Capitolo 5

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Il corridoio era freddo e spoglio, non c'era il minimo calore. In fondo, era sempre la dimora di un tiranno.
Le pareti erano di roccia e delle colonne maestose di marmo erano sparse per la sala. In fondo, uno scranno tanto affascinante quanto oscuro, fatto di legno d'ebano, veniva illuminato dalle finestre alle sue spalle. Su di esso, una figura tanto scura quanto lo era il legno, seduta, ad aspettare, in quella sala dove tutto era stato distrutto per suo volere. Poco dopo entrò dalla porta al di là della sala un'altra figura, questa volta fine, agile, dai tratti femminili. Quando arrivò nel punto illuminato dalle finestre, ai piedi del trono, si rivelò la sua identità. Era una ragazza sui diciannove anni, alta, magra, con i muscoli scattanti e dai capelli neri corvini. Si intravedeva un corpetto di pelle color marrone cioccolato che copriva una camicia nera con le maniche a sbuffo. I pantaloni, neri anch'essi, le aderivano alla perfezione ed erano adornati da una cinta dove essa teneva i pugnali e la spada, che era ricoperta interamente da una giacca, nera, che le scendeva fino alle ginocchia. Aveva degli stivali molto alti, probabilmente rubati ad un qualche pirata, e le braccia erano coperte da degli avambracci di cuoio. Nella mano teneva un sacco, apparentemente pesante, che lanciò ai piedi della figura seduta sul trono. Alzò sempre più lo sguardo fino ad incrociare quello di lui, mostrando una pelle chiara, priva di imperfezioni, e degli occhi attraenti da cui non riuscivi a staccarti. Uno era verde come la giada, l'altro marrone con delle sfumature rosse. Mentre scopriva il volto la sua bocca aveva assunto una risata ironica e maligna con la quale cominciò a parlare.

- Non è stato per niente divertente. Intendo uccidere quei banditi. Non hanno neanche avuto il tempo di chiedermi chi ero...come minimo mi devi offrire qualcosa da mangiare per il tempo che mi hai fatto perdere!-

- Tranquilla,- disse lui sogghignando - con questo denaro puoi mangiare tutto ciò che desideri...ma sai che non era per quello che ti avevo affidato questo compito...-

- Ah già! La fame mi ha fatto scordare di lui...fatelo entrare!-

Dalla porta emerse una terza figura, stavolta accompagnata da due guardie, che portava segni di ferite molto gravi. Venne portato a pochi metri di distanza dalla figura sul trono mentre la ragazza gli stava affianco.

- Come vedi ti ho trovato Luper-

- Otharion...- disse il prigioniero affannato.

- Vedo che ancora ricordi il mio nome. Dov'è?-

- Non lo so- disse.

- Sai, non vedo di buon occhio le persone ignoranti. Dov'è?- ripeté Otharion.

- Ho detto...che non lo so- disse Luper con fatica.

- Beh è un peccato sai...vorrà dire che farò una visitina alla tua famiglia e magari, chi lo sa, diventeremo compagni di battaglia-

- Ho già detto che non lo so e..-
fu interrotto da un dolore lancinante alla schiena.
Dopo alcuni momenti di silenzio Otharion disse:

- Sei molto curioso di vedere cosa facciamo alle persone inutili allora-

E in un attimo, il pavimento sotto il prigioniero si trasformò in una pozza rossa.

- Meritava davvero una morte così rapida e indolore, Nessa?-

- Volevo accelerare un po' i tempi...è ora di pranzo-
disse Nessa riprendendo il suo sorriso ironico.

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