Capitolo diciannove

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I fiocchi di neve mi si incastrano nei capelli mentre percorro le strade della periferia di Londra.

Ha appena iniziato a nevicare, ma non sembra nulla di serio. Giusto una spolverata come anticipo del vero inverno.

Il moro cammina di fianco a me, le mani nelle tasche dei jeans che gli fasciano morbidi le gambe. Porta un maglione blu oltremare e un beanie dello stesso colore che lo fanno allo stesso tempo spiccare e confondere fra le strade non più così affollate.

Non mi ero mai resa conto di quanto in realtà fosse alto in confronto a me: venti centimetri come minimo.

"Quindi... wow, è strano vederti fuori dal bus."

Lui alza lo sguardo da terra e sorride dietro alla montatura degli occhiali che pian piano diventano familiari anche per me.

"Sì, è vero. Sembri ancora più bassa del solito." Ridacchia.

Gli do un leggero pugno sul bicipite, ma non lo sposto di un millimetro. In risposta alza il braccio destro circondandomi le spalle.

"I tuoi sanno che sei con me, vero? Non vorrei passare per un rapitore ossessionato da te."

"Perché lo sei? Ossessionato da me, intendo."

Scuote la testa sospirando.

"Sì. Ho inviato un messaggio a mio padre poco prima di scendere dall'autobus, anche se dubito lo leggerà prima di sera. Erano dall'avvocato."

"Mi dispiace."

"Non è colpa tua."

"No, non lo è. Ma so cosa si prova, e mi dispiace tu debba passarci."

"In fondo non è questo gran problema." Borbotto alzando le spalle "ultimamente a casa non si riesce nemmeno a respirare, forse è meglio per tutti."

Annuisce, poi cambia argomento. "Cosa ne dici di un film?"

Allungo il braccio sfilandogli il beanie dalla testa e indossandolo. "Dico che è un'ottima idea. Cosa offre la casa?"

Lui sembra pensarci un po' su. "Poco, ad essere sinceri. Ma c'è un piccolo negozio dove noleggiano DVD qui all'angolo, possiamo farci un salto."

"Impossibile!" sbotto "Hanno chiuso tutti! Ora la gente guarda tutto in streaming."

"Sì, può darsi. Ma sono uno che alla qualità ci tiene, e quella dei film online di solito è pessima. Per non parlare degli anni che ci mettono per caricarsi."

"Quindi ammetti di averci provato!" Alzo l'indice puntandolo verso di lui.

Ridacchia. "Già, ma non dirlo ad alta voce, che poi se hai voglia di parlare devi venirmi a trovare dietro alle sbarre."

"Esagerato!"

Si sistema lo zaino sulla spalla sinistra. "Sai, ti sta bene quel coso." Dice accennando con il mento al berretto.

"Non è un coso." Lo correggo indignata. "Si chiama beanie e, per tua informazione, è uno dei capi più hipster della storia, tanto per riprendere la conversazione di Lunedì."

"Come vuoi. Me l'ha regalato mia cugina. Non ricordavo nemmeno di averlo nell'armadio."

Cala il silenzio, rotto solo dalle occasionali macchine che attraversano la lunga via o dalle villette a schiera con le finestre aperte dalle quali provengono spezzoni di BBC one e Netflix.

Pochi minuti dopo svoltiamo a destra e davanti a me trovo, come promesso, l'insegna dalla vernice scrostata di un noleggiatore di CD e DVD.

Entriamo accompagnati dal trillare di una campanella argentata appesa alla porta.

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