31. Hai il mio cuore
Continuai a ridere di gusto, con le lacrime agli occhi, versandomi ancora un po' di vino nel bicchiere.
Fuori nevicava ancora più forte, più violentemente rispetto a prima, quando dal cielo cadevano solo pochi fiocchi d'acqua ghiacciata. La temperatura aveva avuto una drastica diminuzione nelle ultime ore.
Guardai Justin. Si teneva una mano all'altezza dello stomaco e, anche lui, aveva le lacrime agli occhi.
"Non ridevo così tanto da parecchio" ammisi, cercando di ricordare l'ultima volta.
Justin finì il suo vino.
"Ci credo" disse "sei ubriaca: ecco perché ridi così"Gli diedi un leggero schiaffo sulla spalla.
"Non è vero! E tu lo sai"Alzò le mani in segno di resa.
Mi lasciai cadere a peso morto sul morbido divano."Non vedo l'ora di dire a mio padre che sono uscita di casa" esclamai. "Chissà cosa mi dirà"
Il ragazzo si avvicinò a me e mise la testa sopra la mia pancia.
Intrecciai le mie gambe con le sue."Sono fiero di te" dissi con una tonalità di voce più bassa della mia, imitando quella di mio padre. "E io che credevo che fossi un caso perso"
Justin si mise a ridere, nonostante non facesse sorridere nemmeno un po'.
"Nemmeno io ci credevo più, in realtà" ammisi tornando seria.
"Però l'hai fatto" mi corresse Justin.
Intrecciai i suoi capelli tra le mie dita.
"Adesso che farai?" domandò.
Mi alzai. Fuori iniziava a fare buio ed io iniziavo ad avere freddo.
Scrollai le spalle.
"Cercherò di migliorare sempre di più, di giorno in giorno fino ad andarmene definitivamente da qui"In quell'istante provai ad immaginare la mia vita, fuori da casa, anche se era solo un piccolo pensiero astratto e ancora indefinito, circondato da un mondo immenso, fatto di persone e cose create solo per impedirti di andare più in alto e sognare sempre di più.
Mi misi accanto a Justin e mi lasciai dolcemente avvolgere tra le sue braccia.
"Mi piacerebbe tanto andare a vivere lontano dal Canada e lontano da questo freddo, magari in un posto al caldo e vicino al mare" dissi sgranando gli occhi al solo pensiero. "Tornerei a guidare, dopo tanto tempo, anche se sarei solo un pericolo ambulante che si aggira per le strade della città. Mi piacerebbe tornare a correre la mattina, quando fa caldo ma la temperatura non è ancora poi così soffocante. Vorrei tornare a divertirmo in spiaggia e, perché no, magari in qualche locale di cui poi nemmeno ti ricordi l'esistenza la mattina, quando finisci per vomitare anche l'anima. Mi piacerebbe anche frequentare un corso d'arte. Sarebbe splendido, potrei imparare tantissime cose"
Mi fermai e sorrisi, troppo presa ad immaginare ad occhi aperti la mia vita fuori da quella quattro mura.
"E poi vorrei fare tanto altro" conclusi frettolosamente.
Justin mi baciò.
"Hai tempo in abbondanza per realizzare tutto quanto"Lo guardai dolcemente, poi lo baciai di nuovo. Passai lentamente la lingua sul suo labbra inferiore. Mi strinsi a lui.
Posai i miei occhi sui suoi e gli baciai il collo.
"Voglio fare l'amore con te" ammisi, accarezzandogli la guancia.Justin sorrise ma non disse nulla, anche se riuscii a comprendere la risposta dal suo sguardo.
Mi alzai e iniziai a spogliarmi, lui fece lo stesso. Andammo in camera, mi stesi sul letto e mi misi sotto le coperte tirando un sospiro di sollievo quando il calore mi avvolse.
Lo abbracciai, baciandolo e sentendo il suo respiro su di me. Un gemito uscì dal profondo della mia gola.
Mi accarezzò i capelli, iniziai ad avere sempre più caldo.
"Raccontami la tua prima volta" disse Justin, toccandomi da tutte le parti.
Non apprezzai tanto la sua domanda, non per il fatto che mi imbarazzasse, ma volevo semplicemente cercare di dimenticare tutto il mio passato. Nonostante questo, feci uno sforzo e parlai, anche se in quel momento mi risultò difficile e scomodo.
"Avevo più o meno sedici anni ed ero andata a trovare il mio ragazzo dell'epoca, Logan, prima che si trasferisse a Washington DC, per il lavoro di suo padre"Senza resistere, gemetti di nuovo e Justin continuò a muoversi.
"Lo facemmo in camera sua" sorrisi ai lontani ricordi "e nonostante i suoi genitori fossero al piano di sotto non si accorsero di niente"
Justin imprecò. Solo in quel momento mi resi conto di non poter dire più niente, come nemmeno lui.
Portai la testa di lato e Justin mi baciò il collo facendomi male, però non ci badai affatto. Subito dopo gemmette ed io urlai. Poi tutto finì.
Justin si distese accanto a me. Sudava.
Ripresi fiato, cercando di calmarmi. Mi appoggiai sul suo petto.
Il fatto di aver fatto l'amore, noi due, un giorno così importante per me, mi rese dannatamente felice.
Condividere qualcosa con lui, prima emotivamente e alla fine fisicamente fu qualcosa di unico."Alla fine che è successo, tra te e Logan?" mi chiese accarezzandomi amorevolmente.
"La distanza ci ha divisi. E la tua?"
"Con Via. Nel letto dei suoi genitori" rispose come se nulla fosse.
Le nostre risate ruppero alcuni istanti di silenzio.
"Ti amo" mi disse baciandomi.
Lo strinsi a me.
"Dovremmo alzarci se non vogliamo che tuo padre, entrando a casa, ci trovi in questo stato" bisbigliò.
Negai.
"Darei tutto pur di restare così ancora per qualche istante"Rimanemmo immobili per qualche minuto e in quel momento mi resi conto di una cosa. Justin aveva il mio cuore. Con quel gesto gli avevo dato la mia anima tra le mani e sperai con tutta me stessa che l'avrebbe protetta e custodita nel cuore con una tale forza da far invidia a chiunque.
Sospirai e chiusi gli occhi. Ero certa che lui avrebbe saputo come rendermi felice.
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Agorafobia; jdb
Fanfiction«L'agorafobia è la sensazione di paura o grave disagio che un soggetto prova quando si ritrova in ambienti non familiari o comunque in ampi spazi all'aperto, temendo di non riuscire a controllare la situazione che lo porta a desiderare una via di fu...