Capitolo quarantuno.

8.4K 487 162
                                    

Due settimane dopo.

«Dormono?» Chiesi non appena Louis entrò nella nostra camera.

Annuì sorridendomi maliziosamente, chiudendosi la porta alle spalle. «Dormono.»

Si buttò sul letto, mi aprì poco gentilmente le gambe e si mise tra di esse. Iniziò a baciarmi il collo e sorrisi, sospirando di piacere, stringendogli i capelli tra le mani. «Tua..madre?» Chiesi, balbettando quando iniziò a muovere freneticamente il suo membro contro il mio, risvegliando l'erezioni di entrambi.

«Sta' zitto, Haz.» Mi sussurrò all'orecchio, sensuale, prima di lasciare una scia di baci bagnati lungo tutto il mio collo. Inclinai la testa, esponendogli maggiormente il collo e mugugnai di piacere.

Le sue mani andarono a posarsi sul mio sedere e lo strinse fortemente, facendo finalmente incontrare le nostre labbra. Gli cinsi il collo con le braccia, avvicinandolo di più a me, e baciandolo con tutta la passione possibile. Quel bacio aveva un concentrato di eroticità elevatissimo, e dato che non facevamo sesso da un sacco di tempo, potevo venire anche solamente con quello.

Gemetti quando mi morse le labbra, sorridendomi, e subito dopo le leccò. Notai con piacere che, non solo la mia, anche la sua erezione era già ben formata e dura, contro la mia. Con le mani andai ad alzargli la maglia e il secondo successivo gliela sfilai del tutto, tastando con le mani i suoi pettorali che, non appena furono nudi di fronte ai miei occhi, baciai e leccai sensualmente.

Mi tirò i capelli, allontanando il mio viso dal suo petto e mi baciò a bocca aperta, avviluppando sin da subito la sua lingua con la mia. Una sua mano andò dentro i miei pantaloni, ed infine dentro i miei boxer, prendendo ad accarezzare tutta la lunghezza della mia erezione e concentrandosi maggiormente sulla punta, giocandoci col pollice. Mi staccai dalle sue labbra per gemere, mordendomi però le labbra per non farlo troppo ad alta voce.

«L-louis..» Ansimai non appena la sua mano si muoveva più velocemente. Strinsi più forte le gambe intorno ai suoi fianchi, e inarcai la schiena, respirando affannosamente. Mi morse la clavicola e sospirai rumorosamente, stringendogli i capelli con una mano.

Ero al limite, quasi, quando una voce mi fece sgranare gli occhi. «Lou?» Louis si bloccò e subito lo spinsi lontano da me. Lo feci talmente tanto forte che andò a finire col sedere per terra.

Ernest ridacchiò, indicandolo. «Louis!» Rise ancora, mentre io mi mordevo le labbra e mi coprivo col lenzuolo, schiarendomi poi la voce.

«Porca putt..»

«Louis!» Lo sgridai, indicandogli Ernest con gli occhi. Sbuffò e si alzò lentamente, mentre con una mano si massaggiava una natica.

«Ehi, piccolo..perché non stai dormendo?»

Ernest si morse un labbro, timido. «Posso..posso dormire con voi?» Chiese, facendo il labbruccio.

Sorrisi intenerito a quella scena. «Certo tesoro.» Risposi, subito.

Louis si girò di scatto verso di me, sgranando gli occhi. «Cosa?!» Scossi le spalle, ridacchiando. «Harry..» Diede le spalle al bambino e indicò con una mano il suo basso ventre. Mi morsi le labbra quando vidi una grande sporgenza nei suoi pantaloni.

«Non posso farci niente, adesso.» Sussurrai, cosicché mi sentisse solo lui, poi mi rivolsi ad Ernest e gli sorrisi dolcemente. «Dai, vieni qui.»

Il bambino non se lo fece ripetere due volte, saltò sul letto e si mise sotto le coperte, coprendosi fino al collo e guardando il fratello spaventato. Louis lo guardò e roteò gli occhi. «Fammi spazio, nano.»

I like the way it hurts.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora