Capitolo ventisette.

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Delle ragazzine sulla quindicina non smettevano di ammiccare ogni volta che mi avvicinano al loro tavolo. Io non avevo risposto a nessuno dei loro sguardi, quindi avrebbero dovuto capire che non ero interessato, no? Probabilmente no. Andai al bancone e poggiai il vassoio, sbuffando.

Max ridacchiò, mentre riempiva un bicchiere di birra. «Fai conquiste in fretta, eh. Lavori qui da soli cinque giorni e ho visto le stesse facce, specialmente di quelle ragazze laggiù che in questo momento ti stanno squadrando il culo.» Rise e si allontanò un istante per dare la birra al signore seduto al bancone. Passai le mani tra i capelli e sospirai, scuotendo la testa.

«Non ce la faccio più! Come gli faccio capire che non mi interessa il genere femminile?» Max sgranò gli occhi per un momento, poi scoppiò a ridere. «Cosa? Non si vedeva?» Corrugai la fronte.

«Giuro, non l'avrei mai detto.» Sorrisi, scuotendo le spalle. «Comunque non so, prova a baciarti un ragazzo davanti a loro.» Alzai un sopracciglio. Beh, non era una brutta idea.

«Tipo te?» Scoppiò nuovamente a ridere.

«Mi dispiace amico, sono impegnato.»

«Chi è il fortunato?» Corrugò la fronte.

«Perché credi che io sia gay?»

Scossi le spalle, ghignando. «Puro intuito maschile.»

«Il tuo intuito fa schifo, amico. Sono felicemente etero, fidanzato con quella grande figa laggiù.» Indicò col capo Eleanor e inevitabilmente la guardai. Probabilmente si sentiva osservata, infatti alzò lo sguardo e sorrise dolcemente a Max. Allora era vero! E non me ne ero accorto prima. Spalancai la bocca. «Davvero sei sorpreso che io sia etero?»

Lo guardai e scossi velocemente la testa. «No, ma che una ragazza così bella come Eleanor stia con uno come te si.» Alzò entrambe le sopracciglia e rimase a bocca aperta. Ridacchiai quando mi lanciò uno strofinaccio addosso e lo schivai in tempo, facendolo finire sul pavimento.

«Pochi minuti fa volevi baciarmi.»

«Ma scherzavo, ovviamente non ci avrei mai provato col mio capo.» Alzò un sopracciglio e mi morsi le labbra per non ridere ma non ci riuscii. «Okay, forse non è vero.»

«Forse, Styles?» Rise, scuotendo la testa. «Prendi lo strofinaccio da terra e torna a lavoro, quelle ragazze hanno chiesto il conto.» Roteai gli occhi e gli lanciai lo strofinaccio addosso, colpendolo in pieno viso dato che aveva lo sguardo rivolto da un'altra parte. Scoppiai a ridere e mi avvicinai alla cassa, per prendere il conto del tavolo che stavo iniziando ad odiare. Si sedevano anche nello stesso posto, e prendevano sempre le stesse cose, incredibile. Poggiai il conto sul tavolo e quattro paio d'occhi erano fissi su di me.

Deglutii osservando solo due di loro, poi sgattaiolai via all'istante. Quegli sguardi ammiccanti mi facevano ribrezzo. Se erano da parte di un uomo, invece, sarei rimasto lì impalato per ore. Tornai al bancone e mi ci poggiai col busto. Mentre ripresi a scherzare con Max non mi accorsi del campanellino sopra la porta che suonò, segnalando l'entrata di altre persone. Max invece si, e me lo fece notare.

«E' arrivata nuova gente, il tempo di scherzare è finito.» Sbuffai.

«Antipatico.» Dissi, facendolo ridere. Mi girai per vedere quante persone erano entrare, ne erano cinque e..mi pietrificai. Erano Louis, Luke, Zayn, Liam e..Niall? Cosa?! Corrugai la fronte quando intravidi anche il mio amico. Presi cinque menù e mi avvicinai al loro tavolo. Sono dei normali clienti, Harry. E tu comportati come un normale cameriere. Mi schiarii la voce mentre poggiai i menù di fianco a loro. I loro sguardi si alzarono su di me e sentii tre di loro emettere un verso sorpreso.

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