Capitolo ventuno.

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Sospirai quando vidi che il prezzo più basso della Honda era di 8,000 £. Non avevo tutti quei soldi, e non li avrei avuti nemmeno a breve. Probabilmente dieci anni dopo l'avrei potuta acquistare.

«La compra?» Mi girai verso il concessionario e scossi la testa.

«Tra qualche anno, magari.» Sorrisi amaramente e uscii dalla concessionaria. Misi gli occhiali da sole e presi il cellulare che iniziò a vibrare. Sorrisi quando vidi che era Louis. «Buongiorno, dormiglione.»

«Mh. Dove sei?» Aveva ancora la voce attutita dal sonno e sorrisi teneramente immaginandomelo stropicciarsi gli occhi.

«Sono andato a prendere la colazione perché in casa non hai praticamente nulla, ma una concessionaria mi ha distratto. Sto arrivando.»

«Concessionaria?»

«Si. Sto salendo le scale, ora ti spiego.» Staccai e salii più velocemente le scale. Aprii la porta e mi si presentò davanti un Louis in boxer, con le braccia incrociate. Mi schiarii la voce. «Perché non metti qualcosa addosso? Non hai freddo?» Distolsi lo sguardo dal suo corpo e poggiai il sacchetto con la colazione sul tavolo. Lui, intanto, mi guardò alzando un sopracciglio. «Che hai?»

«Non mi staccare mai più il telefono in faccia.» Mi puntò il dito contro e risi, alzando entrambe le mani.

«Mi scusi.» Sorrise, scuotendo la testa. Si avvicinò al tavolo e dal sacchetto prese un cornetto dandogli subito un morso.

«Perché eri in concessionaria, quindi?» Chiese a bocca piena. Lo fulminai con lo sguardo ma rise, fregandosene.

«Così, Lou. Passavo di lì, ho visto delle moto esposte e sono entrato. Poi ho visto i prezzi e sono scappato.» Risi amaramente, mordendo il mio cornetto.

Corrugò la fronte. «Quale hai visto?»

«L'Honda. Non mi troverei con una diversa.»

«E quanto sta?»

«La più bassa 8,000 £.»

Annuì, deglutendo. «E la più alta?» Chiese, dando poi un altro morso al cornetto.

«16,000 £. Ti rendi conto?!»

Scosse le spalle. «E' anche poco. La concessionaria qui sotto ha moto che fanno schifo, ecco perché i prezzi sono così bassi.» Finì il cornetto e si pulì le mani col tovagliolo.

«Per me sono anche troppo alti, invece. Devo trovare un altro lavoro oltre a quello che già ho, mi sa.»

Corrugò la fronte. «Cosa? Non osare.»

«Louis devo, se voglio ricomprarla.»

«Tu fallo e ti lascio.» Il mio cuore perse un battito e mi morsi il labbro per non sorridere. Abbassai lo sguardo ma non riuscii a non farlo. «Perché sorridi? Rendimi partecipe.» Lo guardai e s'imbronciò.

Mi schiarii la voce. «No è che..è strano. Me e te, insieme.»

«E' strano?»

Annuii. «In senso positivo, però.» Scosse le spalle, e annuì.

«Okay.»

«Posso chiederti una cosa?»

«L'hai già fatto.» Ridacchiò, e sbuffai.

«Dai Lou, seriamente.»

«Dimmi.»

«Perché ti sei visto con Zayn?»

Sospirò. «Mi ha chiesto lui di vederci.» Annuii. «Si è scusato per come si è comportato, e mi ha chiesto di essere amici.» Scosse le spalle, indifferente.

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