Capitolo 17

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Lunedì. L'inizio di una nuova settimana fatta di libri, pile di compiti e pranzi a malapena commestibili. Tutto molto bello, insomma.

«Spero che Tyler non ti abbia importunato troppo l'altra sera» dico a Sam, giocherellando con la zip della mia felpa per non guardarla negli occhi, nel caso mi dicesse che è stato una vera palla al piede, mentre varchiamo l'ingresso dell'imponente edificio scolastico. Spero vivamente che il mio fratellino non sia stato così sfacciato da compromettere il rapporto con l'unica amica che sono riuscita a farmi da quando sono a San Francisco.

E' triste da dire ma non ho mai avuto molti amici prima d'ora; ho sempre cercato di avere un profilo basso e tenere tutti a debita distanza da me: così era più facile. Ma non voglio più essere quel tipo di persona; voglio essere una Cassie diversa, nuova, e non dover più lottare con le ombre del passato.

«No, tranquilla», mi assicura con uno dei suoi soliti sorrisi luminosi. «Tuo fratello è così...»

«Irritante?» la interrompo, fermandomi sui miei passi e sollevando un sopracciglio.
Lei si volta verso di me e mi guarda, trattenendo a stento una risata, prima di rispondere con un «Stavo per dire intraprendente».

Storco il naso alla sua affermazione e subito la paura che mio fratello possa diventare un dongiovanni si fa strada in me. Non voglio che ciò accada; non lo sopporterei se diventasse come Justin che cambia ragazza praticamente ogni settimana. No, no e no: Tyler non sarà mai così.

Dopo aver cacciato quella terribile immagine dalla mia testa, riprendo a camminare insieme a lei e proseguiamo lungo il corridoio per raggiungere i nostri armadietti, essendo quest'ultimi piuttosto vicini tra loro.

«Quindi...» inizio, riprendendo il discorso. «Mi stai dicendo che ti piace mio fratello?» domando curiosa e divertita.
La rossa si blocca improvvisamente. «Cosa? No!» esclama con enfasi, alzando le mani in alto e spalancando la bocca. «Non fraintendermi, è carino, ma non è esattamente il mio tipo».
«E chi sarebbe il tuo tipo?» indago, quando d'un tratto il suo viso si fa di un colore più acceso dei suoi capelli e allora «Uh, quindi c'è qualcuno», deduco dalla sua reazione. La questione si fa interessante.
La ragazza non risponde e, invece, rivolge il suo sguardo dietro le mie spalle, quasi impietrita. Mi volto immediatamente per capire dove sia rivolta la sua attenzione, accorgendomi solo in quel momento che una coppietta sta pomiciando appassionatamente davanti al mio armadietto. Ma, ovviamente, quella in questione non può essere una coppietta qualunque.

Com'è che si chiama quella? Rory? Regina?

«Non ci credo», mormoro, e prima che possa rendermene conto, le mie gambe mi dirigono verso gli amanti felici. Mi avvicino a passo deciso simulando anche un colpo di tosse per attirare l'attenzione ma i due sembrano essere troppo impegnati ad esplorarsi le reciproche bocche per accorgersi della mia presenza.

E' davvero rivoltante.

Cerco di lottare contro la rabbia che mi ribolle dentro ed i conati di vomito che minacciano di uscire alla vista di tutta quella lingua. «Potreste darci un taglio? È il mio armadietto quello», sbotto alla fine, inducendoli ad allontanarsi, ponendo fine a quella raccapricciante scena per i miei occhi.

Justin si leva con il dorso della mano ed estrema disinvoltura il rossetto della tipa dalla bocca, mentre lei è già intenta a stendere un altro velo di gloss sulle sue labbra da canotto. «Oh, Cassie, non ti avevo visto», fa lui con finta innocenza.

Quindi si sarebbe casualmente appostato proprio davanti al mio armadietto per limonare con una ragazza due giorni dopo che aveva tentato di baciare me?

«Certo», rispondo con sarcasmo, roteando gli occhi al cielo. «Adesso se permettete ho dei libri da prendere, quindi se vi spostaste o magari vi prendeste una stanza mi fareste un grande piacere».

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