“Sum! Sum! Su Sum, alzati!”. La finezza e la dolcezza che aveva mia mamma per farmi alzare era davvero infinita. Mi rannicchiai nel letto e aprendo gli occhi vidi mia mamma lasciare la camera, e Hope. “Ciao Sum!” “Che ci fai qui?” chiesi io sbadigliando, “Harry mi ha raccontato tutto. Sono rimasta scioccata. Comunque, siccome non mi ha detto altro che farti distrarre non ne voglio parlare, quindi alzati che ci aspetta sotto casa sua. Muoviti. Ti ho già scelto i vestiti, ti faccio io i capelli basta che ti muovi.” Disse lei invitandomi ad alzarmi. Mi alzai sbadigliando, mi vestii e poi andai in bagno per darmi una sciacquata alla faccia. La macchia nera sulla mia faccia stava svanendo, quella della schiena ancora si vedeva bene. Mi diedi un’aggiustata ai capelli e ritornai da Hope. “Andiamo su. Prendi i soldi, che a quanto mi ha raccontato quello andiamo a fare shopping.” “Mh… va bene…”. Fuori ero sveglia, dentro dormivo ancora. Presi un po’ dei miei risparmi e scesi le scale, seguendo Hope. “Ciao, ciao ci vediamo dopo pranzo.” Disse Hope, salutando anche per me. Prendemmo le bici e andammo. Sbandavo un po’, dato che dormivo, mentre Hope continuava a parlarmi, “Non so come cavolo si sia permesso a quasi violentarti…” “Eh.. sì.. . Ma non avevi detto che non volevi parlarmene?” “Sì… scusa… mi è presa la mano.. è che non ci posso ancora credere…”. Stavamo passando di fronte il luogo in cui tutto era successo. In cui in quella notte buia successe qualcosa, che mi sconvolse e che lasciò dei segni dentro e fuori di me. “C’è la polizia, l’ambulanza… sarà successo qualcosa?” disse lei rallentando un po’ il passo, “Non mi frega niente…” dissi continuando la mia passeggiata con lo stesso passo di prima, mentre l’ambulanza partiva di razzo. “Mh… non vuoi andare nemmeno a chiedere cosa è successo?” “No…”. Stavo diventando più fredda, più tesa. Tenevo il manubrio con più forza. Non riuscivo più a pedalare. Era come se la mia mente voleva andare, ma il corpo andava per i fatti suoi. Scesi dalla bicicletta, scaraventandola a terra e cominciai a correre forte verso casa di Louis. “Dove merda stai andando??!!” gridò Hope contro di me. Non le risposi continuai a correre, arrivando davanti al portone. Vi erano due agenti della polizia che controllavano la casa, “Mi.. Mi scusi che cosa è successo?” chiesi io con il fiatone, “Signorina lei non può stare qui.” Disse l’agente, “Voglio sapere che è successo.” Dissi io insistendo, “ E’ parente del ragazzo che abitava qui?” “Sono un’amica.” Dissi io velocemente, cercando di non perdere tempo, “Non posso dirle niente.” “Sono la fidanzata di questo bastardo, cosa è successo?” dissi io adesso incazzata, “C’è stato un accoltellamento. Non posso dirle altro.” Disse l’agente continuando ad ispezionare casa di Louis. Cominciai a tremare, avevo gli occhi pieni di lacrime, “E….e… il…ragazzo che…abitava…qui..? C-come sta?” “Erano due ragazzi, ma non posso dirle le condizioni dei due. Sono stati portati all’ospedale S.Praticie.”. Le lacrime cominciarono a scendere. Non sapevo il perché. Non mi fregava più niente di lui, eppure stavo piangendo per quel bastardo. Cominciai a correre verso la mia bici, la presi l’alzai e mi ci misi sopra. “Vado all’ospedale ci vediamo dopo. Non so cosa cavolo è successo a Louis.” dissi io senza perdere tempo e cominciando a correre con la bici. Con il vento che mi veniva contro le lacrime si asciugavano in fretta. Arrivai molto presto in ospedale. Riconoscevo l’ambulanza dalla targa che avevo memorizzato il momento prima. Lasciai la bici appoggiata al muro, vicino l’entrata ed entrai. Entrai con il respiro in gola. Sperando che gli sia successo niente, anche se lui mi aveva fatto del male. Anche se mi aveva fatto soffrire. Non volevo che soffrisse come ho sofferto io. Stava passando un’infermiera la fermai. Ero preoccupata al massimo, “C’è stato un accoltellamento…D-dove sono i ragazzi?” “Signorina non posso dirle molto.” “La prego. La prego.” “Uno dei due ragazzi è in sala operatoria. Adesso non posso dirle altro.” Disse andandosene. Stavo per crollare. Questo doveva essere Louis, che si era messo nei guai. Nei seri guai. Scoppiai a piangere. Ero disperata. Stavo piangendo, delirando. Quando ai miei occhi apparve la figura di Louis. Non capivo se era solo un’allucinazione o era la verità. “Sum?! Sum!!!” corsi ad abbracciarlo forte, “Porca la miseria, Lou!” dissi abbracciandolo, “C-che ci fai qui, Sum?” disse guardandomi negli occhi, mentre aveva gli occhi pieni di lacrime, “Ero p-passata… sotto…c-casa tua e… la polizia… mi ha avvisato…Ma tu come stai?!” dissi io notando il braccio fasciato, “Quello stronzo mi ha dato una coltellata nel braccio, ma sto bene. Mi hanno dato dei punti.. ma… non pensavo saresti venuta…” disse lui un po’ triste, “N-neanche io…” dissi ridendo, “ Sum! Ma sei già qui!”. Era la voce di mio fratello, “Eh? Sì… ero di passaggio con Hope. Ma tu come lo hai saputo?” dissi io spostandomi da Louis, “Mi ha chiamato Harry, che l’avvisato Hope. Louis! Come stai, amico?” disse abbracciandolo, “ Un po’ meglio adesso.” Disse guardandomi sorridendo. “ Louis…. ma.. se tu…stai qua… dentro la sala operatoria chi c’è?” chiesi io indicando la grande porta dove vi era scritto “Sala operatoria”. “Il bastardo che mi ha fatto questo regalino.” Disse lui indicando il braccio, “Sum! Niall!” esclamò una voce femminile. La riconoscevo. Era la sua. “Lottie!” dissi abbracciandola, facendo attenzione al bicchierino di caffè che aveva in mano per Louis, “Visto!? Non si può mai stare tranquilli con questo cretino.” Disse lei dandogli il bicchierino, “ E’ stato per la…” “Droga?” dissi, finendo la frase di mio fratello. Rimase scioccato, da come lo dissi. Pensava non lo sapessi, ma sapevo più degli atri. “ Sì… un piccolo debito di tanto tempo fa…” disse Louis guardando a terra, “ Sì… e… io non so come fate ha essere ancora suoi amici… L’unica cosa certa è che i nostri non lo vogliono far entrare in casa, e hanno ragione, la sua casa è sotto sequestro e lui dorme sotto i ponti.” Disse Lottie guardandolo male, “P-perché…perché non vieni a dormire a casa nostra? Scusa, potresti dormire con S-Sum, o con me. Non ci sarebbero problemi, tanto ai miei fa piacere vederti.” Disse Niall. No. Ok, ero triste per lui. Ero preoccupata per il fatto se era sopravvissuto o no, ma non potevo sopportarlo 24 ore su 24. “Mi basterebbe il divano” disse lui sorridendo. No. No e poi no. “ A te va bene Sum?” chiese Louis guardandomi negli occhi. Si rendeva conto che non lo avrei accettato ancora come un amico, o qualcos’altro. Annuii solo con la testa. “ Allora, finisco qua con la polizia e poi… poi passiamo a casa mia prendiamo la roba… e.. quindi vengo a dormire a casa vostra.” Disse lui sorridendo, “Sì, Louis, certo!” disse mio fratello sorridendo e avvicinandosi a me abbracciandomi. “ Grazie Niall, grazie Sum.” Disse la piccola 15enne abbracciandoci, “Questo è niente piccola, per te e tuo fratello.” Disse Niall. Io le baciai la testa, guardando negli occhi Louis. Ricambiò lo sguardo, mi sorrise e poi andò dall’agente che cominciò a spiegargli la situazione, e mentre lui parlava con l’agente dava occhiate a me e a sua sorella come per assicurarsi che c’eravamo ancora.