Capitolo trentasei

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"Non voglio farlo."

"Jane, non costringermi ad usare la forza."

"Non lo faresti mai."

"Non mettermi alla prova."

"Ma non voglio!"

"Accendi il telefono."

I suoi occhi blu trafiggono i miei. So di avere torto. E so di non poter resistere.

Con un sospiro premo il delicato tasto argentato. Non pensavo che potesse essere così doloroso.

Il tempo sembra congelarsi, l'attesa mi logora mentre la familiare mela compare sullo schermo, per poi svanire e lasciare spazio alla schermata di blocco.

Ci vuole qualche secondo perché il cellulare si riprenda, prima che un'interminabile sequenza di suoni e vibrazioni attraversi la stanza.

"Quante sono?" Chiede dall'altro lato del divano.

Non rispondo.

"Jane." Mi ammonisce.

"Ventiquattro."

"Ventiquattro chiamate perse?"

"Otto da mia madre, dieci da mio padre, le altre da mia nonna."

Abbassa lo sguardo. "So che non ho nessun diritto, ma... forse dovresti farti sentire. Almeno far sapere che stai bene."

Annuisco prima di digitare il numero di mia nonna.

"Pronto?"

"Ehi, nonna."

"Jane! Grazie al cielo, pensavo ti avessero rapita! Dove sei? Sono due giorni che non ti fai sentire, tuo padre stava per andare dalla polizia."

"Tranquilla, non parlare così veloce. Sto bene. Sono... da un amico."

"Amico? Non voglio essere indelicata, tesoro, ma non credo che-"

La interrompo prima che possa concludere la frase. "È un bravo ragazzo. Dico davvero..."

Alzo la testa timidamente, incontrando gli occhi di Oliver, quasi increduli alle mie parole.

"È fantastico." Sorrido con le guance in fiamme, disegnando sul divano invisibili trame immaginarie.

Le sue labbra si increspano incerte, come se fosse un bambino alla sua prima cotta.

"Mi fido di te, lo sai, ma non sono tranquilla. Fai attenzione, e ricorda che la mia porta è sempre aperta per te."

"Grazie. Ci pensi tu alla ma- a Cassandra e a Nicholas?" mi correggo.

Lei sospira. "Parlerò io con i tuoi genitori. Non credo che saranno entusiasti della tua nuova sistemazione, comunque. Ti saprò dire."

"Grazie mille. Ti voglio bene."

"Anche io piccola. Non sai quanto."

Chiuda la chiamata con un nodo alla gola. Non avevo idea di quanto le mie azioni potessero ferire mia nonna, l'unica ad essermi stata vicina in ogni momento della mia vita.

Oliver mi dà un leggero spintone, ammiccando.

"Fantastico, eh?"

Ridacchio. "Oh, sta' zitto!"



***



Nulla da dire.


Non è stata una grande giornata... anzi. Penso si rifletta abbastanza sul capitolo che ho scritto, ovvero il prossimo, quindi sì, preparatevi.

Vi ringrazio per tutti i vostri commenti, sono davvero fantastici e ho l'impressione di non dirvelo abbastanza. è grazie a voi che tutto questo è possibile, grazie a voi se non abbandono tutto.


Quindi sì, questo capitolo è dedicato a voi lettori.

Ma non lo è forse l'intera storia?


That_Ravenclaw_Girl


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