Capitolo ventitré.

8K 505 343
                                    

Sbuffai gettando il panno sul bancone, visibilmente frustrato. Louis quella sera non era venuto al lavoro perché aveva una gara. Ma il fatto che più mi frustrava era che più i giorni passavano, più le sue attenzioni nei miei confronti diminuivano, e più ci vedevamo di meno perché era sempre impegnato con qualcosa. Inoltre sembrava essere indaffarato con qualcosa. Usciva senza dirmi dove andava e con chi.

Scompigliai i capelli, dopo aver pulito il bancone, e sospirai. Andai nella sala principale e trovai Josh a sistemare i tavolini. «Josh, finisco io..vai a casa.» Gli sorrisi cordialmente ma lui scosse la testa.

«Non se ne parla.» Sbuffai.

«Almeno lasciati aiutare.» Si morse le labbra e sorrise, annuendo. In poco tempo la sala fu interamente sistemata, nel mentre ci eravamo già scolati una bottiglia intera di birra.

«Ancora un'altra?» Josh tornò ghignando dalla cucina con un'altra bottiglia di birra tra le mani. Annuii prontamente, ridacchiando. Ne versò il contenuto nei due bicchieri di vetro e ne bevvi subito un sorso. «Come stai?» Domandò, d'un tratto, mentre mi poggiai al bancone dietro cui solitamente sedeva Nina per rispondere al telefono e prendere le prenotazioni. Scossi le spalle.

«Normale..tu come stai?» Lo guardai, bevendo ancora un sorso della birra, finendola.

«Potrei stare meglio, ed anche tu.» Corrugai la fronte, ma quando mi guardò maliziosamente mi morsi le labbra. Guardò il mio bicchiere ormai vuoto e prese la bottiglia tra le mani. «Ancora?»

Annuii, istintivamente. Versò la birra nel mio bicchiere, facendo lo stesso col suo. Bevvi in un grande sorso tutto il contenuto e subito dopo poggiai il bicchiere sul bancone. Mi leccai le labbra e Josh seguì quell'azione mordendosi le sue. Si avvicinò sempre di più, chiudendomi tra il suo corpo ed il bancone. Poggiò su di esso il bicchiere e nel farlo il suo viso si avvicinò ancora di più al mio, facendo sfiorare le labbra. «Scusa.» Sussurrò, senza staccare gli occhi dalla mia bocca.

«Non scusarti per qualcosa che non hai ancora fatto.» Ghignò, mordendosi le labbra. A parlare era stata sicuramente l'eccitazione dovuta all'alcol.

«Rimedio subito, allora.» Senza nessun preavviso poggiò le sue labbra sulle mie, leccandole per chiedere l'accesso che non gli negai. La mia lingua entrò subito in contatto con la sua e si mossero in modo frenetico, passionale, sensuale. Non pensai a nulla, avevo la mente annebbiata dall'alcol e dall'eccitazione che aumentò sempre di più, anche per il suo continuo sfregare la sua erezione contro la mia coscia. Gemetti quando la spinse più forte contro la mia e buttai la testa indietro quando le sue labbra scesero a lasciarmi baci bagnati sul collo.

Non pensai a Louis, in quel momento. Non pensai a niente. Volevo solo soddisfare quella malsana eccitazione dovuta anche, e soprattutto, all'alcol. Morse e succhiò la clavicola, lasciando sicuramente segni ben visibili. Portai le mani tra i suoi capelli, tirandoli per far allontanare il suo viso dal mio collo e far riunire le nostre labbra. Le sue mani dai miei fianchi scesero alla patta dei jeans, in cui si notava benissimo il rigonfiamento. Sbottò i miei jeans e con la mano massaggiò la mia erezione da sopra i boxer. Ansimai, mordendogli le labbra.

Ma quando le sue dita entrarono dentro ai boxer, toccando la mia erezione senza più nessuna stoffa di mezzo, pensai immediatamente a Louis, alle sue mani, alle sue dita, alle sue carezze che erano del tutto differenti da quelle di Josh. Erano più dolci, più piacevoli. Sgranai gli occhi e, con un minimo barlume di lucidità, allontanai Josh spingendolo violentemente. Il ragazzo andò a sbattere contrò un tavolo, facendo cadere le sedie che erano ben sistemate sopra di esso, provocando un baccano assurdo.

«Harry!» Si lamentò, guardandomi ad occhi sgranati.

Boccheggiai, col respiro affannoso, distogliendo lo sguardo da lui e guardando dappertutto tranne i suoi occhi. «Vattene.» Dissi, con un filo di voce.

I like the way it hurts.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora