Capitolo 22

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- Fëanor!-

- Eccomi, cosa c'è?-

- Tieni-

Gli lanciò la spada. Per poco la lisciava e si tagliava. Fëanor non era abituato a tenere in mano una spada e tanto meno a combattere, per questo Nessa si era offerta per addestrarlo a dovere.

- Devi ancora stare a riposo, la tua ferita non è guarita a dovere-

- La mia ferita è guarita abbastanza, è passata una settimana ormai. Almeno non ti mando al tappeto subito-

Gli disse Nessa con il suo tipico sorriso.

Andarono nel cortile vicino all'orto, l'unico posto abbastanza spazioso dove non c'erano gli alberi.
Senza preavviso, lo attaccò con la spada e lui, anche se goffamente, seppe difendersi.

- Ti prenderanno sempre alla sprovvista, tieni gli occhi aperti e non chiuderli mai-

E continuarono così per tutto il pomeriggio. Anche se Nessa combatteva con la sinistra per via della spalla infortunata, Fëanor non era mai riuscito a colpirla.
Ad un certo punto Nessa si dovette fermare per il troppo dolore alla spalla e terminò il loro allenamento.

- Continuiamo domani. D'ora in poi, ogni pomeriggio lo passeremo così, non possiamo rischiare di trovarci impreparati-

- D'accordo...-

Rispose Fëanor con il fiatone. Si sdraiò per terra stremato e lasciò che il vento gli asciugasse il sudore.

E così fu. Il giorno dopo si trovarono allo stesso posto, armati di spade, che danzavano l'uno insieme all'altro. Finito l'allenamento, Fëanor si offrì di cambiarle il bendaggio, l'unica cosa che ancora non riusciva a fare da sola.
Ormai Nessa ci aveva fatto l'abitudine e in fondo, le piaceva avere un contatto con lui, le provocava qualcosa dentro che non conosceva...ma non glielo avrebbe mai detto.

- Perché mi aiuti?-
Disse secca mentre lo guardava.
- Dopo tutto quello che vi ho fatto passare, perché mi aiuti?-

- Beh...mi piace dare seconde possibilità e vedere come si comportano le persone...e poi, tu credi di essere cattiva ma non lo sei, io lo vedo-

Nessa rimase stupefatta nel sentire quelle parole. Non credeva che una come lei potesse avere seconde chance. E forse era lui l'unico a pensarlo, la sorella non l'aveva mai vista di buon occhio mentre Alcarin e Beren erano solo alcuni che volevano averla vinta su Otharion.
Otharion...Nessa aveva cominciato a pensarci dal primo attacco che avevano fatto dei suoi seguaci a casa di Alcarin. Erano ormai due mesi che si trovava lì e ciò non poteva che significare una cosa: aveva fallito.
Si era ripromessa che quando avrebbe saputo dimenticate ciò che aveva appena ricordato sarebbe tornata da lui, e con il suo trofeo.

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