Capitolo 43

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Si trovò in una cella buia, spoglia e sporca. Il dolore alla testa era forte e le riusciva difficile mettere a fuoco l'ambiente. Lo riconobbe solo dopo qualche minuto e vide che era in una delle celle più in profondità del castello.
Era quella destinata ai pezzi grossi.
Rimase per un giorno intero senza che nessuno la andasse a trovare. Verso sera, dopo che si fu ripresa quasi del tutto, andò verso la serratura, sicura che l'avrebbe aperta senza problemi, ma scoprì che era stata cambiata. Non ebbe neanche il tempo di analizzarla che sentì un rumore di passi.

- Nessa! Neanche un giorno qui e cerchi già si scappare!-

Apparse una guardia, giovane ma dal volto segnato. Aprì la cella e la prese per i polsi. La portò nella sala del trono, più buia del solito, dove ad aspettarla c'era la figura nera di Otharion.
Nessa cercò di divincolarsi ma l'avversario la tenne ferma, senza neanche segni di difficoltà.

- Oh andiamo, questo è quello che sai fare? Mi domando perché era la tua preferita mio signore ...-

Nessa lo prese alla sprovvista e riuscì a liberarsi, con un movimento quasi naturale gli spezzò il collo e lo lasciò a terra.
Otharion rise sonoramente mentre altre guardie si adoperavano ad immobilizzare Nessa.

- Vi conviene lasciarmi stare se non volete fare la sua stessa fine-

Otharion fece un gesto con la mano e le guardie retrocessero.

- Eccoti qui...-

Nessa riuscì a vedere il suo viso e notò che uno dei due occhi aveva una cicatrice.

- Ti ricordi l'ultima volta che sei stata qui? Oh io me la ricordo molto bene-

Ed indicò l'occhio.

- Per colpa tua sono costretto a vivere con questa luce...ma che importanza ha. Ora sei mia-

Nessa rimase in silenzio.

- Sai, da quando sei scappata non ho fatto altro che cercarti e beh, la lunga attesa mi ha fatto crescere ancora di più la voglia di vendicarmi. Finalmente ti ho trovata e pensa un po'! Se non fosse stato per quella tua amica che avevi tanto difeso a quest'ora non staremmo qui!-

Nessa continuava a fissarlo con odio.

- Mi sorprende che tu non abbia niente da dire...oh si dimenticavo una cosa. Ovviamente in tua assenza avevo bisogno di un altro fedele seguace che mi difendesse e che portasse a termine i miei ordini...-

Mentre parlava apparse da dietro il trono un'altra figura nera, alta, che teneva una mano sul pomo della spada.

- Fëanor! Vieni pure avanti!-

La figura continuò a camminare fino a che non arrivò a fianco del trono. Nessa riconobbe quel volto, lo stesso della sera prima. Non riuscì a trattenere un'espressione di preoccupazione. Otharion la notò, anche se lievissima, e riprese a ridere.

- Nessa, Nessa, Nessa...sei arrivata troppo tardi. È stato molto facile fargli il lavaggio del cervello, i geni di suo padre hanno aiutato...-

La sua risata la fece innervosire ancora di più.

- Bene, il tempo delle visite è finito. Buon soggiorno, Nessa-

Otharion e Fëanor lasciarono la stanza e delle guardie presero Nessa per portarla di nuovo in cella. Non cercava neanche di divincolarsi e continuava a pensare a lui. Venne scaraventata per terra e questa volta le vennero messe delle catene ai polsi.
Per altri tre giorni non vide nessuno, non mangiò e non dormì. Non riusciva a pensare a niente.
Vedeva solo il viso di Fëanor mentre uccideva quell'uomo a sangue freddo. E rabbrividiva.
Stava accadendo una cosa che non avrebbe mai immaginato, che le fece crollare il mondo addosso. L'aveva appena ritrovato, aveva dichiarato il suo amore e ora aveva lasciato che glielo portassero via. Mentre continuava a pensare cadde in un sonno profondo, senza sogni. Intanto al di sopra, Otharion e Fëanor brindavano alla sua sconfitta.

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