Capitolo quaranta.

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Entrai nella camera di Louis e sospirai di sollievo quando notai che non c'erano più né Ernest né Doris. Chiusi la porta alle mie spalle e mi avvicinai al letto, sedendomi lentamente. Louis mi guardava con la fronte corrugata.

«Perché sei scappato?» Chiese, con voce apatica.

Mi schiarii la voce e scossi le spalle. «Dovevo andare in bagno.» Non lo guardai in faccia, altrimenti non sarei riuscito a dirgli quella menzogna.

«Certo.» Lo sentii sussurrare, sorridendo amaramente. «E perché hai pianto?»

A quel punto lo guardai. «Non..non l'ho fatto.»

Louis mi guardò duramente. «La smetti di prendermi per il culo?!» Sbottò, alzando il tono di voce.

«Louis..»

«Che cazzo succede? E non dirmi altre stronzate..»

Sospirai, ad occhi chiusi. Era arrivato il momento di parlarne. Riaprii gli occhi e li puntai su di lui. «Io torno a Londra, domani.»

Sgranò gli occhi e boccheggiò. «C-cosa? Di già?» Si mosse e subito strizzò gli occhi, mugugnando. Sospirai, aiutandolo a mettersi seduto, poi mi allontanai, e abbassai lo sguardo sulle mie mani.

«Si.»

«Harry, guardami.» Lo feci, alzando lentamente il capo. «Che sta succedendo? E non dirmi niente che mi incazzo.»

Annuii. Gli presi una mano e la strinsi tra la mia, accarezzandola con il pollice e seguendo quel movimento con lo sguardo. «Lou, tu devi restare.» Affermai, guardandolo. Dischiuse la bocca, stringendo più forte la mia mano. Sorrisi lievemente. «I gemelli, tua madre, hanno bisogno di te ora più che mai.»

«E tu?»

Lo guardai confuso. «Io cosa?»

«Tu non hai bisogno di me?» Chiese, con la voce tremolante.

Sorrisi a labbra chiuse, con la vista che prese ad appannarsi, a causa degli occhi che iniziarono ad inumidirsi. «Io ho tanto bisogno di te, Lou.» Ammisi, stringendogli la mano. «Ma..» Deglutii.

«Ma non posso essere egoista. Loro ne hanno più bisogno. I gemelli morirebbero se ti vedessero andare per la seconda volta sapendo che non tornerai presto. E tua madre non può farcela da sola..con le spese, con i gemelli.» Le lacrime ormai avevano fatto la loro comparsa, tanto per cambiare, e parlai con la voce rotta. «Non puoi lasciarli andare, di nuovo.» Tirai su col naso e distolsi lo sguardo quando notai che anche i suoi occhi si inumidirono.

«Non dovrai preoccuparti per me, okay? Io..starò bene.» Dissi, tra le lacrime. Lo sentii tirare su col naso e subito spostai lo sguardo su di lui, scoprendolo a piangere a dirotto, come mai aveva fatto prima d'allora.

«E a me non ci pensi? Credi che io starò bene, come te? Che tornerò alla vita di sempre, normalmente? Come se niente fosse accaduto?» Mi disse con amarezza, disprezzo, durezza, rancore.

Boccheggiai e scossi la testa, senza sapere cosa dire. «Si che sei egoista! Hai pensato solo a te stesso. Hai deciso tutto tu, senza chiedere nemmeno un parere a me, non ad una persona qualunque ma a me, alla persona coinvolta in questa tua scelta!» Sbottò, tra le lacrime, indicandosi.

«Te ne vuoi andare? Bene, lì è la porta. Ma non ti azzardare a tornare.» Concluse, urlando, guardandomi triste ma soprattutto arrabbiato.

«L-lou..» Singhiozzai.

«Vattene! Non voglio più sentirti parlare.»

«Louis, io lo faccio per te, per la tua famigl..»

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