Capitolo ventiquattro.

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Niall mi guardò boccheggiando, con gli occhi spalancati, senza sapere cosa dire. Mi morsi le labbra e abbassai lo sguardo sulle mie mani poggiate sul tavolo di quel bar. Dopo vari minuti il biondo continuava a non dire nulla e sospirai, alzando lo sguardo su di lui e vedendo che guardava dovunque tranne me. «Niall..dì qualcosa, ti prego.»

Scosse la testa, sospirando. «Harry io..sinceramente non so cosa dire. Direi una stronzata se ti dicessi che non ci sono rimasto di merda e che non me l'aspettavo una cosa del genere da te.» Annuii, abbassando nuovamente lo sguardo con la vista che si appannò. Allungò una mano e la poggiò sulla mia, stringendola fortemente. «Ma eri ubriaco per metà e..» Sospirò. «Okay no..hai fatto una cazzata, va bene? Ma fortunatamente ti sei fermato in tempo e non sei andato oltre, peggiorando la situazione.»

Chiusi gli occhi e sospirai quando qualche lacrime uscì contro la mia volontà. Le asciugai subito con la mano non stretta a quella di Niall, per non attirare l'attenzione di qualcuno. «Glielo devi dire, Harry.» Mi morsi le labbra e lo guardai.

«Ho paura.» Annuì, sorridendo leggermente.

«Lo so, ed è lecito.» Sospirai e tirai su col naso. «Lo sai come la prenderà.» Annuii.

«E' proprio quello che mi spaventa. Io..non voglio che mi lasci, non voglio perderlo. Ho fatto una cazzata, lo ammetto, ma io..credo di amarlo.»

«Lo sapevo già, Harry. Eri l'unico a non essertene accorto. Il modo in cui lo guardi, in cui lo cerchi con gli occhi, in cui lo accarezzi, ma anche il modo in cui lo sfiori, me l'hanno fatto capire già da un po'.» Mi sorrise a labbra chiuse e sorrisi leggermente di rimando. «Diglielo, Harry..è normale che ti manderà a fanculo, che ti insulterà. Ma tu lascialo sbollire, lascialo da solo per un po', e vedrai che si sistemerà tutto.» Sospirai.

Ringraziai Niall e lo salutai, andando al locale dato che era l'orario di apertura. Appena entrai Josh uscì dall'ufficio e mi fece l'occhiolino. Sgranai gli occhi, avvicinandomi d'istinto a lui. Lo presi per un braccio e lo trascinai in cucina. «Cosa gli hai detto?!» Boccheggiai quando scoppiò a ridere. Mi prendeva anche per il culo? Passai le mani tra i capelli e andai nel panico..gli aveva detto tutto? O no?

«Nulla di ciò che è successo ieri, calmati. Anzi, ti ho anche salvato il culo.» Corrugai la fronte. «Potevi sistemare, prima di andartene..» Tornò in sala e sospirai di sollievo. Non aveva aperto bocca su quanto era accaduto la sera prima, fortunatamente.

«Harry.» Sobbalzai e mi girai, trovando Louis che ridacchiava. «Non volevo spaventarti.» Sorrisi leggermente, stringendomi nelle spalle. «Josh mi ha detto tutto.»

Quindi mi aveva mentito? «Cosa?!» Istintivamente urlai e fece subito un'espressione confusa.

«Perché volevi tenermelo nascosto? Non ce l'ho con te, ma con lui.» Non era arrabbiato con me, quindi? Corrugai la fronte. «Però..non lasciare più che sia lui a chiudere il locale, okay? Non so che cosa abbia combinato, non voglio nemmeno credere all'ipotesi che si sia portato qualcuno qui e abbiano scopato..non l'ha neppure negato! Quando ho aperto, ho trovato il locale sottosopra. Sedie per terra, tavoli spostati, due bottiglie di birra vuote, bicchieri..» Sospirò e scosse la testa. Boccheggiai quando capii che Josh non gli aveva detto un bel niente. «Quando stai male chiedi di chiudere a qualcun altro, va bene?» Annuii, abbassando lo sguardo. «Come punizione gli abbasso lo stipendio, per questo mese.»

«Ma è colpa mia.»

«No Harry, tu hai solo chiesto un favore.» Sospirai e lasciai perdere.

«Senti..» Si avvicinò a me e mi accarezzò le braccia lentamente. «Dato che non ho gare per un po'..dopo il lavoro vieni da me e ci rilassiamo con un bel bagno caldo, ti va?» Mi sorrise e non potevo far altro che annuire. Si alzò in punta di piedi per darmi un bacio a fior di labbra, poi uscì dalla cucina. Chiusi gli occhi e scossi la testa. Dovevo dirglielo. Non potevo continuare a far finta che andasse tutto bene. Quella sera stessa gliel'avrei detto. Annuii a me stesso e iniziai a lavorare, per sciogliere la tensione.

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