"Film?"
"Film." Rispondo sorridendo e appoggiando il tovagliolo sul tavolo.
Ci alziamo incamminandoci verso il salotto, lui dietro di me, il petto così vicino alla mia schiena che sento il suo fiato caldo sul collo.
"Cosa guardiamo?" sussurra appena.
Chiudo gli occhi, cercando di concentrarmi e mantenere un tono di voce stabile.
"Non so, cosa proponi?" Le ultime sillabe salgono spaventosamente verso l'acuto, mi sembra quasi di sentirlo sorridere alle mie spalle.
Sa quanto mi stia rendendo nervosa in questo momento.
"Hai mai visto One Day?" chiede.
Scuoto la testa.
"Allora sei fortunata. Ho portato il dvd." Dice sollevando una sportina che aveva lasciato all'ingresso e porgendomela. È davanti a me, ora. Gli occhi blu brillano giocosi.
Leggo la trama sul retro della custodia. "Ma è un chick flick!" esclamo divertita.
"Ah ah, non dirlo nemmeno per scherzo. Questo è molto meglio!"
"Vedremo."
Entro in sala e accendo la tv mentre Oliver prende la coperta che mia nonna aveva appoggiato di fianco al divano e sprimaccia i cuscini.
Si sdraia schiacciandosi contro lo schienale, lasciandomi lo spazio davanti a lui.
Non ci metto molto a far partire il film e appena mi infilo anche io sotto il telo di pile le sue gambe si intrecciano alle mie.
Mi sorprendo a sorridere al semplice gesto.
Resiste venti minuti. Venti minuti senza parlare, poi: "Sai, ieri ero in centro." Mormora.
Sto zitta, come a dargli spazio per continuare, ma mi avvicino ancora di più a lui per fargli capire che sono qui, che sto ascoltando.
"E mi è venuto in mente che non ti ho ancora fatto un regalo di Natale."
Mi rigiro in modo da guardarlo negli occhi, scuri nella penombra della stanza. "Mi hai permesso di stare da te quando non sapevo dove andare, hai fatto fin troppo, Olls."
Stretti nel poco spazio offerto dal divano, i nostri nasi quasi si sfiorano, il mio petto è a pochi centimetri di distanza dal suo.
Sorride.
"Non posso aver voglia di farti un regalo?"
Si agita improvvisamente, cercando di raggiungere qualcosa nella sua tasca posteriore dei pantaloni. Sento le guance a fuoco e abbasso lo sguardo quasi d'istinto.
"Ecco." Sussurra porgendomi una scatolina.
La apro accompagnata dalla sua soffice risata per i movimenti impacciati a cui sono costretta per evitare di cadere per terra.
Il ciondolo brilla, illuminato dalla luce blu dello schermo della tv alle mie spalle, dove i personaggi continuano a parlare.
Le mie labbra si spalancano in una perfetta "O" alla vista della stella di cristallo che pende dalla catenina argentata.
"Buon Natale, Janie." Sussurra prima di portare la mano destra dietro alla mia nuca e far collidere le sue labbra con le mie.
Per la sorpresa lascio cadere la scatolina, che si perde sul divano, ma Oliver non sembra curarsene, perché mi attira ancora più vicino a sé.
Le mie palpebre si abbassano, come comandate da una forza superiore, e un lento sospiro scivola dalle mie labbra. Non mi ero accorta di quanto avessi bisogno di questo contatto.
Appoggio il palmo destro sul suo petto, mentre con la sinistra stringo nel pugno la sua camicia.
Sento improvvisamente caldo mentre i nostri corpi si intrecciano quasi volessero diventare uno solo.
Mi era mancato. Mi era mancato così tanto.
Spezziamo il contatto solo per cercarne un altro frazioni di secondo dopo, e poi ancora e ancora fino a che i nostri non diventano tanti baci veloci e spezzati, come lo staccato di un'orchestra sinfonica.
Ci metto qualche minuto a rendermi conto di cosa sta succedendo e finalmente spalanco gli occhi allontanandolo.
Le sue labbra sono ancora leggermente protese verso di me, leggo confusione nel suo sguardo e tutto d'un tratto mi sembra di aver fatto la scelta sbagliata.
"Non..." comincia, ma non termina la frase. Forse nemmeno lui sa cosa dire.
"No, no!" esclamo. "Solo che... stanno succedendo così tante cose, ed in così poco tempo. I miei genitori, tua madre... noi." Le ultime parole sono quasi impercettibili.
"Penso... penso che forse sia troppo presto. Tu mi piaci, Oliver. Davvero tanto. Ma ho una confusione in testa in questo periodo- voglio che fra noi sia tutto perfetto, capisci? Ho- ho bisogno di tempo."
Non dice nulla.
Si limita ad annuire con gli occhi di ghiaccio.
"Capisco." Stringe le labbra alzandosi lentamente. "Forse è meglio che vada. Non sono- non sono arrabbiato, okay? Va benissimo. Ho solo bisogno di stare un attimo da solo, tutto qui."
Ora è il mio turno di annuire mentre mi avvio e tolgo il dvd dal lettore, porgendoglielo.
Non abbiamo nemmeno finito di vederlo.
"Ci sentiamo, allora?" quasi lo imploro.
"Certo." Acconsente.
Ma la sua voce è distante.
***
Scusateeeee!!!!!!!!
Fra conservatorio, fine trimestre e sport vari proprio non ci sono riuscita. Mi dispiace mi dispiace mi dispiace.
Ho avuto anche una sorta di blocco dello "scrittore" e... già.
Scuse povere, lo so, ma almeno è la verità.
Poi mi sto imbarcando in un altro progetto... una storia nuova di zecca, già! Presto avrete più dettagli ;) (sempre che vi interessino ahahah)
E niente, cosa ne pensate?
è molto che non aggiorno e il feedback è quasi inesistente. Vedere il numero di notifiche salire... be', mi manca. Quindi votate e commentate se pensate possa valere quei trenta secondi che vi richiede digitare qualcosa nello spazio commenti.
Spero davvero questa storia valga lo sforzo. Sarebbe... deprimente se non fosse così. Ci metto davvero parte di me, anche se nell'ultimo periodo mi sono un po' lasciata andare.
Quindi niente, dubito che qualcuno sia arrivato a leggere fin qui, ma nel caso... BUON NATALE!
That_Ravenclaw_Girl
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Weather Talks
Historia Corta"Gli sconosciuti parlano del tempo" *~*~* Highest rank: #53 in Short Story