Capitolo uno.

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«Niall, sei fuori di testa.» Il biondino sbuffò ed io sospirai mentre, in ginocchio, continuavo a lucidare la mia moto verde.

«Ma perché? Guarda che si vincono un sacco di soldi, se sei bravo. E tu lo sei, Harry.» Scossi la testa e mi rialzai, chiedendo aiuto a Liam con uno sguardo. Ma il suo intervento non fu per niente proficuo perché si limitò a scuotere le spalle.

«Niall è una cazzata. Non parteciperò, mettitelo in testa.» Niall grugnì e si mise entrambe le mani tra i capelli.

«Beh Harry, in effetti Niall potrebbe avere ragione.» Sgranai gli occhi osservando l'altro mio "migliore amico", Liam.

«Payno mi sta dando ragione?! Sia lodato Gesù!» Alzò entrambe le braccia al cielo e ridacchiai leggermente.

«No, Payno si è drogato. E' diverso.» Corressi, svuotando il secchio pieno d'acqua e schiuma.

«Harry con te non si può ragionare. Siamo in due a dirti che potresti fare il culo a tutti lì in mezzo, e non ci credi.»

«Ma fate sul serio? Stiamo parlando di partecipare ad una corsa clandestina, ragazzi, mica di andare a prendere un gelato. Saranno tutti sicuramente migliori di me.» Niall roteò gli occhi e alzò le mani, facendo segno a Liam, che avrebbe dovuto essere quello più saggio, di parlare.

«Ascoltami, Harry. Stasera andiamo a vedere com'è, senza la moto, senza gareggiare. Andiamo da spettatori. Poi se l'ambiente ti piacerà, parteciperai alla prossima corsa.» Mi morsi il labbro e guardai prima uno e poi l'altro. Con gli occhi mi stavano pregando di accettare, nonostante non capissi cosa ci fosse di positivo in tutto ciò. Era illegale, e durante la corsa sarebbe potuta arrivare persino la polizia. Sarebbe stato pericoloso, e in più c'era il rischio che mia madre potesse scoprirlo e a quel punto avrebbe persino potuto commettere un omicidio. Sbuffai e lanciai la pezza che stavo usando per pulire la moto a terra.

«Va bene. Ma solo per questa volta, poi non voglio sapere più nulla di queste cose, d'accordo?» Entrambi esultarono a voce alta, talmente alta che fecero affacciare alla finestra Gemma, mia sorella.

«Ma che cazzo urlate? Qui c'è qualcuno che sta cercando di terminare la tesi perché, a differenza vostra, sta per laurearsi. Quindi chiudete quelle fogne e andatevene a fanculo.» Bel caratterino. Come me, d'altronde.

«Lo so che mi ami, Gems.» Urlò Niall e sentii mia sorella imprecare ad alta voce. Risi e diedi uno schiaffo dietro la nuca al biondo.

«Niall, Gemma non te la darà mai. Mettitelo in testa.»

«Ma che dici. Ha già le gambe aperte per me.»

Sgranai gli occhi e lo guardai inorridito. «Io sono qui, porca puttana, e state parlando pur sempre di mia sorella!» Scoppiarono a ridere e sbuffai, esasperato, anche se sapevo che non potevo desiderare amici migliori di loro.




















Erano le due quando aggiustai la bandana che avevo tra i capelli, così che i ricci non mi sarebbero caduti davanti agli occhi. Uscii di casa, facendo il meno rumore possibile. Né mia sorella né mia madre dovevano sapere che stavo uscendo a quell'ora della notte. Entrai in macchina di Liam, e subito partì.

«Non sei eccitato?» Fulminai Niall con lo sguardo quando si mise in mezzo a me e Liam, e quest'ultimo rise.

«Niall dì solo un'altra parola e ti spacco la faccia.» Il biondo rise e restò in silenzio per tutto il tempo. Liam parcheggiò la macchina in un posto sicuro, e percorremmo a piedi quei pochi chilometri che ci separavano dal luogo in cui si sarebbe tenuta la corsa. Ci minimizzammo tra la folla, e non seppi come ma mi ritrovai in prima fila e inevitabilmente ascoltai ciò che stava succedendo.

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