Capitolo 36

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Justin è ad un paio di metri da noi e deduco che anche lui si sia accorto della mia presenza, visto che si volta proprio nella nostra direzione fissandomi attentamente mentre parla con Xavier che, a sua volta, si gira per capire dove sia diretta l'attenzione dell'amico.

Mi sento, improvvisamente, avvampare e le gambe iniziano a tremarmi al punto tale che sono costretta ad appoggiarmi a Sam per non cadere come una deficiente.

Il tempo, in questa frazione di secondo, sembra fermarsi; il volume della musica diminuisce sempre di più; tutte le persone intorno, per lo più adolescenti ubriachi e chiassosi, svaniscono e nella sala, almeno per me, rimaniamo solo io e lui; è la prima volta che i nostri sguardi si incrociano da quel giorno, il giorno in cui ha preso i miei sentimenti e li ha ridotti in un cumulo di cenere.

A quel pensiero, la rabbia e la delusione tornano ad impossessarsi di me facendomi dimenticare ogni altra emozione che il contatto visivo con quelle iridi dal colore caldo sono in grado di provocarmi.

«Preferisci andare da qualche altra parte?» la voce di Sam arriva alle mie orecchie riportandomi sulla terraferma.

Andare via? Non se ne parla proprio. Finirebbe col vincere lui.

«No», dico lanciando un'ultima, fugace, occhiata al biondo scuotendo la testa come a voler cacciare via qualsiasi genere di sentimento provi per lui tentando di focalizzarmi solo sul motivo per il quale adesso lo disprezzi, «C'è abbastanza spazio per entrambi».

Non voglio essere quel tipo di ragazza, quella che scappa quando incrocia il suo ex -sebbene io e Justin non siamo mai stati realmente insieme- per strada; non voglio che la mia vita e le mie azioni siano influenzate, in qualche modo, da lui e da quello che c'è stato, o meglio, non c'è stato tra noi.

Non gli darò questa soddisfazione. Io sarò forte, dovrò esserlo.

Per quanto la mia parte più irrazionale vorrebbe voltarsi e perdersi nei suoi occhi, la ragione continua a gridarmi di andare da lui e prenderlo a schiaffi fino a quando non mi faranno male le mani.

Testa e cuore vogliono due cose diverse, ma dal momento che l'aver deciso di seguire quest'ultimo mi ha portato ad essere nelle condizioni in cui mi trovo adesso, non ho alcuna intenzione di commettere lo stesso errore.

Voglio mostrarmi superiore, perciò vieto a me stessa di guardarlo anche solo per un altro istante e mi immergo in mezzo alla folla accalcata.

***

«E così, studi ingegneria?» domando a Dean, il ragazzo che solo poco prima Sam mi aveva fatto notare che mi stesse guardando e col quale ho intavolato una conversazione al bancone.

«Terzo anno, sono tornato in città per le vacanze», risponde sorseggiando un po' della sua birra.
La cosa mi stupisce, insomma, a vederlo non mi sembra affatto un tipo che possa interessarsi a discipline come la matematica e l'informatica anche se, col senno di poi, dovrei aver imparato a non giudicare un libro dalla copertina.

Lo ammetto: ho seguito i consigli della rossa ed ho fatto la civettuola, ma solo perché con l'arrivo di quello stronzo di Justin ho sentito il bisogno di qualche piccola distrazione, se così si può chiamare e devo ammettere che questo ragazzo si sta rivelando una piacevole scoperta. È una cosa strana, insolita per me, dato che fino a poco tempo fa mai mi sarei anche solo sognata di avvicinarmi a qualcuno dell'altro sesso, in un locale per giunta. Ma sto cercando di fare cose nuove e comportarmi come una diciottenne normale è in cima alla mia lista.

Nei dieci minuti passati insieme mi ha parlato del suo amore incondizionato per i grandi classici oltre che per le discipline scientifiche, per la musica e per l'arte in tutte le sue forme, in più, non ho notato alcuna traccia di inchiostro sulla sua pelle. È senza dubbio un tipo interessante. Forse, se le condizioni fossero diverse potrebbe pure piacermi, forse, alla Cassie di un tempo potrebbe piacere; a quella puntigliosa, quella che cercava di apparire sempre precisa ed ordinata per nascondere il caos che regnava nella sua vita; ma quella ragazza non esiste più, non da quando è incappata in un ragazzo tatuato ed estremamente scorbutico che le ha fatto mettere in discussione ogni cosa in cui credeva o, meglio, pensava di credere.

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