Capitolo Ventotto

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La camera di Oliver è pulita e ordinata.

"Wow." Mormoro entrando.

"Cosa?"

"Niente. Solo... ho sempre pensato alle camere dei ragazzi come enormi cassonetti della spazzatura. Sai, videogiochi buttati sul letto e cartoni vuoti della pizza sul pavimento, magari con anche qualche lattina di birra accartocciata."

"Tu ti guardi troppi film." Ride buttando lo zaino sotto alla scrivania in legno chiaro.

Non è una stanza particolarmente spaziosa, ma l'ambiente è ben organizzato. Un letto matrimoniale coperto da un piumone bianco appoggia la testiera alla parete verde chiaro di sinistra mentre a destra, sotto una grande finestra, è addossata la scrivania.

"È bella." Mi lascio scappare ammirando i trofei allineati su una mensola sopra al letto assieme ad alcuni libri.

"Grazie."

Solo ora guardo davanti a me. Un grande armadio è appoggiato alla parete di fronte all'entrata, una delle spaziose ante scorrevoli totalmente occupata da uno specchio.

Non posso evitare di osservare il mio riflesso.

I capelli castani sono legati in una coda di cavallo così disordinata che sono quasi più i ciuffi scappati all'elastico che quelli effettivamente raccolti. I miei occhi nocciola sembrano più scuri di quello che sono in realtà a causa delle nuvole che coprono il sole e la punta del mio naso è arrossata dal freddo.

Abbasso lo sguardo sulle mie curve quasi infantili. Il seno ancora in via di sviluppo, forse più verso la partenza che l'arrivo ed i fianchi stretti.

E poi ancora fino alle cosce che si toccano nella loro parte superiore quando tengo i piedi uniti.

Mi scappa una smorfia di disgusto e Oliver sembra accorgersene, perché si avvicina fino ad essere anche lui compreso nell'immagine riflessa.

È dietro di me, ma troppo lontano perché io riesca a sentire il calore del suo corpo. Non che questo importi, perché la distanza sembra azzerata dallo specchio, che restituisce quelle che sembrano due persone vicine, quasi abbracciate.

In fondo la distanza è un concetto relativo.

"Cosa c'è che non ti piace?" Spezza il silenzio.

"Cosa intendi?"

"La faccia che hai fatto prima. L'ho vista. Perché?"

Sbuffo. Vorrei dirgli che va tutto bene, che mi piaccio così come sono, ma le mie labbra sembrano incapaci di mentire quando parlo con lui.

"Tutto. Voglio dire, non ogni parte come singola... ma nel complesso."

Muove un passo verso di me, ma non mi volto. I nostri sguardi si incontrano nello specchio.

Mi circondo la coscia destra con la mano. "Guarda qui, ad esempio. Qualche centimetro in meno farebbe solo bene."

"E anche qui." Mi pizzico il fianco mettendo in evidenza lo strato di grasso accumulato. Non è molto, ne sono consapevole. Ma c'è.

Lui sorride come si fa con i bambini quando si rifiutano di credere che Babbo Natale non esiste. Comprensivo, con un accenno di compassione, forse.

Si avvicina ancora, ora sento il suo corpo sfiorarmi la schiena. Riesco quasi a percepire il fisico scolpito dai tuffi.

Appoggia una mano sulla mia rilassando i muscoli delle mie dita, che allentano la presa sulla carne rimanendo semplicemente appoggiate al mio fianco.

"Questo." Alza la mano sfiorandomi il braccio lasciato scoperto dalla maglietta a maniche corte e mandando scariche di brividi lungo il mio corpo. "Dimostra che non sei uno scheletro ambulante." Riporta le calde dita sui miei fianchi.

"Sì, ma-"

Mi interrompe prima che possa continuare. "Secondo me sei bellissima così. Hai i tuoi difetti, sì, ma sei come l'arte. E l'arte non deve essere perfetta. Deve fare emozionare."

Le sue parole mi spiazzano, lasciandomi incapace di reagire.

Incapace di reagire quando vedo il suo viso avvicinarsi pericolosamente ed incapace di reagire quando le sue labbra si posano dolcemente sulle mie.

Le sfiora e basta con il suo fresco soffio di liquirizia. Non mi sbatte contro il muro, non ci sono dita che frettolose si intrecciano nei capelli né fianchi che si spintonano avidi. È timido, lento, ma sincero. Non è come nei libri, non è come nei film.

Ma siamo noi



***


Okay, dirò la verità: non sono per niente sicura di questo capitolo. Come avrete letto Jane non può essere definita la classica ragazza Tumblr con le cosce più sottili di uno stecchino e una quarta di seno nonostante la pancia così piatta da sembrare concava.


Mi piace il fatto che sia... umana. Ancora sedicenne, nel pieno dell'adolescenza, pochi sono perfetti in quel periodo. Spero davvero che la situazione sia realistica.



E niente. Si sono baciati, eh? Spero di non avervi deluse. So che è un momento "importante" nel corso della storia, quasi chiave, e non sono sicura di averlo reso al meglio, soprattutto senza cadere nella classica trasfusione di saliva delle storie qui su wattpad con tanto di morsi sulle labbra, picchiettii di lingue su denti e vere e proprie guerre nella cavità orale dei poveri malcapitati.


Okay, mi ritiro. Devo andare a vedere Deepwater Horizon e non vedo l'ora! Anche se temo proprio dovrò andarci da sola, perché sembra che nessuno voglia venire con me. Whatever, credo che a nessuno interessi della mia vita privata in ogni caso quindi sì... alla prossima!

That_Ravenclaw_Girl

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