Capitolo tre

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"Jane."

"Oliver." Saluto senza sollevare lo sguardo dal libro che ho fra le mani.

"Ancora lì?" chiede lasciandosi cadere a peso morto su quello che ormai è diventato il suo sedile.

"Come ancora lì?"

"Ieri eri a pagina dieci, ne hai lette solo altre tre."

"Quindi? Non mi piace leggere, fine della storia."

"Come siamo scontrosi, oggi. È perché sta piovendo?"

Gli lancio un'occhiataccia, alla quale risponde con un sorriso, poi ricomincio a leggere.

Quando rialzo lo sguardo, poche pagine dopo, lui è ancora lì. Mi guarda, e sorride.

Non un sorriso eccessivamente largo, a labbra schiuse e denti scoperti, ma radioso: i suoi occhi riflettono la luce di un sole che non c'è.

"Come mai siamo così allegri? È perché sta piovendo?" Gli faccio eco.

"Non posso essere felice di vederti?"

"Ma fammi il favore. Nessuno è felice di vedermi."

"Giornataccia a scuola?"

"Perspicace."

"Non mi hai ancora detto a che anno sei."

"Non ha importanza."

"Se lo dici tu."

Distoglie lo sguardo. È la prima volta che lo fa ed è strano non sentire i suoi occhi bruciare curiosi la mia pelle.

"Quindi? Ti va di parlarne?" chiede.

"Perché dovrei?"

"Perché non dovresti?"

Sbuffo, rassegnata. "Sono solo degli idioti."

"Chi?"

"Tutti. Sono idioti. E io sono una stupida, perché li sto ad ascoltare."

"Le grandi menti pensano diversamente."


***


Hey! Non ho molto da dire, ad essere sincera. Speravo in qualche lettore in più, ma forse proprio non è la mia strada, la scrittura.

Spero che i pochi che seguano Weather Talks apprezzino comunque questo capitolo e abbiano il tempo di lasciare un voto o un -anche breve- commento, sapete, per avere un'idea di come sta andando, se vale la pena di continuare o se mollare direttamente, perché tanto non interessa.

Vostra,

That_Ravenclaw_Girl

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