vulnerabile che sapeva toccare le corde giuste. Aveva paura di Ignazio, aveva paura che se si fosse lasciata andare lui l'avrebbe distrutta. No non doveva e non poteva succedere!
Camminando e camminando arrivò in albergo...si rifugiò in camera. Guardò il cellulare trovò varie chiamate e messaggi...Piero Gian Martina...e lui Ignazio.
Gian e Martina finalmente stavano insieme, si erano dichiarati i loro sentimenti...finalmente il sole aveva raggiunto la luna...finalmente il mare abbracciava la spiaggia. E Ginevra guardava il mare da quel balcone, lei non poteva annegare nel mare dell'amore. Lesse il messaggio di Ignazio: "Non scappare resta cu 'mme" ...e mentre leggeva quelle parole le arrivò la chiamata di Piero.
Piero: "Ginè ma unni si?"
Ginevra: "Sono tornata in Hotel ...sono un po' stanca...voi vi stavate divertendo...non volevo disturbarvi!"
Piero: "Ma quale disturbo...Ginè non scherzare! Ma hai bisogno di qualcosa ti senti male?"
Ginevra: "No no davvero è solo stanchezza! Vado a letto"
Si salutarono con qualche battuta dandosi appuntamento al giorno dopo.
Si era messa comoda nel suo pigiama di seta nera pantaloncini e canotta, quando senti bussare.
"Puoi dirmi quello che ti pare ma a te...anche se mi fai paura...io non ci rinuncio!"
Gli occhi di Ignazio nei suoi.

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