Capitolo 6

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Il tempo passava, eppure nulla cambiava.
Nessuno aveva il coraggio di ribellarsi anche perché questo voleva dire perdere la propria vita e quella delle persone care.
Le città erano un po' come un allevamento, da dove Otharion di tanto in tanto prendeva nuove persone e ne faceva ciò che voleva. E di certo, non era lui di persona che si addentrava in posti tanto pieni di disperazione. Erano i suoi assassini a farlo. Assassini che possedevano un corpo che prima apparteneva ad una persona, magari con una famiglia. E pensare quindi quando questi corpi animati potessero andare a far del male ai propri cari. Il dolore diventerebbe insopportabile.
Ma ciò non interessava più.
La morte del padre gli aveva offuscato la vista. Otharion vedeva e pensava a modo suo, senza ragione né sentimento. E come i cani seguono il padrone, così anche i suoi "seguaci".
Questa ragazza, Nessa, era diventata in pochi anni una delle più abili e silenziose assassine di Otharion. Le commissionava compiti importanti e che non potevano prevedere fallimenti, perchè così era lei, infallibile.
Arrivò un giorno in cui le ordinò di uccidere una famiglia. La famiglia di Alcarin. Si scoprì che aveva compiuto vari atti che andavano contro le regole del tiranno e questo, forse, stava risvegliando nei cittadini la volontà di riprendersi la loro vita.
Doveva essere fermato, e in fretta.

- Lo sai bene che non fallirò-
disse Nessa.

- Non ne dubito, ma non sottovalutare il suo aspetto. Era il mio maestro, una volta-
rispose Otharion.

- Maestro o non maestro, il suo stato mi porterà sicuramente un vantaggio e poi, ho ucciso molte più persone con una sola boccata d'aria-

- Sei una delle persone di cui mi fido di più e lo sai, quindi, non mi deludere-

- Non lo farò- disse Nessa mentre uscì silenziosa nella notte.

NessaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora