Vi dico solo che ho pianto quando ho scritto questo capitolo..
Btw, grazie mille a tutti voi che leggete questa storia. Siete un amore, tutti quanti! ♥
«Mio fratello è proprio un figo.» Sobbalzai e mi girai. Gemma era poggiata allo stipite della porta con le braccia incrociate ed un sorriso sulle labbra.
«Sto bene?» Chiesi, rigirandomi per guardarmi allo specchio.
«Hai sentito quello che ho detto, Harry?»
Sbuffai. «Si ma..» Spostai i capelli con le mani, sbuffando nuovamente. Guardai il mio riflesso. Indossavo skinny jeans neri strappati sulle ginocchia, stivaletti di camoscio e una camicia semplice nera. «Questi capelli sono un disastro. Questi jeans non so se sono adatti. Sto impazzendo.» Sospirai, portandomi entrambe le mani in faccia.
Gemma si avvicinò, mi girò verso di lei e mi tolse le mani dalla faccia. «Basta. Sei uno schianto, okay? I capelli sono a posto.» Me li sistemò. «I pantaloni vanno bene, così come la camicia. Gli stivali forse un po' meno ma sei fissato, quindi..» Ridacchiai. «E poi è questo quello che conta. Il sorriso.» Mi morsi il labbro. «Louis cadrà ai tuoi piedi in un batter d'occhio.» Roteai gli occhi.
«Ne dubito.»
«Allora è un cieco che non ti merita.» Scossi la testa e presi il cellulare dalla scrivania. 19:55. Respirai profondamente. Mancavano cinque minuti all'arrivo di Louis, se riusciva ad essere puntuale.
Ma fu anche in anticipo. Infatti, dopo nemmeno un minuto sentii una moto appostarsi fuori casa e dopo poco il campanello suonare.Andai nel panico più totale. Scesi le scale e misi la giacca. «Quindi sto bene?» Chiesi nuovamente a Gemma, che sbuffò.
«Dio si! E adesso vattene e non tornare più, che mi hai rotto il cazzo.»
Risi e andai verso la porta. Mi schiarii la voce e l'aprii. Louis indossava skinny jeans, maglia bianca, giacca di jeans e ai piedi le sue immancabili vans. «Ehi.» Disse, squadrandomi mordendosi il labbro.
Sorrisi. «Ciao.»
«Andiamo.» Mi diede le spalle e si avvicinò alla sua moto. Lo seguii e mi porse il casco. «Dove vuoi andare?»
Scossi le spalle, mentre mettevo il casco. «Vedi tu, Lou.»
Mi guardò non appena lo chiamai con quel nomignolo, ma non disse nulla. «17 Black, ti va?» Annuii, col sorriso. Salii dietro di lui e subito partì. Mi tenni a lui fortemente, e squittii internamente perché lo stavo toccando di nuovo, dopo più di due settimane.
Arrivammo in poco tempo fuori al locale ed entrammo. La solita signora della scorsa volta si avvicinò e ci sorrise. «Due facce già viste, o sbaglio?»
Sorrisi. «E' la seconda volta che veniamo.»
«Quindi il 17 Black è diventato il vostro posto ormai, ragazzi. Accomodatevi pure lì.» Ci indicò un tavolino all'angolo, ben appartato. Le sorrisi e insieme a Louis mi sedetti al tavolino. Mi schiarì la voce.
«Come stai?»
Corrugò la fronte, aprendo il menù. «Come vuoi che stia?» Sospirai e lessi il menù. Il mio era solo un modo per iniziare una conversazione, ma lasciai perdere perché a quanto pare non aveva voglia di parlare. «Io prendo il solito. Tu?» Annuii in assenso. Quindi, prendemmo entrambi la stessa cosa della scorsa volta. Lui cibo calorico, io cibo più sano.
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I like the way it hurts.
FanfictionCiò che accomuna Harry Styles e Louis Tomlinson è la loro passione per le moto, le corse. Per il resto, i due sono totalmente diversi. Louis è il fenomeno delle corse clandestine, nessuno è mai riuscito a batterlo, ed Harry lo sa. Anche lui sa guida...