23 - Verità

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Il Teatro Greco Antico di Taormina quella sera era stracolmo di gente.

Ginevra notò che c'era qualcosa di diverso in quel concerto da quello romano al quale aveva già assistito. Sarà stata l'atmosfera del Teatro Greco, sarà stata la gente, i siciliani furono accoglienti al massimo, sarà stato il suo stato d'animo ma quel concerto fu qualcosa di emozionante all'inverosimile. I Ragazzi, poi, cantarono in maniera eccezionale. Si creò un'alchimia e una magia che elettrizzò Ginevra, non si sarebbe mai sognata di potersi emozionare tanto per un concerto, sentimenti per Ignazio a parte! Da quando i suoi genitori erano venuti a mancare si era creata una corazza sia per i sentimenti sia per le emozioni. Non piangeva facilmente, ma da quando era andata in Calabria tante cose tornarono a galla. Mentre ascoltava "Core ngrato" cantata magistralmente da Piero e Ignazio le riaffiorarono alcuni ricordi, soprattutto le parole del nonno che amava quella canzone che le diceva che era stata scritta da un Calabrese (Alessandro Sisca) nel lontano 1911, e poi "Unchained Melody" la fece pensare ai suoi genitori, al loro amore a quante volte aveva visto il film "Ghost" insieme a sua madre, di cui quella canzone era la colonna sonora, al giorno che andò al cimitero insieme a Cristina e Giulio dove non versò neanche una lacrima, allo strazio che ancora provava dopo tanti anni ma che non esternava. Quella canzone, invece, cantata da Gian e Ignazio la fece emozionare a tal punto da farla scoppiare letteralmente in singhiozzi, non lontano da lei c'era Caterina che si accorse del forte turbamento della ragazza. La donna la guardava con aria materna. Ad un certo punto Martina le passò un fazzolettino che le mandava proprio Caterina con un sorriso.

Alla fine del concerto il grande lavoro di trucco fatto da Cristina era devastato. Le ragazze andarono nei camerini ad aspettare i ragazzi e Martina trascinò Ginevra nel camerino di Gian e insieme a Cristina cercarono di porre rimedio a quel disastro...a Ginevra però girava forte la testa...Gian le portò subito dello zucchero. Poi lasciò le ragazze da sole.

Cristina: "Piccolè ma tu non piangi mai e stasera che sei truccata hai aperto le fontane...! Adesso stai meglio?"

All'improvviso la porta del camerino si spalancò entrò Ignazio che si era cambiato dietro di lui Gian che gli diceva: "Dai Igna aspetta non sta bene..."

Ignazio visibilmente preoccupato: "Che è successo, stai bene?"

Le tre ragazze si voltarono di colpo, Cristina e Martina farfugliarono un "Tutto a posto...è stato un piccolo malore...ma va benissimo ora" intanto raccoglievano tutte le loro cose e li lasciarono soli.

Ignazio appena soli abbracciò forte Ginevra facendole poggiare la testa alla sua spalla.

Ignazio: "Tesoro ma che è successo, come stai?- la scottò un attimo per guardarla negli occhi dopo di che la strinse di nuovo- mi ha detto Gian di non entrare perché stavi male...Picciridda scantai! (Piccola mi sono spaventato)"

Ginevra sorrise a quelle parole spontanee e familiarmente dette in siciliano. Ignazio dolcemente le accarezzava la guancia: "Tesoro ti faccio portare qualcosa? Ho dell'acqua nel mio camerino vieni ..."

Ignazio la prese per mano e la trascinò nel suo camerino dove chiuse la porta le prese la bottiglietta d'acqua e dei dolcetti.

Ignazio: "Piccolina ma che è successo mi racconti..."

Ginevra: "Ignazio ...non è una cosa che ti posso dire qui...così è una storia lunga "

Ignazio: "Ma stai bene adesso...andiamo in albergo se non ti senti bene...ce ne stiamo tranquilli lì che dici?"

Ginevra: "Va bene come vuoi ..."

Uscirono da quel Camerino abbracciati. Ginevra andò via con Giulio e Cristina. Ignazio aveva dei doveri verso le sue fans.

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