Non posso accettare ciò.

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Louis
Non potevo ancora crederci. La ragazza a cui ho fatto del male, è qui con me. Non me lo merito. Non merito il suo affetto. Sono uno stronzo, lo so. Ma quella sera non so cosa mi sia preso. L’agente mi stava parlando di quello che era successo, ma io avevo occhi solo per lei, “Ha capito signor Tomlinson?” “Sì, sì..”. Parlava con mia sorella. O almeno, mia sorella parlava e lei stava ad ascoltarla. Le donne più importanti della mia vita. Loro due. Non che le altre mie sorelle fossero di meno, ma con Lottie avevo un rapporto diverso, forse perché era la più grande… E Sum…beh… Sum si può capire il perché. L’agente mi diede un bigliettino, poi venne il medico che mi disse di venire tra qualche giorno per disinfettarlo una seconda volta. Dopo fui libero. Libero di ritornare alla normalità, o… quasi… “Allora?! Andiamo a prendere i miei abiti? Mi hanno detto che posso.”. Non mi rivolgeva lo sguardo. Continuava a guardare a terra. Non mi aveva perdonato, questo era poco ma sicuro. Anche se però era venuta da me, a vedere come stavo. Se fossi stato ormai solo il passato, non gliene sarebbe importato niente di me e invece…Si incamminò verso l’uscita, senza degnare nessuno di uno sguardo. Tutti quanti la seguimmo. “Vieni con noi Sum?” chiese Niall mettendo la sua mano sulla sua spalla, “No… vado a casa… torno in bici… ci v-vediamo più tardi, no?” disse salendo sulla sua bici, “Certo.” Disse Niall baciandole la fronte. Niall sapeva che le avevo fatto del male oppure no? Penso di no.. se no a quest’ora sarei morto. Mi aveva avvisato Niall che non dovevo scherzare con sua sorella o sarebbero stati guai per tutti. Quindi penso proprio che Sum, si sia tappata la bocca. “Allora ci vediamo dopo!” dissi io guardandola sorridendo, “Mh…”. Cominciò a pedalare ed andò via. Salimmo in macchina tutti quanti, ovvero io, mia sorella e Niall. “Le hai detto che ti drogavi?” chiese Niall afferrando lo sterzo. Aveva preso la patente da poco, cosa che mi preoccupava un po’… “Veramente lo ha scoperto…” dissi mettendomi la cintura, “Come lo ha scoperto?!” esclamò mia sorella incredula, “Abbiamo anche litigato per questo.. penso non mi vuole vedere più in faccia anche se oggi è venuta all’ospedale di corsa.” “Potevi dirmelo prima… chissà avrete problemi a casa mia…” disse Niall, “Uh, io non ne ho problemi. Più la guardo, più sto bene. Lei…ecco…lei non lo so se ha problemi a convivere per due massimo tre settimane con me.” Dissi io, “Tutto si risolverà, ne sono certo.” Disse mettendo in moto e partendo. Era un ottimo amico, Niall. Solo che se gli si toccavano le persone a lui caro poteva fare di tutto, anche uccidere. Andammo a casa mia. Mia sorella scese. Mi abbracciò forte poi Niall mi chiese se avevo bisogno di una mano per prendere  gli indumenti. Dissi di no, e che ce l’avrei fatta da solo ed entrai. C’erano anche degli agenti. Il mio sangue era ancora sparso per terra. E anche il sangue di quel bastardo. Presi tutto ciò che dovevo prendere e ritornai fuori, dove mi aspettava Niall. Ritornammo in macchina e cominciammo il nostro percorso per casa sua.
Io
Non accettavo tutto ciò. Non potevo accettare che il ragazzo che mi stava violentando, dormisse a casa mia. Mai e poi mai. Dovevo vederlo ogni mattina, o in salone, se dormisse nel divano letto, o in camera di Niall. Camera mia nemmeno a parlarne. Ero seduta sul divano ad ascoltare musica, pensando a tutto quello che poteva succedere nell’arco dei giorni in cui lui era qui, a casa mia. Quando la mia attenzione si attirò verso la porta che si apriva. Dovevano essere loro due. Subito mia mamma venne ad accoglierli. “Louis!!” disse lei abbracciandolo, “Oddio che ti è successo al braccio!?” “Eh… Stava… stava pulendo casa sua.. e gli si è rotto il vetro della finestra… sai quello fragile che avevamo noi prima? E si è tagliato. Siccome i suoi sono fuori per lavoro, non è che può dormire qua?”. Ottima scusa Niall. Con quel maledetto vetro mi feci male io, all’età di tre anni. “Ma certo, Louis! Anche Sum una volta si fece male con quel vetro. Comunque o dormi con Niall o dormi nel divano. Come vuoi tu!” disse mia madre indicando il divano in cui io ero seduta, “Va benissimo il divano.” Rispose Louis sorridendo, “Sum! Fai il letto a Louis su.” Disse dandomi ordini. Mi alzai, levai la musica ed andai a prendere le lenzuola adatte per questo tipo di letto. Ritornai in salone e le lasciai a terra, cominciando a smontare, in certo senso, il divano. Levai i due cuscini in cui si ci siede e uscii fuori il letto. Misi le lenzuola, “Lo devo lasciare aperto o lo chiudo?” “Lascialo aperto, caso mai Louis si volesse riposare.” “Oh… sì… avrei una gran voglia di farmi un pisolino…” disse lui quasi sorridendo, “E’ tutto tuo.” Disse mia mamma. Misi il cuscino sopra il letto e andai nella poltrona, di nuovo con le cuffie, di nuovo con la musica. Lui posò la sua roba a terra e si distese nel letto prendendo la posizione più comoda. “Non ci posso credere. Il mondo mi è caduto a dosso.”. Mandai questo messaggio a Harry. Solo lui probabilmente poteva capirmi, oltre a Carly. “Cosa è successo? Ho saputo che hanno accoltellato Louis.. Ma… Tutto apposto? E’ grave?” “No…. Non è grave… E’ vivo e vegeto… Il problema è che si è fissato a casa mia.” “No.. non ci posso credere… Cioè?! Dorme a casa tua?” “Esatto! Cioè devo vivere con questo qua. Con quello che mi fa soffrire. Te ne rendi conto?” “Ma chi è che ha avuto la brillante idea di invitarlo?” “Secondo te…?” “Niall…! HHAAHHA Lo sapevo… HHAHA” “Adesso è messo che dorme… No… ma io non ce la posso fare a vivere con questo.. No, no cambio casa. HAHAH” “Eh.. la vita!! AHHAHA” “C’ho fame, vado a vedere cosa c’è da mangiare. Ci si vede! xx” “Ciao Sum!! xx”.
La nostra conversazione finì lì. Quello era messo che dormiva beatamente, mentre io stavo morendo di fame. “ Mamma!! Io avrei famee!” gridai io, “Sum!! Non gridare!! Ci sono ospiti, comincia a fare l’educata.” “Oh mamma… mi ha visto nascere tra un po’ Louis…” “Porta sempre rispetto.” Disse lei indicandomi con un dito, “Va boh… Allora!? Che si mangia?” “Pasta e salmone. Se mi fai mettere la pasta sulla pentola.”. Me ne ritornai in salone. Si stava svegliando. Meglio ritornare in cucina. Presi il telefono e mi trasportai in cucina, “Ed Harry? E’ stato carino ieri a venire a vederti.” Disse mia mamma sorridendo mentre cucinava, “Eh sì…è un ottimo amico. Ti capisce al volo e ti ascolta sempre.” “Quindi solo amici eh?!” “ Oh… mamma… ma sei veramente fissata eh!”, “ Va bene, va bene ho capito.”. Mi squillò il telefono. Un messaggio, “Non c’è bisogno che scappi. Mica ti mangio. Lou. xx”. Madonna santa… Se la sua vita a casa mia sarebbe cominciata così, lo avrei sbattuto fuori casa. Misi la tavola, apparecchiando per 5. Erano l’una e dieci quando la porta si aprì. “Louis! Ma cosa ci fai qui?” sentivo tutto dalla cucina, “Mi son fatto male… Sì e rotto il vetro e mi sono tagliato. I miei sono fuori città, così Niall mi ha offerto un posto a dormire da voi.” “Ma ha fatto benissimo! L’importante è che tu stia bene, figliolo.” “Sì, sì sto apposto. Grazie, grazie davvero.”. Mio padre venne verso la cucina, e mi venne ad abbracciare, “Ciau papi.” “Tutto apposto alla faccia?” “ Sì, sì. Apposto.” Ennesima persona che mi ricorda cosa è successo. “ Louis dorme da noi. Mi fa davvero piacere.” “Anche a me Josh.” Disse mia mamma sorridendo, “Comunque stasera abbiamo una cena con i miei colleghi. Sum, tu rimani a casa?” “Stasera? Penso di sì. Ma Niall esce?” chiesi io sperando in una risposta negativa, “Penso proprio di sì.” Disse mio padre assaggiando un po’ di condimento con un pezzo di pane. “Sì, Niall esce!” disse Niall arrivando alla sprovvista. Mia mamma scese la pasta e la mise nei piatti, “Sum, vai a chiamare Louis.” “Mh, mh…” “Vado io, vado io.” Disse Niall dandomi una pacca sulla spalla. Mi guardò negli occhi, come se sapesse tutto, come se sapeva che io non avevo voglia di vederlo. Mi sedetti a tavola e poco dopo vennero i due e mangiammo. “Più tardi venite a mare?” “No.” Lo dicemmo insieme, come quella volta che ci chiedemmo se volevamo andare insieme a quella maledetta festa. “Madonna che entusiasmo ragazzi…” disse mia mamma ridacchiando, “Non mi va di andare a mare.” “Ed… io ho il braccio fasciato. Dovrei rimanere in spiaggia, con la voglia di buttarmi, no, no.” “Beh… ha un po’ ragione Louis…Ma tu Sum! Strano! Di solito ami il mare.” Disse mio padre meravigliandosi, “Sì è vero, ma oggi non ne ho per niente voglia. Non mi va.” “E va beh… sarà alla prossima.”. Stese quasi un istante a guardarmi, poi riprese a mangiare.

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