Da una settimana a quella parte Louis OGNI sera partecipava ad una gara e delle volte, nel corso di quella settimana, gli era anche capitato di farne due, di gare. Proprio non riuscivo a capire perché lo facesse. Non era una questione di soldi, anche se tutte le volte che glielo domandavo chiudeva l'argomento rispondendo che era dovuto proprio a quello. Sperai solo non avesse qualche debito con qualcuno di pericoloso. Pensai alle peggio cose, purtroppo.
Starnutii per l'ennesima volta e sbuffai, soffiandomi il naso. Tossi poi, subito dopo e mi lamentai, sdraiandomi nel suo letto. Era lunedì sera ed ero a casa sua. Anche quella sera aveva una gara, e mi aveva imposto di non andarci perché non voleva che il mio raffreddore peggiorasse. Così mi ritrovai da solo a casa sua, ad aspettarlo.
Il cellulare squillò e mi sporsi verso il comodino, allungando il braccio per prenderlo. Era Niall. «Hazza!»
Poggiai due dita sulla tempia e la massaggiai lentamente. «Non urlare.»
«Scusami, malaticcio mio. Anzi no, non sei mio. Chi lo sente a Louis, poi..»
Roteai gli occhi. «Che cosa vuoi, Niall?»
«Ti sei dimenticato di quella cosa che dovevamo fare noi tre?»
Ah già, l'uscita. «No.»
«Benissimo. Quindi quando si fa?»
Sospirai. «Non lo so. Te l'ho detto, Louis ha gare ogni giorno.»
«Non voglio intromettermi ma..perché?»
«Fidati, lo vorrei sapere anch'io.»
Lo sentii sospirare. «Non me la racconta giusta. C'è qualcosa sotto..»
«Ma va, genio?»
«E chiediglielo, no?»
«La fai facile, tu. Pensi che non ci abbia provato? Più di una volta, ma puntualmente mente. Crede che io sia stupido e che ormai non abbia capito che quando non mi guarda negli occhi significa che sta mentendo.» Sbottai. Dall'altra parte ci fu silenzio e corrugai al fronte. «Sei vivo?»
«Eh? Sisi..sto pensando.»
«Niall Horan che pensa non porta mai cose positive.» Ridacchiai.
«Ehi amico, vaffanculo!» Scoppiai a ridere. «Ho pensato..dato che il tuo fidanzato è impegnato ogni sera, vediamoci a colazione.»
«Si certo, appena glielo dico mette subito la sveglia alle 8 per te..»
«Fantastico!»
Sospirai. «Scherzavo, coglione.»
«Uffa. Non per forza a colazione, allora. Però di mattina. Al negozio non può rimanere solo Lia...» Si bloccò all'istante, non finendo di pronunciare quel nome.
Chiusi gli occhi e respirai profondamente. Era da una vita che non vedevo né sentivo Liam. Io non mi ero fatto sentire, ma lui aveva fatto altrettanto. Mi mancava, si, ma non avrei mai potuto dimenticare le cose orribili che mi aveva detto. «Puoi dirlo il suo nome, eh. Non è Voldemort, che non può essere nominato.»
Ridacchiò, tristemente. «Mi mancano le nostre serate, sai? Noi tre in casa sua a guardare un film sul divano. Io e Liam mangiavamo schifezze, mentre tu puntualmente volevi qualcosa di sano perché "io ci tengo alla mia forma, e poi queste cose fanno male."» Scimmiottò la mia voce e sorrisi. Sospirai, poi, a quei ricordi.
«Lo so.» Risposi, senza dirgli che anch'io sentivo quella mancanza. Mi schiarii poi la voce, cambiando argomento. «Appena torna Louis glielo chiedo, okay? Ti faccio sapere.»
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I like the way it hurts.
FanfictionCiò che accomuna Harry Styles e Louis Tomlinson è la loro passione per le moto, le corse. Per il resto, i due sono totalmente diversi. Louis è il fenomeno delle corse clandestine, nessuno è mai riuscito a batterlo, ed Harry lo sa. Anche lui sa guida...