Capitolo trentadue.

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Gli lanciai un altro popcorn dritto in faccia e scoppiai a ridere quando mi fulminò per l'ennesima volta con lo sguardo. «Ma quanti anni hai, tre?» Risi ancora di più, reclinando la testa sullo schienale del divano.

Era domenica, tardo pomeriggio, e stavamo guardando un film scelto da lui, con una grossa ciotola di popcorn tra le mie mani e di tanto in tanto, annoiandomi perché quel film non mi piaceva per niente dato che c'erano solamente spari, rapine, botte, gli lanciavo popcorn in faccia e ogni volta morivo per la sua reazione.

«Ma mi annoio!» Mi lamentai, imbronciandomi e mettendomi un popcorn in bocca. Roteò gli occhi e spense la tv.

«Hai accettato tu di vedere questo film.» Sbuffò, prendendosi una manciata di popcorn, mettendoseli tutti in bocca. «Quindi non ti lamentare.» Parlò con la bocca piena, sputacchiando, e lo guardai disgustato.

«Louis, che schifo!» Mi accigliai e scoppiò a ridere, con una mano davanti alla bocca per non sputare ulteriormente. Scossi la testa, sospirando. «Ora chi ha tre anni?» Lo guardai, con un sopracciglio sollevato.

«Ascolta.» Deglutì, ingoiando tutti i popcorn che aveva in bocca, e mi puntò un dito contro. «Perché non gareggiamo, domani sera?»

Alzai entrambe le sopracciglia. Aveva una capacità di cambiare argomento fuori dal comune. Scossi le spalle. «Intendi me contro te?»

«No, io contro un palo. Ovvio.»

«Molto simpatico, davvero.» Lo sfottei, sbuffando. Ridacchiò.

«Vabbe, ci stai?»

«Non lo so, Lou.»

«Dai amore, tanto o vinci tu o vinco io comunque prendiamo un sacco di soldi. Di più se vinco io perché naturalmente nessuno scommetterà su di te, quindi devi farmi vincere così ci portiamo a casa un mucchio soldi.» Ammise, euforico.

«Perché credi che nessuno scommetterà su di me? Potrebbero farlo solo per la mia bellezza, che è indiscutibile.»

Sbuffò. «Si ma poi dovrò ammazzarli tutti quanti, quindi meglio di no.» Ridacchiai e mi misi a cavalcioni su di lui, posando la ciotola di popcorn sul tavolino, mentre lui era ancora con le mani all'interno, per prendere una nuova manciata di popcorn. Infatti, non appena gliela tolsi, si lamentò.

«Ehi! Stavo ancora mangiando.» S'imbronciò, mettendosi in bocca i pochi popcorn che era riuscito a prendere.

Avvicinai il viso al suo, sorridendo maliziosamente. «Non è meglio mangiare me?» Mi morsi il labbro e vidi i suoi occhi cambiare, divenire lussuriosi, vogliosi.

«Puoi dirlo forte.» Urlai per la sorpresa quando di scatto mi prese per i fianchi e mi fece sdraiare sul divano, baciandomi sin da subito appassionatamente.

Ma proprio sul più bello, ovvero proprio quando stava per entrare in me, bussarono al campanello. Eravamo entrambi eccitati e ci lamentammo. «Non andare.» Piagnucolai e ghignò.

«Mi dispiace, amore. Chiunque sia, lo caccio immediatamente. Indossa i boxer, però, e fai calmare la bestia pensando ad una vecchia che te lo succhia.» Emisi un verso disgustoso mentre lui rise e si alzò, indossando solamente i jeans, nascondendo i boxer sotto al cuscino del divano. Mi misi a sedere e indossai boxer e jeans, sbuffando. «E tu che ci fai qui?»

Corrugai la fronte e mi girai per vedere chi c'era dall'altra parte della porta ma non riuscii ad intravedere nulla, fino a quando una donna entrò e abbracciò Louis fortemente.

«Tesoro! Come stai? Per te è normale non fare mai una chiamata a tua madre? Che razza di educaz..oh, ciao!» La donna mi notò e mi salutò, corrugando la fronte. Imbarazzato salutai con un titubante cenno di mano e mi guardai subito intorno alla ricerca della mia maglia, che non riuscii a trovare.

I like the way it hurts.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora