Capitolo tredici

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"Cos'è?"

"Un biglietto di scuse. Prendilo."

Lo fisso in silenzio.

"Ti prego."

Afferro il pezzo di carta stringendolo fra le mani.

"Aspetta, Jane, che stai- perché l'hai strappato?"

"Non voglio le tue scuse, Oliver. L'hai detto tu stesso: non posso capire. Sono solo una stupida. Stupida, stupida, stupida ho persino creduto che con me parlassi volentieri."

"Ma è così!"

Apro la bocca per ribattere, ma le sue parole sono più veloci delle mie, mi investono come le onde del mare in burrasca, mi spingono sott'acqua senza darmi la possibilità di reagire, obbligandomi a lasciarmi trasportare dalla corrente.

"Io... mi sveglio la mattina e il mio primo pensiero è cosa ti dirò una volta salito su questo stupido autobus, come reagirai, se sarai dell'umore giusto per degnarmi di uno sguardo, se sarai ancora qui o se stufa di me avrai cambiato linea. Vedo mia madre, i suoi occhi circondati dalle occhiaie, e mentre la saluto penso a come sfuggirò dal dolore che la avvolge e la prima a venirmi in mente sei tu perché Jane, per quanto cinica, schietta e sarcastica con i tuoi commenti apatici e pungenti... sei la parte migliore della mia giornata."

I suoi occhi sono fissi nei miei, il suo sguardo non vacilla nemmeno per un istante mentre riversa su di me il peso delle sue parole.

Non rispondo.

Il suo petto si gonfia in un profondo sospiro di sconforto mentre il ciuffo gli ricade sugli occhi.

China la testa, rinuncia.

È quasi troppo tardi quando sposto la mia mano sulla sua.

"Scusa." Soffio in un timido sorriso.


***


Che dire... buon ferragosto, spero che apprezziate questo breve capitolo.

Fatemi sapere cosa ne pensate!

That_Ravenclaw_Girl

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