Only you

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Le tapparelle si alzarono e il sole, ancora chiaro, sfiorò i miei occhi ancora semichiusi “ Dormigliona è ora di salutarci.”. Era la voce di mio padre, che come quasi ogni mese, diceva le stesse parole “ “Mh.. Papà…” Ancora mezza addormentata mi alzai e lo abbracciai e insieme scendemmo giù per salutare anche mia mamma “ Ragazzi, mi raccomando fate i bravi. Niall non fare tua uscire tua sorella per nessun motivo la sera, e se devi andare a qualche festa la lasci a casa. Tu non ti ubriacare.” Ed ecco mia mamma che, come sempre, si raccomandava con mio fratello di me. Anche se io avevo 17 anni e lui 18, io ero la più responsabile, anche se ancora nessuno lo aveva capito. “ Va bene, mamma, ciao.” L’abbraccio. “Certo mamma, non ti preoccupare, starà sotto la mia protezione.” Disse Niall con un tono tipo padre di famiglia. Eh già, come ogni mese i miei andavano a lavorare in un altro paese, e a me e mio fratello toccava restare sempre soli a casa, anche se a lui la compagnia non gli mancava mai. “Quindi hai capito che ha detto mamma?”. Quella faccia da saputello che non sapeva la riconoscevo sempre. “ Sì, e tu hai capito che io come ogni volta non ascolterò i tuoi ordini?” Fottuto. “No, stavolta li ascolti. Non me ne frega niente. Stasera c’è una festa ed io non posso mancare, che ti sia chiaro.” Mi minacciava con quello sguardo profondo e un dito puntato contro di me” Una solita festa organizzata da quel fottuto Malik?” Mai che mi avesse invitata ad una sua fottuta festa dove c’erano i più fighi e i più importanti e famosi della scuola “Sì, esatto e tu non puoi entrare. Anche perché non ti lascio uscire.” Padre protettivo all’attacco “ Ma tanto quello manco sa che esisto. O almeno se esisto per lui sono solo la sorellina viziata di Horan…” Stavo parlando con lo stesso verso che faceva Zayn quando pronunciava quella frase “Esatto.” Si mise quel fottuto cappello rosso in testa, coprendosi quei fottuti capelli biondi colorati. “Horan, ti chiedo solo una cosa: se porti una tua conquista notturna, fammi il piacere di farla stare zitta. Perché poi non dormo e…” Mi interruppe “Allora uso camera di papà e mamma. Così non disturberò la mia sorellina che deve tanto dormire la notte” Mi stava prendendo per il culo “ Questa me la paghi Horan, questa me la paghi.” Senza accorgermene lo stavo indicando con un dito in segno di minaccia “Uh, che paura che ho.” Alza le mani e tipo trema “ Ritorno a dormire. Ciao. Non mettere la musica a palla mi raccomando.” Salii i primi gradini e mi accorsi che mi stava facendo il verso ed il furiosa me ne salii in camera a finire di dormire, e a finire il mio sogno, incompleto. Svegliata completamente mi vestii e scesi. Presi un cono gelato, sì perché io la mattina non facevo una vera colazione, ma tipo uno spuntino pomeridiano, e mi sedetti comodamente sul divano “ Mi spieghi perché di prima mattina, ti piace mangiare quel coso e non una bella tazza di latte?” Disse Niall aprendo il frigorifero, e prendendo il latte “Perché io posso.” Ecco la mia risposta, sempre più usata da me, e che faceva incazzare mio fratello. Per un po’ ci fu silenzio totale, quasi imbarazzante, che poi cu interrotto dal suono del campanello “ Hanno bussato, vai a vedere chi è.” Dissi indicando la porta “ No, io sto mangiando. “ Mi prendeva per il culo o cosa? “ Perché secondo te, io che sto facendo?” Lo guardai con una faccia di ebete, e per evitare che ci fossero altri casini mi alzai e andai ad aprire dando leccate al mio gelato: “Ciao, Horan.” Sorride a 32 denti e mi da un bacio sulla guancia. Tutto ad un tratto il calore che sentivo raddoppiò. In quei giorni c’era un caldo infernale, ma oggi ne faceva ancora di più “ C’è tuo fratello?” Disse facendo con il viso un segno verso casa “Sì, sono qua.” Ecco la dannata voce di mio fratello che rovina il mio sogno. Mi spostai per farlo entrare, e lui entrò. Quei due si salutarono con il loro saluto maschile, patetico e poi si sedettero sul divano “Stasera andiamo tutti e tre alla festa insieme?” chiese lui, mentre mio fratello gli faceva gesti di stare zitto “No, aspetta che cosa?” Dissi con aria interessata. Se mio fratello mi aveva nascosto l’invito alla festa, beh, la sua ora era giunta. “ Ha invitato tutta la scuola, pensavo lo sapessi.” Ed ecco la voce della verità. “ Niall, mi vuoi spiegare perché io non ho quell’invito?” Se mi stava per dire cose del tipo ‘non ti voglio tra i piedi’ o’ sei troppo piccola’ lo avrei ucciso a sangue freddo “Anche se te la davo non puoi venire quindi…” No, aspetta che risposta è questa? “ Niall, cosa cazzo centra?” La voglio. Di solito Malik mandava i suoi inviti via e-mail, ed io la mia posta l’avevo aggiornata ieri, e non c’era niente. “ L’e-mail l’ho cancellata. Comunque puoi leggere dalla mia, solo per farti un sogno, perché tanto non vieni, perché lo sai che mamma e papà non vogliono.” Il ragazzo al suo fianco gli diede una gomitata per farlo zittire “Niall, vuoi vedere che io ci andrò?” Mi misi a braccia conserte davanti lui. Si alza e mi minaccia con il dito “ Tu non esci.” Uh, che paura che ho “ Tranquillo, se è perché devi portare la tua conquista a farle qualcosa, lo puoi fare benissimo. Mentre che ti convinci io vado a trovare qualcosadi carino per stasera” Lo salutai con la manina, e mi rinchiusi in camera a rovistare nel mio armadio, con la speranza di trovare qualcosa di adeguato per la grande serata.

Niall

Ok, forse avevo sbagliato a buttarle l’ e-mail e a non dirle niente. “ Amico, hai esagerato” Ecco il ragazzo alla mia destra che mi faceva entrare nei fatti “Forse hai ragione… Vorrei solo poter rimediare.” Fissai il tappeto che stava sotto il tavolo, cercando qualcosa per riavere la fiducia e il bene di mia sorella “ Ha detto che doveva andare a cercare qualcosa di carino no?! Perfetto compriamolo noi un bel vestito a lei. Almeno la fai contenta.” Il bruno con gli occhi azzurri vicino me, non aveva tutti i torti, ma rimaneva un problema “ L’idea è ottima ma… ecco.. non è che ne capisca tanto di moda…” Mi levo il cappello e mi aggiusto i capelli e lo rimetto “Questo è il problema? Chiamiamo la sua migliore amica…e le diciamo che dobbiamo comprare un vestito per tua sorella… uhm.. insomma le racconti tutto quello che è successo.” Ecco lui aveva sempre ragione, ero io che avevo sempre torto.

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