.”, “Allora, siccome devo fare la spesa venite con me?” “No.” Dicemmo insieme. Non avevo intenzione di passare la mattinata a fare la spesa, “Ma poi James, non è troppo tardi per andare a fare la spesa? Io ti consiglierei di pomeriggio. Così anche ti fai una lista e non ti dimentichi niente.” Dissi io mettendomi la cintura, “Mh… si hai ragione… Ci andrò questo pomeriggio.”. Tornammo a casa. Erano le 12:30. Il tempo era davvero volato. “Louis! Allora? Tutto apposto?” chiese mia mamma affrettandosi ad andare verso lui, “Sì, sì. Mi ha prescritto delle pillole. Anzi dovrei prenderne una.” Disse aprendo lo scatolo e facendone uscire una. Mia mamma gli porse un bicchiere d’acqua e bevette. “Mamma, sai dove sono finite le tende?” “Penso in garage…” “Sì, ma dove?” “Non lo so Sum.” “Devo andarle a cercare.” “Dopo, prima mangiamo.”. Nel frattempo mi squillò il telefono. Era Harry. Uscii fuori in giardino e risposi, “Ehi!” “Ciao meraviglia! Che fai di bello?” “Mh… sono appena tornata di uscita e ho appena finito di litigare con mia mamma, tu?” “Mh, che mattinata interessante. Niente mi annoiavo, e siccome non rispondevi ai messaggi ti ho chiamato.” “Oh, scusa…E che probabilmente mi sono arrivati solo ora, in ospedale forse non prendeva…” “In ospedale? Cosa è successo Sum?” “Oh, no, niente tranquillo. Ho solo accompagnato Louis all’ospedale per togliere i punti.” Ci fu un periodo di silenzio, “Haz?!” “Mh…” “Tutto apposto?” “Sì, sì. Certo, certo. Voglio solo dirti che aiutare le persone è una cosa magnifica, ma non aiutare le persone che ti hanno fatto del male.” “Cosa vorresti dire, Harry?” “Che Louis ti ha fatto soffrire. Mentre tu fai di tutto per farlo smettere di soffrire. Noti le differenze?” “Harry, lo aiuto perché voglio avere lo stesso rapporto che avevamo prima, che succedesse tutto.” “Vuoi dire che vi state rifidanzando?” “No, Harry. Sto dicendo che stiamo cercando di ritornare amici.” “Cioè?! Tu gli stai dando di nuovo fiducia? Guarda che ti farà soffrire di nuovo, eh..” “Harry, si da sempre una seconda possibilità. Ne sono certa, non lo farà più.” “Certo…come no… Per favore cambiamo discorso…” “Mh…” “Allora, tutto pronto per domani?” “Più o meno…”, “Più o meno?! Praticamente ti mancherà tutto.” Disse ridacchiando, “Sì...HAHAHA è così…” “SUUM! A MANGIARE!” “Mh… mi chiamano…Devo andare a mangiare..” “Buon pranzo piccola.” “Grazie, anche a te. Ciauu”. Chiusi la chiamata ed entrai dentro. Quello che mi aveva detto Harry mi aveva infastidito un po’. Sì, è vero Louis una volta mi ha già fatta soffrire, ma non per questo devo fargliela pagare. Non sono la ragazza che cerca vendetta. So perché lo ha fatto, e l’ho perdonato. Basta. Mi sedetti a tavola e cominciai a mangiare. Dopo aver finito di mangiare il primo, il secondo e un po’ di frutta andai alla ricerca delle tende, “Vado a cercare le tende. Le devo trovare.” “Se vuoi ti do una mano.” Disse Louis alzandosi, “Va bene.”. Ci infilammo in garage. “Allora, l’anno scorso li avevamo messi qui. Quindi dovrebbero essere qui, se nessuno li ha spostati.” Dissi indicando uno scaffale. Mi avvicinai e quasi mi ci arrampicai. Louis mi tirò giù, “ Se vuoi che ti cada tutto a dosso fai pure eh… Dimmi dove sono che te li prendo io.”. Sono una nana?! Oh, grazie per l’incoraggiamento. “Là sopra…” dissi scocciata. Si allungò un po’ e li prese tutti e due. Una era rossa, ed era la mia, mentre quella blu era di mio fratello. “Mh… poco impolverate mi dicono..” dissi ironicamente, “Aspetta… ma… tu dove dormirai?” “Nah… io non dormo in tenda.. Preferisco dormire vicino a riva. Voglio vedere il sole nascere.”, “Oh… figo…” dissi sorridendo. Tornammo dentro. Niall era sparito. Sicuramente era andato a fare la spesa mentre io ne approfittai per cercare che cosa portarmi l’indomani. E allora: due tovaglie, un pantaloncino, una maglia… scelsi il costume da mettere e poi infilai tutto in una grande sacca. Passai il pomeriggio e la sera sul divano a sentire musica, o a guardare la tv. Poi andai a dormire.
Nessuno mi venne a svegliare. Sicuramente tutti erano indaffarati e sicuramente mi ero svegliata tardi. No… erano solo le 10:30, non era poi così tardi. Mi sistemai e scesi giù. Mio fratello era più che indaffarato, mia mamma idem. Solo Louis e mio padre erano rilassati sul divano, “Buongiorno a tutti!” dissi io sorridendo, “ Sì, buongiorno. Fai colazione in fretta. Tu vieni con me in spiaggia a sistemare le cose?”, “No, però… fratellino, io lo dico per il tuo bene, prenditi una camomilla.” “Smettila Sum. Le chiavi dove sono Louis?” disse alzando il tono della voce, “Sul tavolo!”. Andò via, “Poco agitato il ragazzo eh…” “Sum, levati da qui.” Disse mia mamma spostandomi dal frigorifero, mentre cercavo di prendere una barretta di cioccolato. Mi sedetti sulla poltrona, “Sono tutti agitati stamattina?” “A quanto pare sì!” “Ma neanche fosse Capodanno, santo Dio…Ah… comunque voi dove andate?” “Da Marcus e Jasmine. Vengono anche gli altri.”, “Mh… che seratina interessante…” dissi io pensando all’antipatia di quei due, “Quindi scendi di pomeriggio a mare?” “Sì…tardo pomeriggio. Mi scoccia troppo stare in spiaggia e dover pure aiutare.” Dissi io posando la carta sul tavolino, “Andrete insieme?” “Penso di sì. Chiedo ad Harry se ci può venire a prendere.”, “Mh… fate attenzione però.”. Quell’arco di ore che dividevano la mattina dalla vera e propria festa furono le più noiose della mia vita, ma non per questo sarei andata a fare la schiava in spiaggia. Così verso le sette Harry ci venne a prendere e andammo a mare. Arrivati in spiaggia tutti si stavano organizzando. Chi metteva la legna, chi montava le tende, chi sistemava i tavolini. Il nostro accampamento era già formato. Le tende erano tutte messe, grazie a mio fratello, e la montagna di legna vi era già. Bastava solo accenderla. Ma, naturalmente, aspettavamo solo che facesse buio. Eravamo tutti accampati lì. C’era un casino assurdo. Gente di tutte l’età che si divertiva, ballava, cantava. Alle otto accendemmo il nostro grande falò e cominciammo anche a mangiare. Vicino a noi, per pura casualità, c’era il falò di Malik ( quel famoso Malik della festa), e Liam. Questo si chiama destino. Quindi eravamo tutti riuniti lì. Amavo stare in compagnia dei miei amici, mi divertivo troppo. Dopo aver fatto baldoria, con la musica a tutto volume, fu l’ora. L’ora arrivò. Eh sì. Arrivò l’ora di metterci tutti schierati e di prenderci per mano: era la mezzanotte. Il deejay del piccolo lido vicino gridava il countdown. 3…2…1…VIA! Tutti presero la rincorsa per poi buttarsi in quelle acque gelide, in quelle acque nere come la pece. Mi buttai sotto acqua quando mi sentii prendere e sentii premere sulle mie labbra. All’inizio pensai che fosse Harry. Me lo aspettavo da lui. Ma uscendo dall’acqua notai che di fronte a me c’era Louis. Mentre Harry era molto più lontano da me. Mi stava sorridendo, spostandosi delle ciocche di capelli dalla faccia, che gli davano fastidio. Ero un po’ sconvolta, ma comunque al momento non ci pensai e continuai a divertirmi schizzando tutti. Dopo un po’ che eravamo in acqua uscimmo tutti quanti. Fortunatamente, grazie alla mia intelligenza, misi le due tovaglie vicino al falò, facendole riscaldare. Così quando tornai all’accampamento le trovai belle calde per metterle sulle spalle. Mi stavo tranquillamente asciugando vicino al falò quanto mi sentii abbracciare da dietro, “Piaciuto il bacio?”. Si staccò quasi subito. Dopo un po’ mi levai la tovaglia, era zuppa d’acqua, era inutile tenerla sulle spalle. Portava solo umidità. Stavo congelando. Cercai nella mia borsa la mia giacca. L’avevo dimenticata porca la miseria. Andai da Harry, per chiedergli se poteva prestarmi la sua. Ma la stava indossando, non mi sembrava carino rubarla. Così mi fermai al falò strofinando le mani alle mie braccia cercando di fare calore. Quando qualcuno di avvicinò a me mettendomi sulle spalle qualcosa di caldo, “Se sentivi freddo potevi dirmelo.”. Era Louis. Mi misi la sua giacca. Sinceramente in quel momento non mi fregava se era sua, stavo per congelare. Mi alzò il cappuccio, e lo strofinò contro i miei capelli. Proprio come qualche settimana prima con l’accappatoio. Ci sedemmo tutti attorno al falò con qualche birra in mano. Ci raccontavamo segreti, cavolate, ci divertivamo, facevamo baldoria. Fino a quando tutti si rintanarono nelle loro tende. Tranne me e Louis, “Non vieni in tenda?” mi chiese Harry accarezzandomi la guancia, “No… non adesso…”. Mi baciò la guancia e andò via. “E’ meravigliosa la luna, non credi?” mi chiese Louis fissando la luna di un colore rosso, “Chissà che ore saranno…” “Mh… secondo me sono le tre…” “Nah… Ho visto troppe volte il sole sorgere. Non sono le tre. Saranno le due…” “Perché non sei andata a dormire in tenda?” “Perché deve arrivare la parte più bella.” “Cioè?” “Vedi lì sotto?” dissi io indicando un po’ più lontano da noi, “Mh.. sì…” “Alle tre cominciano a sparare giochi d’artificio magnifici.” “ Oh, wow. E dopo andrai in tenda?” “Penso di no…” dissi finendo la mia birra, la terza, per sottolineare. Aspettammo che sparassero in silenzio. Poi il primo botto. Mi affrettai ad andare a riva. Di lì si vedevano perfettamente. Poco dopo venne anche lui, abbracciandomi da dietro e mettendo la sua testa sopra la mia spalla, “Hai ragione! Sono magnifici!” disse sorridendo. Dopo 20 minuti di giochi d’artificio fu l’ora di andare a nanna. “Mh…ci vediamo domani mattina allora.” “ Ho deciso. Dormirò anche io a riva.” Dissi prendendo l’altra asciugamano asciutta e mettendola tra la sabbia asciutta e quella bagnata, “Oh, va bene..”, “Allora, buona notte Lou.” “Notte bellezza.” Disse poi mi addormentai.
Louis
Mh, il sole nel tutto suo splendore mi svegliò. Ma qualcosa era su di me. Aprii gli occhi e notai Sum che dormiva sopra il mio petto con la mia giacca. Erano le tre bottiglie di ieri sera a farmi questo brutto scherzo o era la realtà? No, era la realtà. Da quanto non succedeva questo. La strinsi e le baciai la fronte. Era tutto tornato come prima? Non ricordo molto dell’altra sera, solo un bacio e dei giochi d’artificio. Uh, si sta muovendo. “Mh…” “Giorno…” “Ma che ore sono?” disse mettendosi più comoda, “Penso le cinque del mattino.” Dissi guardando il sole. Aprì gli occhi e si stiracchiò, “Dormito bene?” “Sì… solo un po’ scomoda…” disse sbadigliando, “Sai che faccio?” “No, che fai?” “Mi faccio un bel bagno per svegliarmi”, “Allora ti seguo.”. Ormai il fuoco del falò era spento. Tra qualche ora saremmo stati costretti a smontare tutto e pulire tutto quello che avevamo combinato la sera prima. Si infilò in acqua ed io la seguii. Ci stavamo rilassando quando eravamo tutti e due faccia a faccia. Non esitò un attimo e si attaccò a me. Da quanto aspettavo questo momento. La strinsi continuando a baciarla. Probabilmente era solo l’effetto dell’alcool, ma… che Dio lo benedica! Era diventato il ferragosto più bello della mia vita.