Capitolo 36

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Erano rimasti tutti esterrefatti. Nessuno osava parlare. Alcarin si sentiva in colpa, Lùthine avrebbe voluto ucciderla e Beren fu l'unico che ebbe la voglia di vederla. Anche se rimaneva ciò che aveva detto, doveva continuare a guarire se voleva essere libera di scegliere. Fëanor non era ancora tornato dalla notte precedente e la sera stava calando anche quel giorno.
Le loro preoccupazioni aumentarono quando non si presentò neanche la mattina dopo. Dovevano andarlo a cercare. Poteva essere in pericolo.

- Ho sbagliato tutto...-

Si disse Nessa. Si maledisse più e più volte per ciò che aveva detto e se ne pentì dalla prima parola che fece uscire. Credeva che dopo quello, qualcosa poteva cambiare, poteva salvarlo dal suo destino, eppure non aveva fatto altro che peggiorare tutto. Non poteva più recitare la parte dell'insensibile. Lei lo amava, e lo avrebbe ritrovato.

Uscì dalla stanza con tutte le forze che aveva aiutandosi con un bastone. Mise i pugnali al centurino e si incamminò di fuori.

- Dove stai andando?-

- È colpa mia Alcarin. L'ho ferito mentre lui mi aveva dato tutto. Mi ha salvato la vita, ora devo ricambiare il favore-

- Non puoi andare così! Le tue gambe non reggeranno a lungo!-

Ma Nessa era già lontana.

Camminò per un'ora intera e per un'ora intera urlò il nome di Fëanor in cerca di risposta. A volte era costretta a fermarsi per il dolore, altre cadeva perché le cedevano le gambe, altre era presa dalla disperazione perché aveva paura. Aveva paura di non ritrovarlo più. Lei era un mostro e questa era l'ennesima prova. Lei l'aveva messo in pericolo anche quando voleva salvarlo.
Riuscì a camminare per altre due ore prima che finì a terra stremata. Si ritrovò in lacrime, mentre la natura intorno a lei cominciava a prendere il colore del tramonto.

- Fëanor...-

Sussurrò a se stessa. Aveva fallito nel compito più importante. In lontananza sentì il rumore di un fiume e quasi spontaneamente le venne di andare verso quella direzione. Forse voleva che le sue lacrime seguissero il torrente o forse voleva lavarsi via il dolore. Zoppicando arrivò quasi a riva e si guardò attorno. Il sole le accecava la vista.
Ad un tratto, quasi per fortuna, vide una figura nera in lontananza che si avvicinava verso il fiume. Le andò incontro inizialmente titubante, poi sempre più convinta. Più si avvicinava più riconosceva quella forma. Non si era mai sentita più felice che come in quel momento. Le sue gambe si muovevano da sole, il bastone non serviva più. Proprio quando aveva perso la speranza lo aveva trovato, e non l'avrebbe più lasciato.

- Fëanor! Fëanor!-

La figura si girò verso di lei e rimase stupita.

- Nessa?-

Si avvicinò anche lui sempre di più.

- Nessa!-

Si raggiunsero praticamente correndo. Nessa lo abbracciò.

- Mi dispiace. Per quello che ho detto. Ho mentito. Tu mi hai salvato la vita Fëanor. Me l'hai fatta conoscere! Non potevo sopportare che una come me ti potesse fare del male ma ora so che non posso starti lontana. Non posso e non voglio. Senti-

Prese la sua mano e la poggiò sul suo petto. Il suo cuore batteva come non mai.

- Ecco cosa provo. Non so cosa sia e non so come gestirla ma so che è per te e questo mi basta. Non voglio più ferirti Fëanor, mai più...-

Lui le prese il viso fra le mani e con le lacrime agli occhi la baciò. La baciò con tenerezza, amore, gioia, la baciò con il cuore. La baciò e non la lasciò più andare.

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