«Non so che fare, Niall. Non ce la faccio più.» Sospirai, con le mani tra i capelli. Niall, seduto al mio fianco sul divano, poggiò la mano sulla mia spalla e respirò profondamente.
«Harry, mentirei se ti dicessi che penso che lì vada tutto bene.» Mi morsi il labbro alzando lo sguardo su di lui, apprezzando la sua sincerità. «Sono passati tre giorni e ancora non si è fatto sentire né lui né la madre.» Sospirò. «Dovresti richiamarla e dirgli che sai tutto.»
«Si, così uccide Zayn.» Sbuffai.
Il biondo si guardò intorno. Eravamo a casa di Louis, anzi..a casa nostra, solamente perché avevo troppa nostalgia e avevo bisogno di risentire il suo profumo nei pochi vestiti che aveva lasciato lì. «Non hai trovato nulla che ti potesse far capire qualcosa?»
Scossi la testa. «No.»
Seguirono minuti di silenzio, in cui Niall mise su un'espressione concentrata. Poi, d'un tratto, parlò, facendomi sobbalzare. «Allora la chiami e le dici di dirti che cosa sta succedendo, chiaro e tondo, perché senti che qualcosa non va. Più semplice di così..»
Sospirai, stringendomi nelle spalle. «Non lo so, Nì.» Misi entrambe le mani in faccia e sbuffai.
«Harry.» Parlò dolcemente, portando una mano nei miei capelli, accarezzandoli gentilmente. «Provaci. Almeno non resti qui a non far nulla, a dannarti perché non sai cosa sta succedendo lì.»
Rialzai il viso e annuii. Aveva ragione. Nel momento in cui presi il cellulare dal tavolino, Niall si alzò. Lo guardai corrugando la fronte. «Dove stai andando?»
Mi sorrise dolcemente, prendendo la giacca. «Devi restare da solo. Chiamami appena vuoi, okay? E per qualsiasi cosa, io ci sono.» Sorrisi a labbra chiuse e annuii. Mi lasciò un bacio sulla fronte e poco dopo uscì.
Emisi subito un respiro profondo, per infondermi coraggio. Sbloccai il cellulare e andai nella rubrica. Il dito che stavo usando per scorrere i numeri tremava, e mi morsi il labbro quando lo fermai non appena vidi il nome Johannah. Sempre col dito che tremava, avviai la chiamata e mi portai il cellulare all'orecchio, ascoltando il rumore degli squilli ad occhi chiusi.
Non appena rispose, li riaprii all'istante. «Harry..» Disse, in un sospiro. Pessimo segno.
«Ciao, Johannah.» Silenzio. «Tutto bene?» Chiesi, tremante e preoccupato.
«Non proprio.» La donna tirò su col naso. «Harry..» Sentii Johannah piangere e boccheggiai.
«Johannah, c-che succede?» Balbettai, preoccupato.
«H-harry, io non..n-non..» La donna scoppiò a piangere e sentii gli occhi inumidirsi, mentre il cuore batteva a raffica e la preoccupazione era a mille.
«Johannah! Ernest sta bene?» Respirai affannosamente, con gli occhi sgranati.
La donna singhiozzò. «C-cosa?»
«So tutto. Ti prego, rispondi.»
«Si..si sta riprendendo.» Sospirai di sollievo per un momento, poi la preoccupazione tornò più viva che mai.
«E..L-louis?» Chiesi, impaurito di sapere la risposta. Quando poi la donna non rispose, ma prese a piangere di più dopo quella domanda, inizia ad andare nel panico. «Louis sta bene, vero?» Dai miei occhi iniziarono a sgorgare lacrime, e non sapevo che cosa pensare. «T-ti prego Johannah..rispondi.» Tirai su col naso, scoprendomi a piangere come un bambino.
«Harry..»
«Dimmi cosa succede.»
«E' andato in shock anafilattico, ha avuto una grave infezioni allergica ai farmaci.» Rimasi immobile, schiudendo la bocca. «Il cuore gli si era fermato, Harry..» Tremai. «L'hanno dovuto rianimare. E..» Tirò su col naso. «Ora è in coma.»
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I like the way it hurts.
FanfictionCiò che accomuna Harry Styles e Louis Tomlinson è la loro passione per le moto, le corse. Per il resto, i due sono totalmente diversi. Louis è il fenomeno delle corse clandestine, nessuno è mai riuscito a batterlo, ed Harry lo sa. Anche lui sa guida...